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Pisa, tra incompiute e mai iniziate: così le opere contro gli allagamenti

di Francesco Loi
Pisa, tra incompiute e mai iniziate: così le opere contro gli allagamenti<br type="_moz" />

Lavori in corso a San Giusto sulle fognature, ma ne serviranno altri nel quartiere. La grande idrovora di Cisanello, annunciata quasi dieci anni fa, è ancora al palo

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PISA. La premessa è che quello di giovedì è stato un autentico nubifragio. Su 60 mm di pioggia caduta dalle 8 alle 13, circa 50 mm si sono concentrati dalle 11,30 alle 12,30. Sta di fatto che gli allagamenti hanno creato notevoli disagi, soprattutto in alcune zone della città. A cominciare dai quartieri intorno alla Stazione Centrale.

Nell’aspro confronto politico conseguente, tra le varie posizioni rinfacciate ne emergono due relative a opere (in alcuni casi nemmeno iniziate o incompiute) annunciate negli anni come soluzioni anti-allagamenti.

Se il consigliere comunale Lorenzo Vouk (maggioranza, Pisa al centro) attacca il centrosinistra («perché non si chiede alla Regione a che punto è il progetto dell’idrovora che dovrebbe difendere l’ospedale?»), un altro consigliere comunale, Matteo Trapani (opposizione, Pd), controbatte: «Ogni volta che piove un po’ di più a Pisa si allagano interi quartieri, non vie o aree circoscritte. Quartieri che, come San Marco-San Giusto, attendono le promesse del centrodestra da oltre 7 anni. Solo nuove costruzioni, utilizzo del suolo, insufficiente pulizia delle caditoie e mancanza degli interventi strutturali promessi per evitare questi allagamenti. Una città intera sott’acqua, un silenzio ormai assordante e un disinteresse non più tollerabile».

Nel primo caso, quello di Vouk, si fa riferimento all’idrovora a servizio di Cisanello. Nello scorso maggio, durante un sopralluogo nel cantiere del nuovo parco di via Pungilupo (un intervento tanto urbanistico quanto ambientale per la funzione di protezione idraulica del quartiere) da parte della prima commissione consiliare, il tema era riemerso con espressione di preoccupazione «per l’assenza, a tutt’oggi, di un finanziamento da parte della Regione per la realizzazione dell’idrovora, elemento essenziale previsto già nel progetto originario redatto anni fa proprio dalla stessa Regione».

Si tratta di una maxi-idrovora per scaricare le acque piovane direttamente in Arno. L’obiettivo è doppio: mettere in sicurezza il polo ospedaliero di Cisanello in fase di espansione; e scaricare nel fiume tutte le acque di Cisanello-Pisanova e anche di Ghezzano. Era stato annunciato nel 2016, con conferenza dei servizi, e ipotesi di conclusione nel 2019.

Il progetto rientra nell’accordo di programma per il trasferimento delle attività ospedaliere dal Santa Chiara a Cisanello e vede coinvolti il Consorzio 4 Basso Valdarno, l’Azienda ospedaliero universitaria pisana (Regione) e l’Università di Pisa. Un’opera da 12 milioni di euro che finora però è rimasta al palo.

«Spero trovi presto il finanziamento per il previsto intervento di realizzazione della grande idrovora», ha detto a più ripresa ill sindaco Michele Conti rivolgendosi al presidente della Regione, Eugenio Giani.

Suddivisa in tre lotti, l’opera aveva nel secondo la parte determinante comprendendo diverse realizzazioni. La principale è un impianto idrovoro nei pressi dell’Arno con una portata di 24,5 mc/s di acqua. E poi, tra gli altri interventi, scaricatori di piena (i fossi San Giusto, San Marco e il collettore via Manghi), un sottopasso del Nuovo Scolo di Ghezzano su via Giovannini e nuove linee idrauliche.

Nel secondo caso, quello di Trapani, si fa invece riferimento a lavori comunali a San Giusto-San Marco (di cui di discute almeno da un decennio). Nello scorso febbraio l’amministrazione aveva annunciato un intervento finanziato con 1,6 milioni di euro per la messa in sicurezza idraulica della zona sud della città.

Dopo un primo lotto di interventi pressoché completato, questa ulteriore fase prevede il miglioramento della condotta di via Cerboni e della linea a valle della Fi-Pi-Li, dal bypass dell’aeroporto fino a via dell’Aeroporto, e il potenziamento da via dell’Aeroporto fino alla rotatoria di via dei Caduti dei Lager Nazisti.

In pratica, devono essere introdotti scatolari di grandi dimensioni (1,20 per 1,80 metri) per rafforzare la rete fognaria e impedire gli allagamenti, come già avvenuto nella zona di Porta a Lucca, dove non si verificano più disagi simili.

L’intervento insiste in parte su beni di proprietà del Comune in parte su beni del sedime aeroportuale civile dell’aeroporto Galilei, di proprietà del Demanio dell’Aviazione Civile. Il progetto prevede la realizzazione di nuove tubazioni realizzate attraverso scatolari prefabbricati in cemento armato nelle due zone di via Cerboni e dell’aeroporto Galilei, che dovranno contribuire a evitare gli allagamenti del quartiere.

Dall’amministrazione comunale confermano che il cantiere è in corso e interessa un tratto di meno di 200 metri. Il collaudo dei lavori è indicato entro il 31 marzo prossimo.

Come già sottolineato al momento dell’annuncio dell’avvio del cantiere, viene ribadito che si tratta di un altro pezzo di potenziamento delle fognature, ma che la messa in sicurezza idraulica dei quartieri deve passare anche da altri interventi. Per questo sarà necessario intercettare ulteriori finanziamenti.


 

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