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Santa Chiara, vendita in stallo: «Offerte inferiori al valore»

di Francesco Loi

	Una veduta di alcuni anni fa dell’area ospedaliera del Santa Chiara che si trova nel quartiere Santa Maria e limitrofa a Piazza dei Miracoli
Una veduta di alcuni anni fa dell’area ospedaliera del Santa Chiara che si trova nel quartiere Santa Maria e limitrofa a Piazza dei Miracoli

Pisa, l’assessore all’Urbanistica: «Valutazione di 120 milioni, proposte al di sotto di circa 40»

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PISA. Cosa ne sarà dell’attuale area del Santa Chiara è ancora tutto da capire. L’unica certezza, almeno fino al 2029 (periodo di validità), è il perimetro dettato dal piano di recupero in base al progetto Chipperfield. «Ma per il momento si è tutto arenato», ha detto in commissione consiliare l’assessore all’urbanistica Massimo Dringoli. L’accelerazione sarebbe dovuta arrivare da “Regenerate”, il piano attraverso il quale la Regione, soggetto proprietario dell’area di pregio accanto a Piazza dei Miracoli, avrebbe dovuto cedere questo pezzo del quartiere di Santa Maria.

Le offerte

Tutto però si è fermato perché le offerte non hanno soddisfatto la domanda. La procedura per l’ampliamento dell’ospedale di Cisanello prevede infatti che parte dei costi venga coperta dal ricavato della vendita dell’attuale Santa Chiara. La valutazione fatta dalla Regione è intorno ai 120 milioni di euro.

Tre le manifestazioni di interesse giunte in risposta all’avviso di “Regenerate”. «Ma la migliore proposta arrivata è risultata inferiore di circa 40 milioni di euro», ha rivelato Dringoli. Di conseguenza la procedura si è fermata «e ora è parecchio tempo che non ne sappiamo più niente», aggiunge l’assessore.

L’Inail

Il mancato introito, almeno in tempi relativamente brevi o comunque certi, dal vecchio Santa Chiara ha costretto la Regione nei mesi scorsi a imbastire un’operazione con l’Inail (l’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro) per non mettere a rischio e sostenere il completamento in corso del polo di Cisanello per un investimento complessivo di circa 500 milioni di euro. In pratica, la Regione ha deciso di cedere all’Inail due padiglioni di Cisanello, l’edificio 10 e l’edificio 30, a un prezzo che comprenda anche i lavori da eseguire. Sono state effettuate anche delle stime: per l’edificio 30, il più grande, l’impegno complessivo è stimato in 147 milioni di euro. Per il 10 si parla di 57 milioni: in totale, dunque, una cifra superiore ai 200 milioni di euro.

Contemporaneamente alla stipula del contratto di compravendita, Inail e Aoup sigleranno un altro accordo: quello per la locazione dei due edifici. La durata dell’affitto sarà di 25 anni, rinnovabili. In questo modo si punta a mettere al sicuro i lavori di Cisanello e al tempo stesso la Regione si libera dell’obbligo di vendere lo storico Santa Chiara nei tempi originariamente previsti, ma non rispettati per le offerte inferiori alle attese.

Piano di recupero

Resta da capire cosa ne sarà dell’antico ospedale. Il Comune, come sottolinea Dringoli, non può che rimanere alla finestra. Tutto dipende da cosa farà la Regione. Ma la differenza la dovrà fare il mercato. Per l’assessore, l’amministrazione per ora ha le mani legate «essendo tutta l’area come privata, appartenendo all’Aoup e quindi alla Regione». Quello che Palazzo Gambacorti può fare è da «cabina di regia perché responsabile del rispetto del piano di recupero». Ma «dipende tutto dal soggetto a cui verrà venduta l’area e al quale il Comune chiederà di rispettare il pdr».

Il piano di recupero «ricalca il progetto Chipperfield – ricorda l’assessore – nella flessibilità delle destinazioni d’uso, con demolizione di tutti gli edifici realizzati nel dopoguerra, senza previsione di nuove costruzioni tranne eccezioni poco significative». Il Comune conferma di avere ricevuto interessamenti dalla Scuola Normale e dall’Opera della Primaziale per l’acquisto di alcuni volumi. Dringoli ribadisce l’intenzione dell’amministrazione di costruire un Palazzo dei Congressi al posto dell’attuale Scuola Medica: «Lo riteniamo un’opportunità unica per avere questa struttura nel centro città. Un punto focale per quanto riguarda il Comune con la forza di poterlo sostenere proprio perché tale previsione è già contenuta nel piano di recupero».

Strategia pubblica

Per Diritti in comune, gruppo di opposizione, «serve invece una strategia pubblica su cosa deve diventare il Santa Chiara e quale deve essere il suo ruolo nel tessuto urbano cittadino. Strategia che deve essere definita dal Comune attraverso un preventivo e irrinunciabile percorso di partecipazione fissando i requisiti irrinunciabili, le condizioni, le destinazioni per rispondere ai bisogni sociali e pubblici sempre più forti, sottraendosi agli interessi speculativi che seguono solo logiche di mercato».

Paolo Martinelli, capogruppo de La citta delle persone, aggiunge: «La situazione rappresentata e il silenzio relativo al dibattito sul futuro del Santa Chiara ci preoccupano. Vero che il Comune non ha competenze dirette, ma per l’importanza della questione l’amministrazione non può rimanere alla finestra».

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