Il Tirreno

Il lutto

È morto Enrico Favilli: San Vincenzo piange “Pippo”, il primo mister di Mazzarri

di Luca Centini

	Enrico Favilli da allenatore e nelle vesti di calciatore 
Enrico Favilli da allenatore e nelle vesti di calciatore 

Da calciatore ha indossato maglie prestigiose, arrivando fino in serie C, con Spezia, Carrarese, Olbia, Salernitana, Piombino e San Vincenzo. Poi la carriera in panchina

21 maggio 2024
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SAN VINCENZO. Il pallone l’ha sempre avuto nel sangue. E quella passione che un tempo inseguiva con le scarpette ai piedi e poi in panchina da allenatore l’ha coltivata fino agli ultimi giorni della sua vita. Nella mattina di martedì 21 maggio, nella chiesa di San Vincenzo, erano tanti gli amici – molti dei quali appassionati di calcio – che hanno dato l’ultimo saluto ad Enrico Favilli.

Addio “Pippo”

“Pippo”, così era conosciuto nei campi da calcio, aveva 85 anni. Non stava bene da tempo a causa di una malattia che lo aveva costretto in sedia a rotelle. Fino a quando, nella notte tra domenica 19 e lunedì 20 maggio, il mister non ce l’ha più fatta ed è morto nella sua casa in località Acquaviva, a San Vincenzo. Favilli era un pezzo della storia calcistica del nostro territorio. E non solo. Basti pensare che la notizia della sua morte è rimbalzata fino alla Sardegna, dove ancora in tanti lo ricordano come centrocampista tuttofare dell’Olbia che, agli ordini del mister Palleddu Degortes, conquistò una storica promozione in Serie C nel 1968. Altri tempi, un calcio diverso e di certo più romantico. Oggi si parla di scouting, algoritmi utilizzati per selezionare i giocatori, Pippo Favilli invece conservava in casa una mole impressionante di fogli e appunti scritti a mano sui calciatori, le loro statistiche e caratteristiche tecniche. Un approccio umano al gioco più bello del mondo che Pippo ha sempre dimostrato, sia da calciatore che da allenatore.

In campo

Centrocampista con i piedi buoni, corsa e grande duttilità. Favilli era il tipo di giocatore che un mister avrebbe sempre voluto avere nella sua squadra. Ha indossato maglie prestigiose, arrivando fino in serie C, con Spezia, Carrarese, Olbia, Salernitana, Piombino, San Vincenzo. Diventare allenatore è stato una sorta di passaggio naturale per un uomo di calcio così appassionato. La carriera in panchina è stata buona: Pippo ha allenato in Sardegna il Calangianus e per un breve periodo anche l’Olbia, la squadra che lo ricorda ancora come una bandiera da calciatore. Poi, giusto per citare altre squadre che lo hanno visto all’opera, la Volterrana, il Piombino, la Campese. il Donoratico e il S. Vincenzo.

Con il piccolo Walter

È stato lui il primo allenatore di Walter Mazzarri, il sanvincenzino che è arrivato al top come calciatore e soprattutto come allenatore di grandi squadre di Serie A. Favilli sapeva creare un rapporto speciale con i suoi calciatori. Schietto, senza peli sulla lingua, battuta sempre pronta e una grande umanità, oltre che preparato tecnicamente. Nessuno, tra i suoi ex calciatori, può scordare i suoi “siparietti”, come quello del “gatto mammone”, un modo tutto suo per consigliare accortezza in difesa e ripartenze fulminee. Come? Il mister dalla corporatura minuta si inginocchiava in spogliatoio e mimava le mosse del gatto che «aspetta, aspetta e poi...zac, colpisce! (simulando una zampata ndr)». E giù con le risate. Sì, perché il calcio in fondo è un gioco e, per quanto grande la passione possa essere, occorre sempre sdrammatizzare. Pippo lo sapeva fare bene. Favilli, in passato, ha lavorato nello stabilimento di Piombino, senza mai lasciare la sua carriera nel mondo del calcio. Ha operato come direttore tecnico del San Vincenzo e collaborato per il settore giovanile fino a quando il fisico glielo ha consentito. Lascia la moglie Fiorella, le figlie Enrica e Veronica, quattro splendide nipoti e tantissime persone che lo ricordano con piacere e gli volevano bene. Ciao mister Pippo, non ti dimenticheremo.

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