Il Tirreno

Il caso

Addio alle ultime Figlie della Carità: dopo 120 anni le suore lasciano Porto Azzurro

di Luigi Cignoni

	Le Figlie della Carità, suor Rita e suor Gemma
Le Figlie della Carità, suor Rita e suor Gemma

A pesare è la crisi delle vocazioni, le consorelle richiamate dalla Superiora

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PORTO AZZURRO. Dopo 120 anni finisce la storia della Compagnia delle “Figlie della Carità” di San Vincenzo de’ Paoli sull’isola. Le ultime due religiose rimaste a Porto Azzurro, suor Rita e suor Gemma - quest’ultima all’Elba da 34 anni, come insegnante alla scuola materna del Poggetto dal 1991 al 2022, anno in cui fu chiusa la scuola parificata -, lasceranno definitivamente l’Elba all’inizio di luglio.

«Questo ordine religioso non ha più suore – dice il sindaco di Porto Azzurro Maurizio Papi –. Per mantenere una loro succursale all’Elba è richiesto dal loro regolamento che siano almeno tre consorelle». Un ritorno alla Casa madre. I portoazzurrini vivranno le stesse situazioni che li videro protagonisti quando la Reverenda Madre suor Maria Rosaria Matrenga della Compagnia delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, richiamò suor Silvia e suor Maristella nel luglio 2022 per sopraggiunti limiti di età. Niente faceva supporre che quello fosse il primo atto di un progetto di ristrutturazione, ridimensionamento e accorpamento delle sezioni delle Figlie della Carità. «C’è solo una suora novizia – rivela Papi – nel seminario di formazione. È davvero un problema e dobbiamo prenderne atto». Il sindaco aveva battuto tutte le strade pur di far rimanere le suore al Poggetto, confidando alla Madre Superiore che erano diverse le religiose sepolte nel cimitero comunale. Ma si è arrivati ai titoli di coda.

«Tutto ebbe inizio – dice Fabrizio Grazioso, storico locale – la mattina del Primo Maggio del 1905, quando il vapore giunse nella rada di Portolongone. Sulla banchina c’era schierato tutto il paese, con don Eugenio Perez in prima fila e le benemerite del Comitato in seconda. Si aspettava che scendessero le “Figlie della Carità”, suor Maria, suor Vincenza e suor Antonietta, nel loro lungo abito blu, la “cornetta” inamidata e valigie di cartone piene di libri». Il sindaco Papi è rammaricato. «Nel tempo hanno dato prova del loro impegno educativo, offerto esempi di carità nei confronti dei più bisognosi, un vero punto di riferimento per la nostra comunità». Nota positiva è l’asilo nido del Poggetto, vero fiore all’occhiello delle suore, che è pronto per aprire i battenti. È il seme lasciato dalle suore. «Contiamo di aprire l’asilo fra poche settimane – conclude Papi – per aiutare chi in questo periodo prova a lavorare nelle strutture alberghiere dell’isola».


 

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