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Piombino, chiude dopo 24 anni negozio di abbigliamento per bambini: «Così non posso andare avanti»

di Cecilia Cecchi

	I cartelli della svendita coprono le vetrine di Miki Kids e la titolare Michela Ciucci in negozio
I cartelli della svendita coprono le vetrine di Miki Kids e la titolare Michela Ciucci in negozio

Scelta dolorosa per Michela Ciucci: «Online e grandi catene ci schiacciano»

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PIOMBINO. Le vetrine luminose e colorate di Miki Kids, negozio di abbigliamento per bambini in via della Repubblica 16 a Piombino, sono già coperte dai cartelloni dei super scontissimi e si spegneranno per sempre il prossimo 21 dicembre. Un’altra attività commerciale che abbassa la saracinesca nel centro città. Michela Ciucci, che ne è titolare e “cuore”, racconta con amarezza il difficile percorso che l’ha portata a questa decisione.

La storia

«“Quando un bambino entra nel mio negozio, mi dimentico di tutto, anche di me stessa! ” questo avevo detto, posando per una serie di scatti in bianco e nero realizzati da Debora Cortopassi nel 2021 – ricorda – . Erano i mesi della pandemia, e quelle immagini immortalavano con delicatezza il lavoro e la resilienza di artigiani e commercianti, allora determinati a guardare al futuro con speranza. Per me è ancora così ma troppe cose sono cambiate». Michela ripercorre la sua storia lavorativa: «Ho iniziato come commessa da MaMi, in via Leonardo da Vinci, nel 2001. Nel 2010 ho rilevato l’attività e, nel 2014, mi sono trasferita in viale della Repubblica». Avventura imprenditoriale che l’ha vista sempre in prima linea, fino a oggi, quando il peso delle difficoltà economiche e di salute è diventato insostenibile.

I motivi

Una città in crisi e lo spettro dell’online. «Piombino è in condizioni difficili, e noi piccoli negozi ne paghiamo il prezzo» spiega. L’impatto delle vendite online ha stravolto le dinamiche commerciali.

«Una volta entrava la mamma con la nonna, e insieme acquistavano il guardaroba completo per i bambini: magliette, giacconi. Oggi, invece, si compra su internet. Vengono in negozio per far provare i capi o per fotografarli e poi cercarli online. Il nostro lavoro è stato dimezzato. Le grandi catene ci hanno messo in ginocchio: sono ovunque, da Parigi, a Madrid e qui. Non si può competere con i loro sconti e offerte».

Michela descrive il circolo vizioso che porta sempre più negozi a chiudere: «Con gli sconti i margini si azzerano. Dove va il guadagno di chi ha un piccolo negozio? Non possiamo permetterci di abbassare così i prezzi». Alle difficoltà economiche si sommano i problemi di salute che, a 55 anni, non le permettono più di sostenere i ritmi del lavoro. «Mi sono sottoposta a tre operazioni per una protesi all’anca e ora dovrò operarmi sull’altra – dice – . Non riesco più a stare al banco tutto il giorno. Non posso permettermi un dipendente a tempo indeterminato che mi sostituisca con incassi minimi».

La data

Chiudere, una decisione che le spezza il cuore: «Dopo 24 anni in questo settore, non mi vedo in un’altra veste. Ho sempre amato questo lavoro, ma sono costretta a tirare giù la saracinesca. Mi auguro di poter pensare a qualcosa di nuovo quando starò meglio». La chiusura di Miki Kids rappresenta l’ennesima ferita per il tessuto commerciale di Piombino, già messo a dura prova dalla crisi economica e dai cambiamenti nelle abitudini di consumo. Non si tratta solo della fine di un’attività, ma anche della perdita di un punto di riferimento per molte famiglie, “cresciute” con i consigli e la passione di Michela. Il 21 dicembre sarà un giorno triste, segnato dalla fine di un capitolo importante per la città e per chi, come Michela, ha dedicato tanta parte della vita al commercio con amore e dedizione.  

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