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L’indagine

Pisa, il commercialista si intascava i soldi: condannato a risarcire l’Arci. Chi è e come agiva

Pisa, il commercialista si intascava i soldi: condannato a risarcire l’Arci. Chi è e come agiva

Per cinque anni ha mancato di versare imposte e contributi per 142mila euro

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PISA. Era il commercialista di fiducia del Comitato provinciale Arci di Pisa e di 24 circoli del territorio. Il professionista che avrebbe dovuto pagare, per conto dell’associazione, le imposte e i contributi previdenziali per i dipendenti. Solo che, per diversi anni non l’ha fatto, trattenendo le somme che l’Arci gli versava proprio a questo scopo: ora il tribunale civile di Pisa ha condannato Antonio Passerai a risarcire l’associazione della cifra che quest’ultima ha dovuto versare nelle casse dell’erario e degli enti previdenziali per regolarizzare la propria posizione.

La vicenda parte dal 2007, quando l’Arci decide di servirsi di Passerai (ex presidente di squadre di calcio come Ponsacco e Pelli Santa Croce) per pagare il dovuto. Fino all’anno precedente, infatti, il commercialista si limitava a predisporre gli F24 che venivano poi liquidati direttamente dal Comitato provinciale o dai circoli. A cambiare la situazione la previsione dell’invio telematico (obbligatorio) dei moduli. Da quel momento il Comitato e i circoli inviano i soldi direttamente a Passerai, con bonifico o con assegno, incaricandolo dei versamenti.

Ed è lì che la procedura si incaglia. Con alcune avvisaglie: in quegli anni l'Arci comincia a ricevere «sporadiche comunicazioni» contenenti cartelle di pagamento e avvisi di mora. Questioni che, però, venivano rimandate a Passerai che assicurava di prendersene cura. Questo fino al 2011-2012, quando gli accertamenti diventano più numerosi. Al punto che nel 2012 la legale rappresentante di Arci finisce a giudizio per false dichiarazioni in merito alla regolarità di pagamenti di imposta. Accusa dalla quale viene assolta perché il fatto non costituisce reato, visto che i pagamenti venivano fati dallo studio di Passerai. È in questa occasione che emerge che gran parte dei pagamenti non era stato fatto o comunque era stato fatto in maniera incompleta. Al punto che, nell’ottobre 2012 è proprio Passerai a riconoscere le sue mancanze, pur spiegando che «poteva trattarsi di errori».

Fatto sta che l’erario chiede ad Arci 142mila euro, poi ridotti a 123mila per l’adesione alle varie rottamazioni. Cifra che l’associazione paga, salvo poi rivalersi sul commercialista per avere il risarcimento, poi effettivamente accordato dal giudice.

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