Il Tirreno

Pisa

Violenza alla manifestazione

A Pisa la polizia ha picchiato anche studenti disabili: il racconto di un insegnante e le botte fuori dalla scuola


	Alcuni momenti della carica della polizia a Pisa
Alcuni momenti della carica della polizia a Pisa

Gli incidenti al liceo Russoli coincisi con l’ingresso posticipato degli studenti con disabilità

24 febbraio 2024
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PISA. «Vogliamo capire perché è successa una cosa del genere vicino a una scuola». Linda Luperini è la responsabile del sostegno a liceo artistico Russoli di Pisa che si trova in via San Frediano, l’epicentro degli scontri durante la manifestazione degli studenti per dire no alla guerra in Palestina. Il luogo delle manganellate ai ragazzi che hanno fatto il giro del web e che sono state scagliate proprio mentre alcuni ragazzi disabili stavano entrando a scuola. Al parapiglia si è aggiunta una situazione surreale in cui qualche studente disabile in carrozzina è stato fatto spostare, idem i genitori e gli insegnanti. Mentre un paio di ragazzi sono finiti in mezzo alla violenza, rimediando botte. «Era il momento dell’ingresso posticipato e concordato dei ragazzi disabili – riprende l’insegnante – e proprio in quel momento è scoppiato il caos. Non entro nel merito della manifestazione, ma è assurdo che tutto questo sia successo proprio di fronte a una scuola».


Sconcerto
Una vicenda che ha portato gli insegnanti e genitori del Russoli, ma anche quelli del Buonarroti e del Dini a scrivere comunicati di condanna. «Siamo rimasti sconcertati da quanto accaduto in via San Frediano, di fronte alla nostra scuola – dicono i prof del Russoli –. Studenti per lo più minorenni sono stati manganellati senza motivo perché il corteo che chiedeva il cessate il fuoco in Palestina, assolutamente pacifico, chissà mai perché, non avrebbe dovuto sfilare in piazza Cavalieri. Gli agenti in assetto antisommossa avevano chiuso la strada e attendevano i ragazzi con scudi e manganelli, mentre dalla parte opposta le forze dell’ordine chiudevano la via all’altezza di piazza Dante. In via Tavoleria un’altra squadra con scudi e manganelli». E ancora: «Senza neanche trattare con gli studenti o provare a dialogare, abbiamo assistito a scene di inaudita violenza. Ci siamo trovati ragazze e ragazzi delle nostre classi tremanti, scioccate, chi con un dito rotto, chi con un dolore alla spalla o alla schiena per manganellate gentilmente ricevute, mentre una quantità incredibile di volanti sfrecciava in via Tavoleria. Come educatori siamo allibiti di quanto successo».

Preoccupazione
«Come genitori e come cittadini proviamo indignazione per i fatti accaduti stamattina in via San Frediano. Il diritto di manifestare le proprie idee è un principio costituzionale che gli studenti di una scuola superiore devono, oltre che apprendere sui libri, vedere rispettato e garantito dalle tutte autorità preposte – scrivono dal consiglio d’istituto del Buonarroti –. Invece, gli studenti della nostra città che sono usciti per esprimere pacificamente le proprie idee a supporto di persone innocenti che una guerra sta uccidendo, hanno subito un vero e proprio agguato e un’aggressione a freddo da parte delle forze dell’ordine». E poi, «come genitori membri di un organo di un’istituzione scolastica, esprimiamo forte preoccupazione per questo attacco ad un civile esercizio di libertà di espressione. Ci auguriamo che il mondo della scuola cittadino si mobiliti e che i responsabili di quanto accaduto vengano identificati e puniti».

Richieste
Le famiglie degli studenti che frequentano il liceo Dini, invece, chiedono «ai responsabili della gestione dell’ordine pubblico di rendere conto dei fatti accaduti, chiediamo al sindaco ed al consiglio comunale di condannare quanto è accaduto, chiediamo al mondo della scuola ed alle sue componenti, tutte, di farsi sentire, di far sentire la voce di chi vuole opporsi ad una deriva autoritaria ed al restringimento delle libertà fondamentali». In più, domandano «ai responsabili della gestione dell’ordine pubblico di rendere conto dei fatti accaduti, chiediamo al sindaco ed al consiglio comunale di condannare quanto è accaduto, chiediamo al mondo della scuola ed alle sue componenti, tutte, di farsi sentire, di far sentire la voce di chi vuole opporsi ad una deriva autoritaria ed al restringimento delle libertà fondamentali».

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