Il Tirreno

Pistoia

La cultura in lutto

L’addio a Giuliano Gori: la cerimonia alla Fattoria di Celle

di Riccardo Tempestini
Giuliano Gori davanti a un'opera di Sol Lewitt realizzata per la Fatto ria di Celle
Giuliano Gori davanti a un'opera di Sol Lewitt realizzata per la Fatto ria di Celle

Pistoia, messaggi di cordoglio da tutto il mondo per l’imprenditore e mecenate

28 gennaio 2024
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PISTOIA. «Stanno arrivando messaggi da tutto il mondo, perfino dal Giappone, dai tanti amici, artisti, collezionisti e dall’entourage dei grandi musei americani, ma anche da persone che hanno conosciuto mio padre per altri motivi, sottolineando tutti soprattutto l’aspetto umano e questo ci ha commosso ancora di più»: così Fabio Gori, anche a nome degli altri tre figli di Giuliano Gori, Patrizia, Paolo e Stefania. La cerimonia funebre del collezionista, mecenate e imprenditore, scomparso venerdì a 94 anni, verrà celebrata domani (lunedì 28) alle 15 alla Fattoria di Celle, a Santomato, ma la salma sarà esposta già dalle 13,30.

Impossibile elencare tutti i messaggi di cordoglio inviati alla famiglia, dopo la notizia del decesso. A far sentire la vicinanza ai quattro figli, e ai famigliari, oltre agli amici, anche le figure istituzionali e personaggi della cultura internazionale, ma pure semplici cittadini, che avevano avuto il privilegio di visitare la Fattoria di Celle in una delle migliaia di visite guidate, naturalmente gratuite, che Giuliano aveva organizzato fin dal lontano 1982.

Giuliano amava molto la sua città, Prato, dove era nato il 16 agosto 1930 e dove era vissuto fino al trasferimento a Celle, ma restandone sempre legato come imprenditore tessile, con un’azienda apprezzata in tutto il mondo, “Gori tessuti e casa”, poi trasferita in un grande stabilimento a Calenzano. Impossibile elencare tutte le iniziative promosse per rendere la sua città natale più ricca culturalmente, ma alcune fanno parte della storia di Prato, basti ricordare la Forma squadrata con taglio di Henry Moore, dal 1974 posta grazie a lui in piazza San Marco, o il suo impegno per la realizzazione del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci . Eppure, nonostante tutto, Prato ha dato a Giuliano Gori anche un grande dispiacere, per motivi culturali naturalmente, come la bocciatura della realizzazione del Monumento al Vento, progettata da Dani Karavan nel 1987, un omaggio alla tramontana, tanto cara ai vecchi pratesi doc, perché riusciva a disperdere il fumo delle ciminiere delle fabbriche tessili e rendere l’aria più pulita.

Non meno forte è l’omaggio tributato dalla sua città di adozione, Pistoia. A partire dalla Fondazione Caripit, di cui Gori dal 2001 al 2011 fu vicepresidente, a fianco del professor Ivano Paci. «La scomparsa di Giuliano Gori – scrive il presidente della Fondazione Caripit Lorenzo Zogheri – è una grande perdita non solo per il mondo dell’arte ma per l’intera nostra comunità. La straordinaria esperienza della Fattoria di Celle, per bellezza e carica innovativa, ha contribuito a fare conoscere in tutto il mondo Pistoia. Senza la sua passione, la sua lungimiranza e la sua disponibilità a mettere in gioco competenza e relazioni, non potremmo ammirare tante opere divenute parte stessa dell’identità del territorio pistoiese: la fontana di Buren a Villa La Magia e la fontana di Bury a Montecatini, sono tra le più note.Sono capolavori che dobbiamo in massima parte a una concomitanza nella storia della nostra Fondazione, cioè l’amicizia, la stima e la collaborazione che lo legarono al professor Ivano Paci con il quale condivise, da vicepresidente, dieci anni alla guida dell’ente. Nel 2022 abbiamo celebrato il trentennale della Fondazione e, per la ricorrenza, abbiamo realizzato un video a testimonianza dei progetti più importanti della nostra storia. Giuliano Gori ne è tra i protagonisti con il progetto del padiglione di emodialisi all’ospedale del Ceppo, una delle iniziative identitarie di tutto il percorso della Fondazione e credo tra le più belle mai realizzate a Pistoia. A livello personale lo ricorderò sempre per l’intelligenza, la competenza e la capacità di guardare lontano associate a modi privi di ogni ostentazione. Un tratto, credo, non comune in chi, come lui, ha realizzato cose importanti e in ambiti diversi. A nome di tutta la Fondazione voglio esprimere alla famiglia di Giuliano Gori il nostro cordoglio e la nostra vicinanza».

«Ho incontrato per la prima volta Giuliano Gori nel 2007 – è il ricordo di Monica Preti, direttrice di Fondazione Pistoia Musei – quando preparavo una serie di manifestazioni al Louvre sul tema del labirinto nell’arte e nella cultura, invitandolo poi a parlare in occasione del convegno “Le jardin comme labyrinthe du monde”. Da Parigi ero venuta alla Fattoria di Celle per vedere il Labirinto di Robert Morris: Giuliano Gori mi aveva accolta conducendomi a visitare il parco di sculture ambientali fino a un piccolo prato in leggero declivio, dove attraverso il dialogo tra artista, committente e natura aveva preso vita l’opera. È stato questo il mio primo incontro con l’arte ambientale. Non sapevo allora che sarei venuta a dirigere Pistoia Musei dove ho avuto il piacere di ritrovare Giuliano Gori e di misurare non soltanto la sua figura di grande mecenate e collezionista d’arte ma anche di apprezzare la sua generosa disponibilità a condividere la propria esperienza biografica del cammino fatto con artisti come Pistoletto, Melotti, Giuseppe Penone, Anselm Kiefer e Daniel Buren… rispondendo a mie domande e curiosità. Le sue fugaci apparizioni a diverse iniziative culturali e inaugurazioni in questi ultimi tempi erano sempre quelle di una persona attenta, perspicace e sinceramente interessata a quello che accadeva intorno. Di lui mi piace ricordare l’uomo che ha vissuto l’arte come guida alla vita presente, nel rispetto del territorio e del paesaggio che caratterizza i nostri luoghi».

«Fra i privilegi di un amministratore – è invece il ricordo del consigliere regionale Federica Fratoni – c’è sicuramente quello di incrociare nel proprio percorso figure di straordinaria statura. Giuliano Gori ha rappresentato per me una delle frequentazioni più significative e affascinanti. Mecenate contemporaneo, ha arricchito Pistoia e la Toscana di un patrimonio artistico unico e irripetibile, che colloca il nostro territorio fra i siti più importanti a livello internazionale. Le mie condoglianze giungano a tutta la sua famiglia».


 

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