Il Tirreno

«Trovato l’angolo giusto non ci sono stati problemi: così l’abbbiamo abbattuto»

di Gabriele Buffoni
«Trovato l’angolo giusto non ci sono stati problemi: così l’abbbiamo abbattuto»

Il sopralluogo in quota di ieri mattina decisivo per il collasso

17 maggio 2024
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PIOMBINO. Una correzione per stabilire l’angolo giusto per il tiraggio con cui assestare il colpo di grazia all’Afo-4. È stata questa la scoperta che ieri mattina ha permesso alla ditta tedesca “F&R - Industriedemontage und Abbruch” (l’impresa incaricata della demolizione delle strutture dell’ex acciaieria) di riuscire al primo tentativo a far collassare su se stesso l’altoforno.

Ad avere un ruolo determinante nell’operazione è stato il sopralluogo effettuato ieri mattina, intorno alle 9, proprio nei pressi dell’Afo-4 inclinato ma non spezzato nonostante i tre tentativi di mercoledì. «Abbiamo svolto questi controlli diretti tramite piattaforme in quota che abbiamo avvicinato alla struttura – spiega il direttore generale di F&R, l’ingegner Francesco Mangani – ovviamente nessuno poteva salire ancora sull’altoforno: da quando l’abbiamo smosso, nel corso dei vari tentativi non sussistevano più le opportune condizioni di sicurezza per gli operai. Per cui ci siamo limitati a osservare quanto più vicino possibile la struttura per capire quale soluzione attuare». È così emerso con chiarezza “l’errore” del giorno precedente. Ovvero come l’altoforno – nonostante i sette punti di trazione previsti dal piano di demolizione, l’impiego di altrettanti escavatori e i tagli preliminari effettuati sia sul fronte anteriore che posteriore dell’impianto – abbia potuto resistere per ore alle sollecitazioni. Rifiutandosi di collassare al suolo.

«L’angolo di tiro andava corretto – spiega Mangani – ma non potevamo accorgercene senza un sopralluogo diretto come quello che abbiamo svolto ieri mattina. Notando che il pilastro di sostegno sul lato sinistro dell’altoforno era quello più prossimo al cedimento abbiamo corretto di alcuni gradi la disposizione dei cavi e dei mezzi così da esercitare la sollecitazione necessaria in maniera mirata». Detto fatto, al primo tentativo (ieri intorno alle 13,15), il gigante di ferro che ha rappresentato per anni il simbolo del passato produttivo di Piombino ha alzato bandiera bianca. «Ceduto quel sostegno – spiega il direttore generale della F&R – il peso stesso della sezione superiore dell’altoforno ha fatto il resto. Un’operazione conclusa con successo e di grande soddisfazione anche per la nostra proprietà, il cavalier Damiano Ferraro e suo figlio Giuseppe».

Ora i lavori nella zona dell’Afo-4 proseguiranno a ritmo serrato. «In una settimana, 10 giorni al massimo – spiega Mangani – concluderemo i lavori di smistamento dei rottami, portando a smaltimento quelli che non saranno riutilizzabili. Poi proseguiremo con le demolizioni – conclude – andando ad attaccare la base dell’altoforno: saranno eseguiti un taglio perpendicolare al terreno e un collasso per la parte anteriore mentre per quella posteriore (indirizzata verso il porto, nda) eseguiremo un altro taglio e due mini-collassi». Dopodiché, dell’Afo-4, non resterà più traccia.


 

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