Il Tirreno

Pisa

Economia

Pisa può diventare capitale delle navi di lusso? Il piano, le tappe e le ricadute del progetto

di Francesco Loi
Pisa può diventare capitale delle navi di lusso? Il piano, le tappe e le ricadute del progetto

I programmi della Port Authority con la presidenza di Benetti

3 MINUTI DI LETTURA





PISA. «Un polo del lusso della nautica». È questa la mission, l’obiettivo, che si è dato Mirko Benetti, dallo scorso giugno presidente del cda della Port Authority di Pisa, la società controllata dal Comune cui è affidata la gestione del canale dei Navicelli. Romano, classe 1973, manager esperto in procurement, risk management e consulenza aziendale, è intervenuto ieri nella seduta della seconda commissione consiliare per spiegare i programmi che gli sono stati affidati e i passi che ha iniziato o si appresta a compiere.
I numeri e l’obiettivo
«L’Italia rappresenta nel mondo il 21% della produzione di yacht lusso e di quel 21 % il 17% viene costruito tra la costa toscana e quella ligure, con incidenza enorme per i super yacht tra Pisa e Massa – dice Benetti –. Già da questo si capisce come la struttura sia strategica, peraltro in un settore costantemente in crescita». L’obiettivo dunque è orientare sempre più la produzione verso il lusso. E questo chiama in causa i programmi di sviluppo. «Abbiamo una richiesta enorme di cantieri che vogliono portare qui la loro produzione come primo o secondo insediamento – rivela il presidente della Port Authority –. Il canale ha caratteristiche specifiche proprio per mettere in acqua super yacht e fare refitting», ovvero ristrutturazioni. Ma gli investimenti sono anche in corso. Benetti fa l’esempio di Overmarine Mangusta che «con svariati milioni di euro sta costruendo il suo terzo capannone» e di «Amer Yachts che si appresta a completare il suo plesso industriale per circa 18 milioni di euro». Sviluppo vuol dire anche affrontare e superare le criticità. «Il canale – aggiunge – ha problemi oggettivi. È da poco stato avviato il primo di tre lotti di lavori per la palancolatura degli argini grazie ai fondi del Mit (ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) per complessivi 30 milioni di euro. Una delle preoccupazioni dei cantieri è proprio il dragaggio e dunque il pescaggio delle navi in entrata e in uscita».
Amministrazione
Ci sono poi le questioni amministrative e di controllo. «Abbiamo predisposto – dice, tra l’altro, Benetti – un piano d’attacco nei confronti dei morosi e messo in piedi un sistema di videocontrollo. Il canale dovrebbe vivere di pagamenti delle concessioni demaniali, delle soste e degli specchi d’acqua. Per le soste abbiamo riscontrato che c’era un 20% del potenziale e sugli specchi d’acqua si era praticamente a zero. Abbiamo cominciato con gli uffici una riorganizzazione dell’aspetto amministrativo e delle concessioni. Anche per effetto di questo lavoro pensiamo di chiudere il bilancio con almeno un più 15% rispetto all’anno precedente». Poi la querelle con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale che gestisce il porto di Livorno: «È stata piazzata una nave allo sbocco del canale. Ho chiesto l’accesso agli atti per verificare come sia stato possibile arrivare alla concessione di quella parte di banchina che ostruisce sostanzialmente il nostro canale. Abbiamo una sorta di gentlemen agreement per cui è contingentato il numero di entrate e uscite. Pensiamo di arrivare entro due o tre mesi a capire quali siano state le procedure amministrative». In prospettiva, un altro salto di qualità è atteso dal riconoscimento dei Navicelli come porto fluviale. «Manderemo la richiesta al Mit – dice Benetti –: è un’elevazione, si cambia il livello organizzativo e anche nel network complessivo della portualità si ha un altro approccio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA


 

Primo piano
Attenzione automobilisti

Fi-Pi-Li, dal 2 ottobre c’è un nuovo autovelox: telecamera ultramoderna per aumentare le multe – Dove sarà posizionato

di Danilo Renzullo

Gaza

Pisa, il professore contestato dai pro Pal torna in aula: "Mi scuserò con i miei studenti"