Pisa, Pacinotti e Gambacorti devastati durante l’occupazione per Gaza: i sospetti dei dirigenti
Danni ingenti nelle sedi dei due istituti: s’ipotizza l’azione di gruppi esterni
PISA. Distributori automatici spaccati, pannelli venuti giù dal soffitto, baffi e scarabocchi sul busto di Antonio Pacinotti (a cui la scuola è intitolata), scritte sui muri, disordine e sporco. Sono foto che parlano da sole quelle dell’istituto tecnico economico Pacinotti di via Benedetto Croce, devastato e vandalizzato durante l’occupazione di questi giorni, cominciata a inizio settimana – come nella maggior parte degli istituti cittadini e praticamente terminata – in nome del sostegno al popolo Palestinese e contro il genocidio messo in atto da Israele.
A nemmeno un anno dall’occupazione dello scorso dicembre, legata tutt’altri motivi, il plesso si trova di nuovo alle prese con dei danni non indifferenti. A dir poco amareggiata per la situazione la dirigente scolastica Gabriella Giuliani. «I danni sembrano ingenti. A quanto pare sarebbero stati gruppi di ragazzi esterni alla scuola chiamati dagli studenti per aiutarli a entrare la prima sera dell’occupazione» commenta la preside dell’istituto Galilei-Pacinotti.
Le “tag” lasciate sui muri rimandano al codice postale di Cascina e alla frazione di Visignano. In ogni caso il danno ormai è fatto. «L’occupazione è uno strumento utilizzato per vari temi, quest’anno con la Palestina ha convinto anche molti genitori che prima erano contro l’occupazione, ma la nobile causa non va confusa con lo strumento. Quello resta il solito e a prescindere dal tema spesso crea solo danni – commenta la dirigente – Può innescare anche situazioni di condivisione e socialità positive tra i ragazzi, che però potrebbero avvenire anche in altri modi, con assemblee e autogestioni. Tutti gli anni lo proponiamo, ma per i collettivi esiste solo l’occupazione. Quest’anno la motivazione era seria, purtroppo però porta a queste conseguenze».
Anche perché poi ci sono gli interventi di riparazione da pagare. «I danni li dovrebbero pagare gli occupanti, se non sono stati loro avrebbero dovuto impedire l’ingresso agli esterni, questo sarà un tema discusso con le famiglie – riprende la preside Giuliani – Di sicuro la Provincia e il Ministero non pagano i vandalismi quindi sta alla scuola. Dovremo attingere dai contributi volontari dei genitori e in ogni caso saremo costretti a togliere soldi ad alcuni progetti». A commentare quanto accaduto al Pacinotti è anche Simone Fabbrini, consigliere di San Giuliano e candidato al consiglio regionale con Fratelli d’Italia. «Inutile dire che questa è una vergognosa strumentalizzazione che la sinistra, politica e studentesca – ha fatto della causa palestinese» scrive postando le foto dei danni.
Ma delle otto scuole superiori pisane occupate, il Pacinotti non è l’unica ad aver subito vandalismi. La stessa sorte è toccata anche al plesso Gambacorti di via Possenti, dove dopo un tentativo andato a vuoto, l’occupazione sarebbe scattata mercoledì notte dopo il corteo delle scuole occupate per Gaza. La nuova preside del Santoni-Gambacorti, Francesca Napolitano, parla di «porte rotte, vetri in terra, danni a computer e tv, estintori aperti, scritte sui muri e quadro elettrico rotto, al momento mancano sia luce che acqua».
Ieri pomeriggio è entrata con alcuni docenti, chi era dentro è scappato. La polizia ha iniziato i rilievi. Anche qui si presume che a causare i danni siano stati avventori esterni alla scuola. «Sono rimasta davvero molto male – le parole della dirigente – Addirittura hanno scardinato la cassaforte e preso tutte le chiavi. Adesso parlerò coi genitori: va bene manifestare, al Santoni ad esempio non c’è stato alcun danno, questo invece è puro vandalismo».
L’occupazione è finita ieri nella maggior parte delle scuole, ma le lezioni non riprenderanno prima della prossima settimana, anche per verificare danni e ripulire i locali. Un segno “più” tra le note negative arriva dal liceo Carducci, dove gli studenti hanno raccolto i fondi per riparare una finestra danneggiata.