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Economia

Piombino, le paure sullo choc per il mercato dell’acciaio e la questione dei rottami

di Luca Centini
Piombino, le paure sullo choc per il mercato dell’acciaio e la questione dei rottami

Le aziende siderurgiche temono uno contraccolpo del mercato, ma i dati dicono altro

08 giugno 2024
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PIOMBINO. L’aumento consistente della produzione di acciaio da oggi all’orizzonte del 2030 con la realizzazione di nuovi forni elettrici, compreso quello della acciaieria Metinvest - Danieli che si intende realizzare a Piombino, sarà assorbito in larga parte dall’incremento dell’utilizzo di DRI (pre-ridotto) come materia prima, ma anche da una crescita notevole della disponibilità di rottame, ottenuto alla fine del ciclo di vita dei prodotti in acciaio.

È la fotografia scattata dall’ufficio studi di Siderweb, il portale specializzato in siderurgia.

Lo studio, di fatto, delinea in maniera puntuale il contesto entro cui si dovrà concretizzare l’investimento della newco italo-ucraina che intende realizzare in città il Digital Green Steel Project, impianto capace di produrre 2,5 milioni di tonnellate annue di acciaio e, una volta a regime, in grado di ridurre di quasi la metà l’import di nastri di acciaio, oggi in Italia pari a 6,6 milioni di tonnellate l’anno.

L’ingresso di un nuovo player così importante nel mercato della siderurgia italiana comporterà uno “shock” sul mercato del rottame e, di conseguenza, altererà gli equilibri nella filiera dell’acciaio nazionale? La domanda è la stessa che a Piombino rimbalza ormai da anni quando si discutono possibili progetti di rilancio del sito siderurgico.

Del resto il tema del reperimento rottame, oltre a quello dei costi energetici, è finito proprio in queste ore al centro di un incontro tra alcuni dei più rappresentativi imprenditori siderurgici dello scenario nazionale e il ministro alle imprese e al Made in Italy Adolfo Urso.

Rottame e concorrenza

Ma siamo certi che il nuovo sito siderurgico metterebbe in difficoltà le altre aziende siderurgiche, creando un problema concreto, legato all’approvvigionamento di rottame? Lo studio di Siderweb, in realtà, definisce uno scenario completamente diverso.

Di certo la produzione di acciaio da forno elettrico, grazie ai nuovi impianti programmati, salirà fino a 42,1 milioni di tonnellate nel 2030.

Di queste, tuttavia, 28,1 milioni di tonnellate saranno prodotte utilizzando come materia prima fondamentale DRI/HBI, mentre 14 milioni saranno prodotte utilizzando principalmente rottame. Una quota di utilizzo consistente, dovuta all’aumento della produzione dei forni elettrici tradizionali, alla diminuzione della produzione di acciaio da impianti a ciclo integrale e all’aumento dell’uso di rottame nei forni elettrici di nuova generazione la cui carica può essere fatta solo fino all’80% con preridotto, mentre il restante 20% da rottame.

Tuttavia, secondo i dati elaborati dal portale specializzato in siderurgia Siderweb, la disponibilità di rottame non sarà un problema. Anzi, la quota aumenterà dagli 84,3 milioni di tonnellate registrate nel 2022 a 102,9 milioni di tonnellate previste nel 2030, con un aumento di 18,6 milioni di tonnellate. Un incremento dovuto per circa il 70,4 per cento al post consumer scrap, ovvero al rottame ottenuto alla fine del ciclo di vita dei prodotti in acciaio.

Il progetto Piombino

La questione della disponibilità di rottame è stata già affrontata dalla newco Danieli - Metinvest che ha provveduto a fornire al ministero alle imprese e al Made in Italy studi al riguardo. Il Digital Green Steel Project prevede che l’80 per cento del fabbisogno di rottame sarà importato attraverso la porta di accesso del porto. Questo in attesa che siano costruiti dei nuovi impianti di DRI in Ucraina o in altri luoghi disponibili in Paesi dell’area mediterranea, in modo da aumentare la percentuale di carica di DRI in modo da massimizzare l’utilizzo del minerale di ferro, asset principale di Metinvest.

Insomma, i dati parlano chiaro: la nuova acciaieria non produrrebbe alcuno shock sul mercato del rottame sul territorio nazionale.  

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