Pisa, lutto nella sanità: è morto Vairo Contini. La sua lettera in occasione delle dimissioni
L'ex direttore generale dell’Auop aveva 70 anni: le toccanti parole ai dipendenti in occasione delle dimissioni. Lascia la moglie Lucia e due figlie
PISA. Vairo Contini se n’è andato stanotte in ospedale a Pisa, dove era ricoverato da qualche giorno, a poche settimane dal compimento dei 70 anni, di cui almeno gli ultimi 18 vissuti con la Sla, che gli era stata diagnosticata pochi mesi prima dell’insediamento in Aoup nel 2007 come direttore generale.
Nato a Collesalvetti il 10 marzo del 1954, si era laureato in Medicina a Pisa nel 1981 e poi la sua carriera si era svolta in varie aziende sanitarie toscane fino alla nomina di primario di Medicina del lavoro alla ex Usl 2 di Lucca dove poi diventa direttore sanitario dal 1998 al 2000, anno in cui assume lo stesso incarico all’ex Usl 5 di Pisa. Nel 2002 diventa direttore generale dell’ex Asl 3 di Pistoia - in quegli anni è anche membro e poi presidente del Sior, il Consorzio che gestisce la costruzione dei 4 nuovi ospedali di Massa, Lucca, Pistoia e Prato – e ricopre questa carica fino al 2007, quando viene nominato prima commissario straordinario (a metà febbraio) e successivamente direttore generale dell’Aoup (dal 1° marzo 2007). Il mese di marzo, dunque, ha segnato tutte le tappe importanti della sua vita. Sempre nel marzo di due anni dopo, infatti, nel 2009, è costretto a rassegnare le dimissioni da direttore generale dell’Aoup per l’aggravarsi della malattia.
Ecco un breve estratto della lettera di saluto scritta in quell’occasione ai dipendenti dell’Aoup: “Questa esperienza ha rappresentato per me non solo il culmine delle mia carriera di medico e manager ma anche la più significativa dal punto di vista emotivo e culturale. Per la prima volta mi sono trovato a lavorare in una città, che ormai è la mia, con colleghi che sono in larga misura amici e in qualche misura mi sono stati maestri. Il tutto però non avrebbe lo stesso valore se non esistesse lo spirito di attaccamento all'Azienda che contraddistingue tutti voi. Al mio successore lascio in eredità un patrimonio prezioso e sono certo che con il vostro aiuto saprà ancora valorizzarlo. Un abbraccio a tutti, anche per come mi siete stati vicini nella malattia che mi ha colpito”.
Mente lucidissima, di grande cultura umanistica pur avendo frequentato il liceo scientifico a Livorno – appassionato di lettura, di storia, di politica, di musica classica, di calcio – ha sempre vissuto il suo incarico di direttore generale nella sua città di adozione come una missione alla quale non aveva mai sottratto neanche un briciolo di tempo e di energie, nonostante fosse piegato dalla malattia che lo aveva minato dapprima nella deambulazione e poi, in progressione, in tutti gli altri organi che la Sla colpisce. Nei due anni di mandato, comprensivi anche della stesura di un nuovo Atto aziendale, aveva introdotto una serie di innovazioni, fra cui la centralizzazione dei laboratori e l’implementazione del modello di ospedale per intensità di cure, improntate all’efficienza e alla crescita dell’Aoup, della cui alta specializzazione e del valore dei suoi professionisti è sempre stato un accanito sostenitore così come del principio di universalità delle cure come imperativo della sanità pubblica. Lascia la moglie Lucia e due figlie, Giulia e Silvia. A loro e a tutti i familiari va l’abbraccio fortissimo e il cordoglio di tutta l’Aoup.
Per chi volesse rendergli omaggio, la camera ardente sarà allestita alla Pubblica assistenza a partire da domani, 31 marzo, dopo le 13.