Santa Chiara, avanti tutta per un nuovo Palacongressi: confronto aperto per un polo da 1.500 persone
Pisa, il sindaco Michele Conti: «L’idea è di istituire una cabina di regia pubblico-privata per l’area accanto a Piazza dei Miracoli»
PISA. «La puntata della Pisaniana è l’occasione per ribadire una direzione chiara, ovvero far crescere Pisa con interventi che tengono insieme storia e futuro. Due progetti simbolici sono proprio la trasformazione dell’area del Santa Chiara e la rigenerazione della Cittadella». Così il sindaco Michele Conti facendo il punto su due fronti che stanno caratterizzando la consiliatura.
Obiettivi
La trasmissione è stata registrata agli Arsenali Repubblicani, sede principale della Biennale di Architettura che si chiude oggi. «La Biennale, evento internazionale organizzato dall’Associazione LP, che ringrazio, conferma Pisa – aggiunge Conti – come città capace di confrontarsi con le grandi sfide contemporanee: cambiamenti climatici, mobilità sostenibile, qualità dello spazio pubblico. Salvaguardare la storia non significa fermarsi, significa far vivere i luoghi, rigenerarli e renderli utili».
«Gli obiettivi che abbiamo davanti – prosegue – sono precisi. Completare entro il 2026 tutte le opere finanziate con il Pnrr, a partire dal nuovo parco della Cittadella. Lavorare, insieme agli attori coinvolti, nella trasformazione del Santa Chiara con un progetto equilibrato che tenga insieme funzioni universitarie, residenziali e culturali. Verificare con la Sovrintendenza la possibilità di collocare nell’area un nuovo centro congressi da 1.000-1.500 persone, fondamentale per una città universitaria e di ricerca».
Santa Chiara
Riguardo «all’area del Santa Chiara, affacciata sul sito Unesco di Piazza dei Miracoli, è necessario – dice Conti – restituire una funzione urbana a uno spazio strategico: più verde, recupero degli edifici storici, residenze di qualità, funzioni ricettive, servizi legati all’università e la possibilità di realizzare un centro congressi che manca alla città dopo la chiusura del Palazzo dei Congressi». In sostanza, «una visione che rispetta gli indirizzi del piano Chipperfield e che dà continuità alla vocazione culturale e scientifica dell’area».
Cabina di regia
La grande partita urbanistica sul vecchio Santa Chiara sarà giocata quando sarà concluso il trasferimento di cliniche e attività nel nuovo Santa Chiara a Cisanello, «ci auguriamo nell’arco dei prossimi due-tre anni», dice il sindaco. Quando l’area resterà vuota avverrà la vendita, probabilmente per lotti. L’Opera della Primaziale (obiettivo un museo) e la Scuola Normale (obiettivo una foresteria) si sono già proposte per acquistare volumi. Conti rivela: «Abbiamo un’idea, da condividere con la Regione, proprietaria dell’area, in un meccanismo legato alla vendita, ovvero creare una società di trasformazione urbana per mettere insieme soggetti pubblici e privati per lo sviluppo dello storico Santa Chiara. Una sfida per quella che sarà la principale variante urbanistica della città».
Palacongressi
Come già indicato nel piano Chipperfield, l’edificio da trasformare in Palacongressi è quello della Scuola Medica. L’assessore all’urbanistica Massimo Dringoli puntualizza: «Il Santa Chiara può diventare una cittadella della ricerca. Quello della Scuola Medica è un edificio vincolato di metà Ottocento. Ma il retro, pur conservando le sue caratteristiche architettoniche, può essere internamente modificato per contenere un palazzo dei congressi di notevoli dimensioni. Sarebbe importante tenere i congressisti nel centro città».
Cittadella
Non lontano la Cittadella, grazie ai fondi Pnrr, «sta diventando – dice il sindaco – uno dei grandi parchi urbani della città: cinque ettari di verde, storia e socialità, con l’arena per gli spettacoli, le aree gioco, l’area archeologica e il recupero del manufatto di Michelucci. Un parco che si integra naturalmente con gli Arsenali Repubblicani, creando un polo culturale e turistico unico in Toscana. Sono due interventi diversi, ma complementari: entrambi puntano sulla rigenerazione, non sul consumo di suolo, e restituiscono alla città luoghi che per troppi anni erano rimasti marginali».
«La nostra idea di futuro è chiara, lavoriamo a una Pisa – conclude Conti – che cresce senza consumare nuovo suolo, che rigenera i suoi spazi, che valorizza il verde e la memoria dei luoghi, e che al tempo stesso si dota di servizi moderni e infrastrutture efficienti».
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