Il Tirreno

L’indagine

Piombino, giallo di via L’Hermite: il 49enne pestato ai Diaccioni è ancora in terapia intensiva

di Gabriele Buffoni

	I soccorsi nel giorno dell’incendio in via L’Hermite
I soccorsi nel giorno dell’incendio in via L’Hermite

L’uomo deve ancora rilasciare la sua testimonianza. I carabinieri continuano a indagare sulla rete di contatti che collegano la vittima del pestaggio e il 24enne arrestato

30 giugno 2024
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PIOMBINO. È ancora in terapia intensiva il 49enne pestato e lasciato a terra in fin di vita lungo via del Crinale, ai Diaccioni.

E purtroppo anche i carabinieri non possono far altro che attendere un miglioramento che fino a questo momento è rimasto unicamente nelle speranze degli investigatori. L’uomo infatti è sveglio e stabile. Ma anche tristemente stazionario. E le botte ricevute – con ferite tanto gravi da indurre i medici dell’ospedale di Cecina a mantenerlo in coma farmacologico per nove giorni prima di tentare di risvegliarlo – sembrano aver lasciato pesanti strascichi su di lui, al punto che ancora non ha ripreso appieno le sue facoltà. Neppure, secondo quanto si apprende dalle indiscrezioni sul caso, per riuscire a parlare con gli inquirenti e rilasciare la sua testimonianza su quanto accaduto.


Di fatto quindi resta ancora del tutto aperto e senza una soluzione definitiva il giallo che nel pomeriggio dello scorso 23 maggio ha preso vita con l’incendio nell’appartamento di via L’Hermite. Culminando nel brutale pestaggio ai Diaccioni, la sera stessa del rogo, nel quale a finire in fin di vita è stato proprio il principale sospettato dell’incendio. Le indagini dei carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Piombino – insieme ai militari del nucleo investigativo di Livorno – hanno portato per il momento a un solo arresto: quello di Giovanni Farace, il titolare della pizzeria dove il 49enne aveva lavorato per un breve periodo in prova. Soggiornando come ospite nell’appartamento di via L’Hermite, di proprietà dell’altro socio di Farace.

Il pubblico ministero Giuseppe Rizzo ha disposto il fermo dell 24enne campano ritenendolo indiziato per il reato di tentato omicidio e ipotizzando il pericolo di una sua fuga. Dall’inizio di giugno per questo Farace si trova in una cella del carcere Le Sughere di Livorno. Ma insieme a lui – secondo quanto riportato dalle duedonne che hanno ritrovato il 49enne nudo e sanguinante a terra, mettendo di fatto in fuga i suoi assalitori – ci sarebbe un secondo uomo. Ed è su questa figura che da un mese i carabinieri stanno indagando, cercando di ricostruirne l’identità e affidare al pm Rizzo elementi validi per sostenere l’accusa. In assenza della testimonianza della vittima del pestaggio quindi gli inquirenti stanno continuando a ricostruire la rete di contatti che unisce il 49enne e Farace, senza escludere (almeno per adesso) alcuna pista. 

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