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La testimonianza

Pisa, vigilantes in presidio: «Mi hanno accoltellato e cercato di investirmi»

Sara Venchiarutti
Pisa, vigilantes in presidio: «Mi hanno accoltellato e cercato di investirmi»

La protesta della categoria per stipendi e sicurezza

07 agosto 2022
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PISA. La questione è soprattutto, ma non solo, salariale. Riguarda anche la sicurezza. Perché di fronte all’Eurospin di Porta a Mare, a Pisa, «noi addetti alla vigilanza facciamo anche più del nostro dovere. Oltre a controllare chi ruba – racconta il delegato sindacale di SI-Cobas Mboup Mohamed Nabi, che qui lavora come vigilante dal 2008 – dobbiamo fronteggiare anche vere e proprie organizzazioni di ladri, persone con problemi di droga. Una volta mi hanno accoltellato alla mano, mentre in un’altra occasione mi hanno aspettato fuori, nel parcheggio, per cercare di investirmi con la macchina».

La “ciliegina” su una torta composta da forme contrattuali che i lavoratori dell’accoglienza e vigilanza nei supermercati Eurospin, impiegati da un'azienda esterna, stanno contestando a livello nazionale. Ieri mattina, di fronte alla sede di Porta a Mare, un presidio e due giorni di sciopero (ieri e oggi) al grido di «Il lavoro va pagato». «Dopo l’ultimo cambio di appalto a marzo, a tre mesi di distanza – spiegano i delegati sindacali SI - Cobas – non abbiamo ricevuto neppure il Trattamento di fine rapporto (Tfr), nonostante l’azienda uscente e quella entrante abbiano lo stesso ufficio e gli stessi recapiti. E a ogni cambiamento c’è stato un peggioramento in termini di paga, senza contare che in questo modo perdiamo anche l’anzianità». A pesare sono soprattutto i compensi. «Si parla di contratti – spiega Luca Toscano dei S.I Cobas – ma è sfruttamento legalizzato. È stato infatti applicato il contratto, nazionale e regolare, relativo ai “servizi fiduciari”, che prevede un compenso di 5,70 euro lordi all’ora. Nelle buste paga, facendo un full time, si può arrivare a 800 euro. Però l’altro aspetto è che questi impiegati sono assunti con un part time al 13%, a 6 ore settimanali, senza quindi alcuna garanzia di poter lavorare di più. In più – continua – l’azienda ha fatto un accordo integrativo che va in deroga al contratto nazionale in modo peggiorativo, per esempio per quel che riguarda le ore supplementari, senza maggiorazione».

Stesso discorso per i giorni festivi, aggiungono i lavoratori che, soltanto per il supermercato di Porta a Mare, sono due. «Avevamo chiesto un incontro alla ditta – sottolinea Mboup Mohamed Nabi – e all’inizio eravamo stati rifiutati. Poi, dopo diversi giorni di sciopero, avevano accettato di incontrarci il 5 agosto. Però due giorni prima dall'azienda hanno annullato tutto, senza dare spiegazioni». In ogni caso la protesta non si fermerà, promette la sigla sindacale. Ben precise le richieste: dal pagamento immediato del Tfr agli aumenti di salario, dalla trasformazione dei contratti part time e a chiamata a buste paga corrette e a turni di riposo adeguati al recupero delle energie psicofisiche. «Lo sciopero – conferma Toscano – sta continuando a livello nazionale in più di 20 supermercati. Andremo avanti e, se non ci sarà una revisione delle posizioni, continueremo la protesta di fronte ai punti vendita, anche con l’obiettivo di sensibilizzare la clientela».
 

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