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L’incredibile storia di Cissé: il rifugiato nel mirino del Pisa

David Biuzzi
Moustapha Elhadji Cissé portato in trionfo dai suoi compagni dell’Atalanta
Moustapha Elhadji Cissé portato in trionfo dai suoi compagni dell’Atalanta

L’attaccante (classe 2003) della Guinea è stato scoperto dall’Atalanta nella squadra Rinascita Refugees del centro accoglienza di Copertino

05 agosto 2022
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PISA. Viene da lontano Moustapha Elhadji Cissé, il giovane attaccante che potrebbe diventare presto un nuovo componente del reparto offensivo della Pisa. Lontano come Conakry, la capitale della Guinea dove è nato il 14 settembre del 2003. Ma il suo viaggio non è stato lungo, ma anche difficile, tortuoso, avventuroso. Tanto da essere stato scoperto dagli osservatori dell’Atalanta (società per cui è tuttora tesserato) in un centro accoglienza per i profughi.

Il rifugiato

Sì, avete letto bene. Un centro accoglienza per i profughi. Per la precisione quello di Copertino, nel Salento. Che ha, tra le altre cose, una squadra di calcio. Il Rinascita Refugees (Seconda catgoria). In provincia di Lecce l’ha messa insieme Niang Baye Hassane, senegalese e mediatore linguistico che cura i progetti di accoglienza. Quello legato al pallone è stato affidato a lui perché aveva già esperienza come allenatore. Cissé si è unito a loro nel 2019. Aveva 16 anni ed era arrivato in Italia con alle spalle una storia tremenda: la scomparsa del padre. Cercava una vita migliore in Europa. Ci prova con il calcio. Anzi il calcio a cinque, perché le regole della Figc non permettevano di schierarlo in gare ufficiali, ma solo in competizioni o partite amichevoli. Tanto basta, però, per farsi notare.

Il grande sogno

Di lui si accorge Roberto Nitto, avvocato a procuratore sportivo. Lo segnala all’Atalanta, che accoglie il suggerimento e inizia a seguire il giocatore. Lo guardano e lo studiano più osservatori nerazzurri, sul tavolo del capo scouting Roberto Marta (un passato da calciatore anche in Toscana: è stato centrocampista di Empoli, Prato e Lucchese) le relazioni sono tutte positive. Così l’Atalanta lo prende e per farlo arrivare a Zingonia libera anche uno slot da extra-comunitario con una cessione. Cissé gioca in Primavera, professione centravanti. Grande potenza, fiuto del gol. Segna tanto (14 complessivi in 15 presenze totali alla fine della scorsa stagione) e dopo una doppietta al Milan (febbraio scorso) anche Gasperini, non uno a caso, si accorge di lui. Lo convoca in prima squadra, causa infortuni di diversi attaccanti. E il 20 marzo scorso lo butta dentro, a Bologna. Detto, fatto. Al 65’ debutta in A prendendo il posto di Muriel e all’82’, nemmeno 20 minuti dopo, sta già già esultando per il suo primo gol (di sinistro) con l’Atalanta nel massimo campionato italiano. È la rete della vittoria dei nerazzurri. Alla fine i gettoni saranno 3.

Sul mercato

Il resto è storia recente. Cissé il mese scorso finisce nel mirino del Cagliari e il passaggio in Sardegna sembra cosa fatta. Non si concretizza, però. E a fine luglio comincia a pensarci il Pisa. Seriamente. Là davanti c’è bisogno e Cissé, seppur giovanissimo, è una prima punta a cui potenza, fisicità e capacità di segnare non mancano. Né la voglia di arrivare, visto il suo passato. La disponibilità del ragazzo c’è, è immediata. Dell’Atalanta pure. Per il prestito, ma su diritto di riscatto e contro-riscatto si giocano ora i dettagli non banali di una trattativa comunque ben avviata.

Nelle mani giuste

Si può fare, insomma. E tutto lascia pensare che si farà. Poi toccherà a Rolando Maran provare a trasformare un diamante grezzo in un autentico gioiello. All’attacco del Pisa, considerate anche le ambizioni, non basterà. Ma poter contare su un ragazzo così, uno che ha vissuto quello che purtroppo ha già vissuto lui, e qualcosa di più di un buon inizio.

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