Il Tirreno

Pisa

Il dibattito

«No a una maggiore flessibilità sul mercato del lavoro»

Clienti seduti al tavolo di un locale: la ristorazione è uno dei  settori con più difficoltà a trovare addetti
Clienti seduti al tavolo di un locale: la ristorazione è uno dei settori con più difficoltà a trovare addetti

Dibattito dopo l’allarme delle categorie che non trovano personale

08 agosto 2022
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PISA. «Ma quale maggiore flessibilità! Se non si trovano lavoratori la colpa è della mancata tutela dei diritti». Così i rappresentanti di Una Città in Comune e Rifondazione Comunista replicano al direttore di Confcommercio di Pisa e provincia, Federico Pieragnoli, il quale – facendosi portavoce delle difficoltà che decine e decine di attività stanno incontrando nel reperimento di personale, aveva elencato una serie di proposte per risolvere il problema. Proposte che Una Città in Comune e Rifondazione giudicano però inaccettabili. «Una maggiore flessibilità del mercato del lavoro e una riduzione del costo del lavoro sono proposte semplicemente irricevibili – affermano – e tutte interne alle logiche liberiste che vedono nel profitto l'unico fine supremo. La motivazione per cui non si trovano lavoratori e lavoratrici nel settore della ristorazione e del turismo è molto semplice: salari da fame, sfruttamento intensivo della manodopera, mancanza di diritti, orari di lavoro insopportabili, condizioni anche di lavoro nero fino ad arrivare ai casi limite di quanto accaduto a Soverato in cui una lavoratrice è stata picchiata dal datore di lavoro per aver chiesto quanto gli spettava. Si continuano a chiedere deregolamentazioni in settori in cui oggi i lavoratori sono ipersfruttati e giustamente si rifiutano di sottostare a condizioni inaccettabili. Servono controlli per estirpare lavoro nero e sfruttamento, serve un salario minino, serve una politica che cancelli la giunta di contratti che permettono di utilizzare i lavoratori come una merce».

«Confcommercio rilancia un pacchetto di proposte che respingiamo in toto e che sono tutte interne ad una propaganda che da mesi viene portata avanti contro le lavoratrici e i lavoratori che chiedono salari, diritti e tutele – continuano i due partiti – Siamo davanti a proposte in perfetta linea con il modello contenuto nel decreto concorrenza che provocherà nuovo precariato, compressione dei salari, perdita di diritti. Pensiamo vada rovesciato il paradigma bipartisan del neoliberismo con una proposta di reale alternativa».
 

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