Il Tirreno

Pistoia

La vertenza

«Silenzio assordante della Rustici»: sciopero di quattro ore all’Hitachi

di Tiziana Gori
«Silenzio assordante della Rustici»: sciopero di quattro ore all’Hitachi

Una protesta di Fim Cisl che riguarda non solo «l’incertezza sul futuro dei rapporti con Rustici» ma tutta la situazione dei dipendenti dell’indotto

24 novembre 2022
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PISTOIA. «Il silenzio dell’azienda non è accettabile. Dall’ultimo incontro di settembre non abbiamo avuto risposte alle nostre richieste di un tavolo di confronto e di un incontro con l’amministratore delegato del gruppo Metra, di cui la Rustici di Montale è entrata a far parte nell’estate del 2021».

Saranno quattro domani le ore di sciopero, informa Juri Citera, segretario della Fim Cisl Toscana Nord (dalle 10 alle 14) ed essendo la Cisl il sindacato più rappresentativo all’interno dello stabilimento di via Ciliegiole, è da attendersi una partecipazione non esigua alla protesta.

Una protesta che riguarda non solo «l’incertezza sul futuro dei rapporti con Rustici» ma tutta la situazione dei dipendenti dell’indotto: oltre 500 operai che lavorano dentro Hitachi ma con meno diritti rispetto ai colleghi inglobati nello stabilimento del colosso giapponese. E se questa seconda battaglia è condivisa dalle altre organizzazioni sindacali, sulla precarietà che regna intorno al proseguo della sinergia con la Rustici, è soprattutto la Fim a spendere le proprie energie: «Siamo preoccupati – ammette Citera – per il silenzio dell’azienda. Vorremmo risposte sul futuro dei lavoratori. L’amministratore unico di Rustici, Emanuela Galigani, ha detto alla stampa in estate che nessun posto di lavoro è a rischio? Bene, lo dica anche al sindacato. Siamo persone ragionevoli, quello che chiediamo è di incontrarci, con Rustici, e con l’amministratore delegato di Metra, Enrico Zampedri, e parlarne. Ad oggi siamo rimasti all’incontro di settembre, in cui Rustici annunciava che era in preparazione un piano industriale per il 2023. I contorni di questo piano non sono stati definiti».

Rustici ha rilevato una perdita del 7% in bilancio: «Non riuscirebbero più a rientrare nel costo orario dei dipendenti rispetto a quanto Hitachi riconosce l’ora», spiega Citera. Sono 36 i lavoratori dell’azienda montalese – una parte interinali e una parte con contratto a tempo determinato – che lavorano all’interno di Hitachi, nel cantiere d’incollaggio e montaggio. Rustici ha garantito l’eventuale reinserimento della manodopera in altre aziende ma la Fim è preoccupata all’idea della perdita di queste specifiche professionalità. La Rustici, fondata nel 1959, è specializzata nella lavorazione dell’alluminio e nel montaggio di arredi e impianti per convogli ferroviari. Occupa circa 200 persone. Nell’estate 2021 è entrata a far parte del gruppo bresciano Metra, che a sua volta era appena stato acquisito da Kps Capital Partners, fondo di investimento americano da 13 miliardi di dollari di attività. Per Rustici si è aperta la possibilità di puntare a nuovi mercati, ma l’ad Zampedri ha informato alcuni mesi fa i sindacati Hitachi che il rapporto con lo stabilimento ferroviario era «antieconomico» per Rustici.

«Dopo l’annuncio di un nuovo piano industriale non abbiamo avuto altre notizie – commenta Citera – La perdita subita a causa di Hitachi sarebbe del 7%. Nel silenzio dell’azienda e di Zampedri notiamo che, ogni settimana, i lavoratori Rustici sono affiancati da altri operai a cui cercano di insegnare il mestiere. Ma con quali fini? C’è poi la partita degli interinali, il cui contratto scade a fine anno. Sarà rinnovato? Non c’è garanzia che nel 2023 Rustici sarà ancora in Hitachi e che queste professionalità, così difficili da sostituire, siano perse».




 

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