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Smarrisce una preziosa chitarra: gliela rendono dopo un Sos social

Tiziana Gori
Smarrisce una preziosa chitarra: gliela rendono dopo un Sos social

Gregorio Mucci: «Un’incomprensione e la Fender è rimasta in un parcheggio. Ringrazio il ragazzo che me l’ ha riportata, per me ha un valore affettivo enorme»

05 luglio 2022
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PISTOIA. «È una chitarra Fender Stratocaster Custom Shop color sundburst, fa parte di un’edizione limitata del 2004 e mi è stata regalata dal mio maestro. Per me ha un significato affettivo esorbitante».

È una storia a lieto fine quella di Gregorio Mucci e della sua Fender. Non era scontato, e dà conto di due cose: uno, i social possono essere utili; due, l’onestà è una virtù sempre apprezzabile.

È successo giovedì scorso ad Agliana. La stanchezza dopo un concerto in una caldissima sera d’estate. L’incomprensione con l’amico del gruppo di musicisti, che aveva appoggiato la Fender sull’asfalto del parcheggio, accanto all’auto, convinto che Gregorio la prendesse e la mettesse nella sua auto: «E invece, quando intorno alle due del mattino siamo usciti da casa dell’altro musicista ci siamo resi conto che nessuno aveva preso la chitarra». La corsa al parcheggio ha dato l’esito che ci si aspettava: la Fender, del valore economico di diverse migliaia di euro, e da un punto di vista affettivo senza prezzo, era sparita.

«Mi è venuto un groppo alla gola», dice Gregorio Mucci, 33 anni, giovane musicista che ama mischiare rock, funk e pop e che giovedì sera era a suonare, accompagnato da due musicisti, al “Carabattole love park” di Agliana.

Non avvezzo all’uso dei social, ha vinto la ritrosia e ha messo un annuncio, dichiarando quanto fosse importante per lui quella chitarra, che gli era stata regalata dal suo maestro, l’indimenticato insegnante pistoiese Maurizio Ferretti, scomparso nel 2009.

«Avevo parcheggiato l’auto nei pressi di una delle due entrate del Barrow pub. Dopo due ore di concerto ero stanco, il caldo non aveva facilitato le cose. Il mio bassista mi ha suggerito di caricare gli strumenti sulla sua auto per andare a casa di Alessio, il batterista. Appena arrivati mi ha detto che lasciava la chitarra davanti all’auto, ma non l’ho sentito. Quando siamo usciti da casa di Alessio, due ore dopo, ho detto che andavo a riprendere la chitarra in macchina e in quel momento è sceso il gelo. Ho fatto una corsa ma la Fender non c’era più».

Una Fender di un’edizione limitata, costruita nel 2004 per il 50° anniversario della prima Strato, nel 1954. Un modello unico, con caratteristiche precise, e quindi riconoscibile. Anche la custodia è unica nel suo genere, all’interno c’è il marchio “50” bello grande, con un fianco lineare e l’altro con due curve.

Mucci ha pubblicato un post, dicendo che alcune persone nel pub avevano visto dei giovani a con una Panda Cross davanti al Barrow.

L’appello poteva cadere nel vuoto, ma non è stato così: «Sono 13 anni che ho quella chitarra, mi sarebbe dispiaciuto immensamente... La sera dopo però mi ha chiamato un ragazzo di Prato, Pietro: «La Fender ce l’ho io».

«Mi ha detto che avevano scardinato la custodia alla ricerca di un numero di telefono al suo interno da contattare, ma non c’era: «Non ti nego di averci fatto un pensierino. Sai, sono un musicista anch’io, ma quando ho letto il tuo appello ti ho contattato».

Più di una chitarra dall’indubbio valore economico ha prevalso la voglia di fare la cosa giusta: «Me l’ha fatta riconsegnare da un suo amico pistoiese, Lorenzo, anch’egli musicista. E davanti a una bevuta al bar abbiamo scoperto di amare gli stessi generi musicali. Potremmo collaborare, perché no?».

Musicista da metà della sua vita, Mucci ha vissuto per due anni e mezzo a Los Angeles, prima di decidere di tornare in Italia: «Più difficile fare musica qui? Sì, ma ho capito di voler scrivere nella mia lingua». l


 

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