Il Tirreno

La stagione turistica

Piombino, da 20Eventi a poche serate «Sarà un’estate di transizione»

di Gabriele Buffoni

	Il pubblico al piazzale d'alaggio nel 2022 in occasione del concerto di Irama durante 20Eventi (foto Paolo Barlettani)
Il pubblico al piazzale d'alaggio nel 2022 in occasione del concerto di Irama durante 20Eventi (foto Paolo Barlettani)

La rassegna si ferma per un anno, il sindaco: «La ripenseremo»

30 giugno 2024
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PIOMBINO. Il piatto piange. O meglio, a soffrire appare piuttosto il calendario degli eventi estivi. Con una vittima illustre: il Festival 20Eventi, del tutto scomparso dalla programmazione dell’estate piombinese. «Sarà un anno di transizione, dovuto principalmente al fatto che c’erano le elezioni – spiega il sindaco Francesco Ferrari – ma che sfrutteremo per ripensare il festival in vista del 2025».

Resta il fatto però che nella stagione dell’incoronazione di Piombino come città capace di sfondare il tetto del milione di visitatori, l’elenco degli eventi previsti per attirare turisti in città – e provare a creare un circuito virtuoso anche per le attività commerciali (quantomeno quelle del centro storico, che hanno beneficiato negli anni passati della ricaduta del festival) – sia ridotto allo stremo. Basta visitare il sito ufficiale del Comune di Piombino per scorrere le pagine di un calendario completamente vuoto. D’altro canto il Festival 20Eventi (nato in epoca Covid e poi sviluppatosi nelle edizioni successive fino a sfondare il tetto delle 27mila presenze nel 2023) negli ultimi anni è stato la manifestazione “di bandiera” delle estati piombinesi. Costata circa mezzo milione di euro (i dati sono del 2023) ma capace – tra le polemiche e le aspre critiche dei suoi detrattori – di essere un veicolo attrattivo notevole, anche alla luce della gratuità della maggior parte dei suoi appuntamenti: nelle quattro edizioni che si sono tenute al piazzale d’alaggio infatti il pubblico è di fatto raddoppiato con tante serate che hanno fatto registrare il tutto esaurito. Un risultato che ha sempre spinto l’amministrazione Ferrari a difendere la manifestazione, con l’allora assessora al turismo e alle attività produttive Sabrina Nigro che a più riprese ne ha sottolineato l’importanza promozionale per la città.

Ma allora perché cancellarlo dall’estate 2024? «Questo è un anno particolare, c’erano le elezioni in programma – spiega il sindaco Francesco Ferrari, contattato dal Tirreno – come amministrazione uscente abbiamo deciso di non vincolare così tante risorse come avrebbe richiesto 20Eventi: sarebbe stato un investimento che in qualche modo avrebbe pregiudicato il lavoro della nuova giunta. L’abbiamo ritenuto un gesto di correttezza istituzionale nei confronti di chi sarebbe stato scelto per guidare la città, dato che avrei potuto non essere io. È lo stesso motivo – spiega – per cui abbiamo lasciato un avanzo di bilancio da 2,8 milioni di euro in cassa». Eppure questa decisione qualcosa ha pregiudicato: l’estate 2024 a Piombino di eventi non ne avrà. O meglio, ne conterà pochi. «Stiamo lavorando per organizzare comunque qualcosa, anche fuori dalla cornice di un festival vero e proprio – assicura Ferrari – di certo non partiranno a luglio: per organizzare una manifestazione come 20Eventi bisogna partire con largo anticipo. Verosimilmente si può pensare a qualche evento al piazzale d’alaggio nella seconda parte di agosto e a settembre. Ma intanto – spiega – stiamo lavorando già anche alla prossima estate».

L’obiettivo dichiarato è infatti quello «di ripensare un festival come 20Eventi in una veste nuova – dichiara il sindaco – questo sarà un anno di transizione che ci permetterà di ricalibrare la manifestazione a una Piombino nuova, che non è più quella del Covid quando nacque 20Eventi ma un centro che ha già ottenuto una promozione importante del suo territorio proprio grazie a quella vetrina che fu pensata in quel contesto. Non voglio fare troppo anticipazioni – spiega Ferrari – perché sarebbe prematuro ma l’idea è quella di diminuire i costi dell’investimento cercando ovviamente di non abbassarne la qualità: questo si può tradurre con una riduzione della spesa per i singoli artisti, modificando anche il numero di eventi, e con l’introduzione della bigliettazione».

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