Il Tirreno

Pisa

Cultura

La vita quotidiana a Pisa durante la guerra: pubblicato il diario inedito di Beatrice Giglioli


	La copertina del libro e la protagonista
La copertina del libro e la protagonista

Un documento prezioso che apre una nuova finestra di indagine sulla storia che la città ha vissuto in quei mesi: se ne parla in un incontro

4 MINUTI DI LETTURA





PISA. Il 2 maggio alle ore 17 al Palazzo Blu, in occasione dell’80° anniversario della Liberazione e della fine della Seconda guerra mondiale, la Biblioteca Franco Serantini – Istituto di storia sociale, della Resistenza e dell’età contemporanea della provincia di Pisa – presenterà in anteprima il Diario 31 agosto 1943 – 1° gennaio 1945 di Beatrice Giglioli, la cui edizione critica è stata curata da Franco Bertolucci, Barbara Cattaneo e Giorgio Mangini ed è edita dalla casa editrice della biblioteca (BFS edizioni). Si tratta di un documento inedito, che apre una nuova finestra di indagine sulla storia che la città di Pisa ha vissuto in quei mesi.

Beatrice Giglioli (1892-1988) discende da una famiglia originaria di Brescello, in provincia di Reggio Emilia, con importanti trascorsi risorgimentali: il nonno Giuseppe (1804-1865) era stato amico e stretto collaboratore di Giuseppe Mazzini. Uno dei figli di Giuseppe, Italo (1852-1920), prestigioso docente universitario di chimica agraria, aveva sposato la scrittrice e storica inglese Costanza Stocker (1856-1941). Beatrice, la loro terzogenita, si laurea brillantemente in lettere classiche alla Scuola Normale Superiore e per oltre trent’anni insegna lingua e letteratura inglese sia nella prestigiosa Scuola di Piazza dei Cavalieri, sia al Liceo classico G. Galilei di Pisa.

Il Diario inizia con il primo bombardamento della città il 31 agosto 1943 e si conclude il 1° gennaio 1945, quando la situazione militare è ormai stabilizzata sotto il controllo alleato, ed è accompagnato dai Ricordi dell’estate 1944 di Antonio Ricci, che ha vissuto l’infanzia con la famiglia Giglioli. Dopo la scomparsa di Beatrice, Ricci ha avuto il merito di conservare l’archivio della famiglia Giglioli e oggi è testimone vivente degli avvenimenti narrati. Tra il 2020 e il 2023 Antonio Ricci ha donato tali carte alla Biblioteca F. Serantini. Si tratta di un patrimonio documentario prezioso, che copre due secoli di storia italiana dall’età risorgimentale al secondo dopoguerra e che sarà oggetto di un progetto di ordinamento e inventariazione. L’obiettivo è quello di arricchire le conoscenze sulla storia culturale e sociale della città di Pisa nel contesto italiano ed internazionale. Il volume è dunque un primo tassello di un più ampio progetto di valorizzazione di questa storia di famiglia ed è integrato da un ricco apparato critico, iconografico e documentario, che consente una lettura in parallelo tra i fatti narrati e la loro contestualizzazione.

A distanza di 80 anni dagli eventi, viene spiegato ancora dai promotori dell’incontro, sorprende la vivacità e la ricchezza di questo Diario, scritto durante i tragici mesi di guerra sul territorio pisano. I protagonisti sono Beatrice Giglioli, sua sorella Irene (1901-1983) e un gruppo di persone che trovarono rifugio nella Villa delle sorelle a Cisanello, abitazione che la famiglia aveva acquistato nel 1936 e oggi è censita nei beni storico-culturali della città.

Sono pagine di drammatica quotidianità, dove l’autrice e la piccola comunità cercano di sopravvivere e, nel contempo, di opporsi al male e alla violenza aiutandosi reciprocamente per non perdere, oltre che la vita, anche il rispetto di sé. In quei mesi, così meticolosamente descritti nelle pagine del Diario, la casa vede la presenza di sfollati, ebrei, valdesi, intellettuali ed esponenti di primo piano dell’antifascismo locale, come ad esempio Piero Zerboglio, Carlo Alberto Ricci, Giuseppe Raniolo, Antonio Tozzi e Aldo Visalberghi. La casa dei Giglioli è un rifugio sempre aperto per chi ha bisogno, come nel caso di alcuni esponenti delle famiglie ebraiche Aghib e De Cori. La Villa è inoltre oggetto di controlli e requisizioni da parte delle truppe tedesche, i cui reparti di volta in volta ne occupano i locali e ne saccheggiano le risorse. Insieme alla sorella Irene, Beatrice, i suoi ospiti e i vicini sanno far fronte agli occupanti, mettendo in atto strategie di resilienza e di sopravvivenza. Si tratta di una vera e propria “resistenza civile”, determinata e intelligente, che oltre a salvare la casa riesce a tutelare la piccola comunità che ad essa faceva riferimento.

Il volume apre nuove strade di ricerca sulla storia di Pisa durante la Seconda guerra mondiale, soprattutto per la zona est della città, fino ad oggi storiograficamente poco indagata, a parte la tragica vicenda della strage nazi-fascista di San Biagio del 2 agosto 1944.

La presentazione del Diario sarà aperta dal presidente della Fondazione Palazzo Blu, Cosimo Bracci Torsi, che ai tempi del Liceo Classico è stato allievo di Beatrice Giglioli, seguiranno poi gli interventi di Gianluca Fulvetti (Università di Pisa), Caterina Di Pasquale (Università di Pisa), Stefano Gallo (ricercatore del CNR e direttore scientifico della Biblioteca F. Serantini) e Giorgio Mangini, ex insegnante e storico, che interverrà a nome dei curatori. Il progetto del volume è stato sostenuto dalla sezione ANPI “Giorgio Vecchiani” di Pisa e dalla sezione soci della UNICOOP Firenze di Cisanello. Viene ricordato che nelle sale del Palazzo Blu fino a l’11 maggio è ancora possibile visitare la mostra Dalla guerra alla Liberazione. Pisa 1940-1945.

Primo piano
Sos aggressioni

Prato, schiaffo all’autista che si rifiuta di far salire il passeggero ubriaco: scatta lo sciopero

Sani e Belli