Il Tirreno

Pistoia

L’Asl pronta a revocare la convenzione con il medico no vax

Tiziana Gori
Il dottore Federico Calvani esce dal tribunale dopo la sentenza di primo grado a 5 anni
Il dottore Federico Calvani esce dal tribunale dopo la sentenza di primo grado a 5 anni

Per Calvani interdizione dai pubblici uffici

29 giugno 2022
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PISTOIA. L’Asl revocherà la convenzione con il dottor Federico Calvani, il medico di base della montagna pistoiese condannato due giorni fa dal tribunale di Pistoia a 5 anni, 3 mesi e 10 giorni di reclusione per aver fatto ottenere illegalmente il Green pass a decine di persone attraverso vaccinazioni simulate.

Il medico, spiega l’Azienda sanitaria, era già sospeso dal giorno dell’arresto, avvenuto il 31 dicembre dello scorso anno. Con la condanna – anche se, occorre ricordarlo, una sentenza di primo grado – l’Asl passa alla revoca della convenzione.

«Prendiamo atto della decisione del tribunale – afferma Beppino Montalti, presidente dell’Ordine dei medici di Pistoia – L’Ordine, al momento, non ha da fare alcun passo. Il dottor Calvani era sospeso e tale resta alla luce della sentenza, che attribuisce al Calvani la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici».

Il gup ha celebrato lunedì un processo con rito abbreviato. Cioè al Calvani era già riconosciuta dall’inizio, per sua scelta e del suo avvocato, una riduzione di un terzo della pena. Nonostante questo la condanna a 5 anni è più pesante della richiesta del pm Linda Gambassi (4 anni, 4 mesi 20 giorni). «Sì – riconosce Montalti – probabilmente una pena del genere vuole esprimere una condanna forte dell’atteggiamento tenuto dal medico. Ma le motivazioni le leggeremo appena la sentenza sarà depositata». Ovvero entro 90 giorni.

Il giudice ha inoltre riconosciuto una provvisionale di 20mila euro a ciascuna delle tre parti civili che si erano costituite in giudizio: l’Asl toscana centro, l’Ordine e la presidenza del Consiglio dei ministri e Ministero della salute. «Una somma – spiega Montalti – che sarà destinata ai familiari dei medici deceduti per Covid». L’Ordine, rappresentato dall’avvocato Andrea Niccolai, si è costituito per il danno d’immagine patito, ritenendo che Calvani abbia violato una serie di regole deontologiche e ostacolato la campagna vaccinale che l’Ordine sta tuttora sostenendo: «Il Covid di un anno fa – riflette Montalti – non era quello di adesso, che si presenta in forma più lieve anche perché le tante vaccinazioni fatte lo rendono tale. Era una fase di emergenza, che tutto il personale sanitario era impegnato al massimo per risolvere. Certi trucchetti vanno a danneggiare chi rappresenta la categoria medica». l


 

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