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«Non ci sono bimbi»: asilo di Pisa chiude le porte dopo quasi 100 anni

di Roberta Galli

	Un momento dell'incontro di chiusura della scuola dell'infanzia
Un momento dell'incontro di chiusura della scuola dell'infanzia

Ultima campanella per la scuola dell’infanzia partitaria Figlie di San Francesco in via Andrea Pisano

30 giugno 2024
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PISA. Ultima campanella per la scuola dell’infanzia paritaria Figlie di San Francesco in via Andrea Pisano. L’asilo, con alle spalle quasi cento anni di storia, chiude per sempre per mancanza di alunni. Nessun genitore ha iscritto il proprio bambino alla prima classe della materna per dare vita a settembre a un nuovo ciclo scolastico.

Già negli anni passati riuscire a formare una nuova sezione era diventato sempre più difficoltoso. Quest’anno la denatalità ha picchiato duro e alle suore dell’Ordine delle Figlie di San Francesco, che amministrano da sempre la scuola, aperta nel lontano 1927, non è rimasto che alzare bandiera bianca.

I costi di gestione non permettono di poter continuare con un numero ridotto di alunni e così, anche se a malincuore, la decisione è stata presa e non si torna indietro.

Venerdì pomeriggio, in occasione dell’ultimo giorno di scuola, nel salone della materna c’è stato un saluto a sorpresa. La maestra Anna Maria Della Mercede, per anni colonna portante della scuola, ora in pensione, è riuscita a organizzare un momento per ricordare e ringraziare chi ha riposto in loro tanta fiducia, alla presenza di autorità cittadine, civili e religiosi. All’appello di Anna Maria hanno risposto in tanti, più di cento tra genitori ed ex alunni, che hanno voluto portare la loro solidarietà e il loro abbraccio a suor Ignazia, la madre superiora, e a tutte le altre consorelle che insieme alle maestre hanno portato avanti nel tempo la scuola. Con loro anche l’assessore Riccardo Buscemi (ex alunno delle Figlie di San Francesco), Romano Gori, responsabile dell’Ufficio Scuole Cattoliche dell’Arcidiocesi di Pisa, don Claudio Bullo, parroco dell’unità pastorale Sacro Cuore-Cep-Barbaricina, padre Federico Russo, guardiano della comunità francescana di Santa Croce in Fossabanda, Claudio Righi, coordinatore pedagogico regionale e presidente onorario della Federazione Italiana della scuola materne (Fism) di Pisa, Alfonso Nardella, presidente del Centro Sportivo Italiano (Csi), don Emanuele Morelli, direttore della Caritas Diocesana, e Daniela Peroni, madre di tre bambini che hanno frequentato la scuola e che ha voluto ringraziare, a nome di tutti i genitori, suore e insegnanti. Quello che è andato in scena è stato un momento carico di ricordi, ma anche di riflessione sul futuro di molte scuole paritarie nel nostro territorio e in Italia, “minate” dal calo demografico, dal cosiddetto “inverno delle culle.

«La chiusura di una scuola è una sconfitta per tutta la comunità», il pensiero comune espresso dai presenti. «Sbarrare per sempre il portone di una scuola – è stato sottolineato – è spegnere una comunità, fatta di aule colorate, nelle quali non entreranno più né bambini, né insegnanti».

«Non bisogna perdere la speranza», ha detto don Bullo, chiedendo allo stesso tempo alle forze politiche aiuti e sgravi fiscali per sostenere le famiglie con due o più figli. Pieno sostegno alle scuole è stato espresso anche da Buscemi.

Commosse le suore, sedute in prima fila, che con la madre superiora hanno ascoltato la loro comunità nel giorno più triste. «Ogni mattina – ha detto suor Ignazia, ringraziando i presenti – le voci dei bambini risuonavano nel cortile e nelle aule riempiendo ogni cosa di speranza e di colori. Abbiamo stretto tante manine che ogni mattina si staccavano da quelle dei genitori e si aggrappavano alle nostre con la stessa curiosità con cui si afferrano le stelle del cielo. Ora mentre chiudiamo questa pagina della storia portiamo con noi i ricordi, le lezioni e l’amore che hanno permeato ogni istante trascorso qui. Anche se la scuola cesserà il suo servizio, noi pensiamo che non tutto è stato vano, speriamo di aver trasmesso, sulle orme di San Francesco, l’accoglienza verso tutti, la carità silenziosa e la letizia di cuore, l’amore e il rispetto per la vita».


 

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