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Pisa, il ritorno di Gila a San Siro per la sfida fra ex con Max Allegri

di Andrea Chiavacci
Alberto Gilardino (Pisa)
Alberto Gilardino (Pisa)

Un anno sotto la Torre per il mister rossonero, tre al Milan per il nerazzurro che nella Scala del calcio è a caccia di un altro mattoncino verso l’obiettivo

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PISA. Il Pisa torna alla scala del calcio per sfidare il Milan, dopo quasi 35 anni, e lo fa con un allenatore che conosce bene quel palcoscenico e l’avversario da affrontare. Tre anni di vittorie e i saluti verso Firenze.

Il 23 gennaio 1991

Alberto Gilardino aveva solo nove anni quando il Pisa di Lucescu venne sconfitto per 1-0, rete di Massaro, dai campioni d’Europa e del Mondo allenati da Arrigo Sacchi. L’attuale allenatore nerazzurro conquisterà gli stessi titoli con la maglia rossonera. Dal 2005 al 2008 Gilardino vincerà infatti la Champions League, non più coppa dei campioni, e il Mondiale per club (non più Coppa Intercontinentale) e una Supercoppa europea con il Milan allenato da Carlo Ancelotti. Che invece era in campo, con la maglia rossonera, quel 23 gennaio del 1991. Gilardino dal 2005 al 2008 ha giocato 132 partite segnando 44 gol in quel Milan stellare dove c’era grande concorrenza in attacco. Compreso Filippo Inzaghi che è stato suo predecessore sulla panchina nerazzurra. In quei tre anni Gilardino è riuscito anche diventare campione del mondo con la nazionale di Marcello Lippi a Berlino nel 2006. Gilardino però nell’estate del 2008 sceglie di andare alla Fiorentina di Cesare Prandelli, suo allenatore anche a Parma, dove riconquisterà a suon di reti anche la maglia della Nazionale che aveva perso nel 2007.

Fallimento?

In un’intervista al Guerin Sportivo, proprio subito dopo il passaggio alla Fiorentina, l’attuale tecnico nerazzurro ricordò così l’esperienza rossonera giudicata da molti negativa: «A me non pare proprio di aver fallito: il primo anno sono andato in rete 19 volte. Più di Shevchenko, tanto per dire, e anche la seconda stagione ho segnato 16 reti complessive». Un passo indietro, nove gol, nella terza e ultima stagione rossonera. Dove disputò 40 partite totali, un po’ meno degli anni precedenti.

Sfida ad Allegri

È curioso come Gilardino nell’ultimo mese si trova sempre di fronte alle sue ex squadre. Prima lo 0-0 con la Fiorentina, poi il 4-0 di Bologna e lo 0-0 con l’Hellas Verona. Venerdì sera il Milan che con il 2-1 alla Fiorentina ha appena conquistato la vetta della classifica con l’ex nerazzurro Massimiliano Allegri. Per il tecnico livornese due presenze nel Pisa 1988-89 dove era stato preso come vice di Mario Been in cabina di regia. Venerdì Allegri vuole allungare in testa, il Gila invece cercherà di scrivere la storia. Il Milan ha 16 punti, i nerazzurri tre. I gol fatti sono 11 contro tre e quelli subiti quattro contro 10. Tutto sulla carta è a favore dei rossoneri.

Conta solo il Pisa

Ma nel calcio esistono anche le variabili. Una è dovuta a un giorno in più di riposo per i nerazzurri. Al netto di un Gap tecnico evidente. Ma che non sorprende. Gilardino ha un carattere tranquillo ma determinato e come da calciatore non vorrà certo mollare senza essersi giocato le sue carte. «Continuiamo a lavorare ed essere positivi: la strada è lunga... Con passione e determinazione, inseguendo il nostro traguardo un passo alla volta. Forza Pisa! », scriveva pochi giorni fa Gilardino sul suo profilo Instagram. Il tecnico di Biella va ancora a caccia del primo successo in campionato. Ce la sta mettendo tutta e sicuramente, al di là delle scelte di campo, affronterà la partita con uno spirito diverso rispetto a quella con il Verona. In quel caso si doveva vincere ma per prima cosa non si doveva perdere (vedi il commento a destra). A Milano la testa sarà più libera, un po’ come a Napoli nonostante la sconfitta per 3-2. Quindi è lecito attendersi un Pisa che se la giocherà a viso aperto. Sperando di ritrovare un po’ di passo e di brillantezza che nelle ultime due gare è decisamente mancato. 

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