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Metropolitan, il dramma della chiusura del cinema-teatro. Il gestore: «Noi costretti a licenziare, l’umanità è sparita»
La cooperativa Nuovo Metropolitan è sull’orlo del fallimento. Il gestore: «Interrotto il dialogo con la giunta». Antonio Loiero chiede chiarezza: «Non so se siamo ancora i gestori»
PIOMBINO. All’indomani della Quarta Commissione consiliare, in cui l’assessore ai Lavori pubblici Marco Vita e il dirigente ai Lavori pubblici del Comune di Piombino, Stefano Vivarelli, hanno risposto alle varie critiche e spiegato le ragioni per cui è stato chiuso a luglio scorso il cinema teatro Metropolitan, torniamo a parlare dell’aspetto umano della vicenda. La cooperativa Nuovo Metropolitan è sull’orlo del fallimento, con alcuni dipendenti già licenziati e, oltretutto, nel mezzo di un’incertezza: è ancora gestrice del cinema teatro o no?
A porsi la domanda è Antonio Loiero, vicepresidente della stessa cooperativa. «Sono uscito dalla Quarta Commissione più confuso di prima – dice Loiero –. Si dice che potrebbe avvenire il cedimento improvviso di alcune pareti, ma al contempo che non c’è un rischio imminente di crollo. Qual è l’intervento da fare? Non lo si è capito».
Torniamo alla domanda di prima: ma la cooperativa è ancora gestrice del Metropolitan oppure no? «Noi – spiega Loiero – fino al 2022 affittavamo lo stabile al Comune: con un contratto di locazione, non con un contratto di gestione. Abbiamo riempito lo stabile con le nostre attrezzature e i nostri lavoratori. Il contratto d’affitto è scaduto nel 2022. L’amministrazione voleva regolarizzare il contratto tramite bando, noi non fummo contrari. Ma valutando che l’attrezzatura era nostra e che si sarebbe perso tempo, è stato prorogato il contratto. Da affitto di locazione ad affitto aziendale fino al settembre 2024, con la clausola che se il Comune avesse rilevato criticità nella struttura, avrebbe potuto chiudere le attività e rescindere il contratto. La stagione teatrale rischiava di saltare».
A questo punto, ecco che «il Comune ci propone un’altra proroga fino ad aprile 2025. L’abbiamo accettata per dare la possibilità all’amministrazione stessa di fare i passaggi necessari e per dare un servizio alla cittadinanza con un’altra stagione cinematografica e teatrale. Poi avevamo saggi e altri eventi al di fuori del cartellone. Abbiamo provato a chiedere una proroga fino a giugno 2025 per non perdere i saggi di danza, lo spettacolo dell’Avis e altro – prosegue il vicepresidente della cooperativa –. Ma mentre l’amministrazione ancora doveva decidere e non avevamo risposte, noi abbiamo perso tutti gli spettacoli». Che prosegue: «Ci arrivò una Pec in cui ci comunicarono la proroga alle stesse condizioni. Ci dissero di rispondere subito accettandola, con lo stesso vincolo legato ad eventuali criticità. Chiedemmo di contrattualizzare la proroga fino a giugno 2026».
Fa chiarezza il vicepresidente: «Ci inviarono una bozza, ma poi ci dissero che c’era stato un errore e che il contratto andava fatto da un notaio esterno. Era fine aprile scorso. In attesa di ricevere il contratto da firmare, proseguimmo solo col cinema. Dal 5 al 9 maggio vennero i tecnici per le verifiche. Noi proseguimmo con l’attività di cinema con la proroga che avevamo accettato per Pec fino a giugno 2026. Finché il 25 luglio, tramite Pec, ci hanno comunicato la chiusura».
Da qui, la risposta alla domanda sulla gestione. «In teoria noi siamo ancora gestori, ma nella Pec del 25 luglio ci viene riferito che non è stato firmato il contratto di proroga e che quindi è da ritenersi nullo – afferma Loiero–. Noi abbiamo lavorato fino al 22 luglio e nessuno ci ha detto niente».
Il vicepresidente della Nuovo Metropolitan sostiene anche di aver richiesto più volte incontri con l’amministrazione, con cui il dialogo prima era pressoché quotidiano, ma di non aver più ricevuto alcuna risposta. «Allo stato attuale e nonostante l’invito a sgomberare i locali – dice – non sappiamo se siamo ancora gestori o no. Dovremmo informarci tramite dei professionisti. C’è un fattore incontestabile: la cooperativa sta fallendo e abbiamo licenziato dipendenti. Questo è quanto».
Loiero poi fa una riflessione amara. «Il lato umano – afferma – è ciò che ci affligge di più: nessuno si è più fatto sentire. Vogliamo mantenere la cooperativa in piedi nel rispetto di chi in questi anni ci ha messo fatica, lavoro e soldi. Una condizione che poteva essere evitata, se ci fosse stato un dialogo».
