Il Tirreno

Pistoia

L’intervista

Federico Fusca, lo chef della porta accanto diventato famoso: «Amo raccontare il cibo godereccio»

di Lorenzo Carducci
Federico Fusca, lo chef della porta accanto diventato famoso: «Amo raccontare il cibo godereccio»

Classe 1988, è anche un volto noto nel programma di Antonella Clerici e ora ha due milioni di follower sui social

20 aprile 2024
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PISTOIA. Chi s’imbatte sui social nelle sue ricette lampo viene travolto da un vortice di golosità e ironia toscana, uscendone quasi sempre con l’acquolina in bocca e una dose generosa di buon umore. Il successo del pistoiese classe 1988 Federico Fusca - food influencer da due milioni di followers tra Instagram, Youtube e TikTok nonché volto del programma Rai condotto da Antonella Clerici “È sempre mezzogiorno” - nasce dalle difficoltà della pandemia, quando è costretto a interrompere il suo lavoro nella ristorazione ritrovandosi in cassa integrazione con sua figlia Greta nata da pochi mesi. Nella cucina dei suoi genitori a Bottegone comincia a girare video destinati ai social, proponendo piatti tradizionali da gustare e replicare. Vedendo i primi risultati, apre uno studio suo, con una cucina e un set di luci professionale. Adesso da quattro anni vive a Milano e per strada lo riconoscono in tanti. Il 26 aprile alle 19,30 Fusca tornerà nella sua Pistoia da grande ospite per la settima edizione di “La Toscana in Bocca” (allo spazio espositivo La Cattedrale Ex Breda).

Che fa effetto le fa tornare a casa da personaggio famoso?

«Mi fa piacere e ci metterò il cuore, sperando di dare una mano e portare qualche persona in più a Pistoia. In generale sono contento di essere riconosciuto e cerco sempre di rispondere a tutti i messaggi. Restare coi piedi per terra mi viene facile perché vengo dalla fame, è stata quella il motore di tutto. Quattro anni fa non ero nessuno, anche se sono convinto che le cose non vengano mai dal niente».

Che zone di Pistoia frequentava?

«Ho vissuto 10 anni in viale Adua, frequentavo molto la zona Scornio, poi dopo ci siamo trasferiti a Bottegone coi miei genitori e la mia adolescenza l’ho vissuta da quelle parti: Olmi, Barba, Ferruccia. Anche se l’ho vissute poco perché lavoravo tantissimo e spesso in centro».

Nato cuoco tra locali e alberghi e diventato creatore di contenuti sulla cucina, che percorso ha seguito?

«La vita di un cuoco e nella ristorazione è durissima, comporta tanti sacrifici e a volte il gioco non vale la candela. Ho cominciato presto, mentre facevo l’alberghiero a Montecatini. Il primo lavoro fu a 15 anni al Gargantuà sulla Sala. E poi ho girato la Toscana, anche in alberghi di lusso. Ma non ero contento del tutto, fino a quando per necessità mi sono reinventato un lavoro da zero, che oggi è soprattutto comunicazione, show. A 5 anni in campeggio mi misi a fare spettacolo col microfono in mano, qualcosa voleva dire. Ho cominciato con le prime collaborazioni, le prime tv, Rtv38 è stata la prima rete a darmi fiducia. Alice Tv, Mediaset Infinity e infine alla Rai dopo tanti provini. Il programma di Antonella è stata la svolta, ti guardano due milioni e mezzo di persone in diretta. Ho imparato e sto imparando tanto».

Sta dicendo che il cibo alla fine è un pretesto per comunicare?

«La cucina è stata un lavoro per 16 anni, che mi ha dato una buona base, anche se non stellata. Ora è una passione. Mi piace trasmettere la goduria del mangiare e dello stare insieme, dare stimoli ai ragazzi più giovani. Raccontare la storia di una persona normale che ha stravolto la sua vita portando semplicemente in giro il proprio modo di fare e di essere».

Fischio e dialetto rendono i suoi video inconfondibili. Essere toscanacci funziona?

«All’inizio ero molto pacato, poi ho capito che la mia natura era questa. Preparo roba golosa, godereccia, quella che piace a me. E quindi viene meglio essere me stesso e fare “il bischero”. Ho fischiato una volta e la gente è impazzita, così ho continuato. Nei reel cerco di catturare subito l’attenzione nei primi tre secondi, avere uno stile proprio e riconoscibile è fondamentale».

Si può godere senza ciccia?

«Io faccio prettamente ricette di carne perché sono un “cicciaiolo”. Per carità, mi piace assaggiare di tutto, non disprezzo nulla e mi piace sperimentare. Però se mi fai scegliere ti dico dammi il barbecue che faccio la rosticciana. Pane, vino rosso e siamo a posto».

Ora che arriva il caldo che cosa consiglia?

«Più pesce e meno carne, senza mai rifiutare il gusto. Una bella grigliata di pesce, sennò delle grandi insalate di mare, polpo e patate, spaghettate di scoglio. Sono uno da piatti tradizionali, perché sono di solito più buoni. Anche se mi rendo conto che non sempre sono l’ideale per chi tiene alla prova costume».

Progetti futuri?

«A breve aprirò “Loft - only food things” in zona Certosa-Sempione a Milano. Ci girerò video ma sarà anche un home restaurant per cene private e un luogo dove potrò tenere anche corsi, masterclass e organizzare eventi. Nel frattempo continuo con televisione e varie radio. La mia priorità è una sola: regalare il miglior futuro possibile a mia figlia».

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