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Un premio internazionale a Gabriele Ferri, l’uomo dei robot sottomarini

Un premio internazionale a Gabriele Ferri, l’uomo dei robot sottomarini

Piombino: il prestigioso riconoscimento sarà conferito dall’Ieee Oceanic Engineering Society per l’attività di ricerca sull’autonomia cooperativa applicata alle reti robotiche

01 aprile 2024
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PIOMBINO. Il piombinese Gabriele Ferri riceverà dalla Ieee Oceanic Engineering Society (Oes) il prestigioso premio Distinguished Technical Achievement Award per l’anno 2023 ad aprile a Singapore.

L’ Ieee oes, la società professionale internazionale di riferimento per la scienza e ingegneria oceanica, premierà Ferri per l’attività di ricerca sull’autonomia cooperativa applicata a reti robotiche marine. Ogni anno, questo prestigioso premio è conferito a un ricercatore per un contributo fuori dal comune nel campo dell’ingegneria oceanica. Per la prima volta, il riconoscimento e’ stato assegnato a un italiano. Gabriele è stato premiato per aver ricoperto un ruolo fondamentale nello sviluppo e dimostrazione di soluzioni di autonomia cooperativa per reti robotiche marine eterogenee, in grado di operare in sfidanti scenari sottomarini.

Innanzitutto, complimenti. Sono argomenti estremamente affascinanti e complessi. Può spiegarci meglio che significato ha questo premio?

«Grazie! Il premio riconosce la mia attività di ricerca nello sviluppare soluzioni di “autonomia cooperativa” per reti di robot sottomarine. Per autonomia cooperativa si intende la capacità dei robot di prendere decisioni comuni per migliorare le prestazioni dell’intero sistema. Ad esempio, i robot decidono in accordo le posizioni dove effettuare le loro misure per migliorare le prestazioni complessive della rete. Sono estremamente onorato di ricevere questo premio, che significa moltissimo per me. Da un lato è un riconoscimento da parte della comunità internazionale alla mia carriera e alla validità della ricerca condotta fino ad oggi. Dall’altro, ricevendolo quando sono ancora tutto sommato giovane, è uno sprone a intraprendere nuovi progetti e perseguire nuove idee in questo periodo estremamente interessante per lo sviluppo tecnologico, in particolare dell’intelligenza artificiale. Dotare i robot di capacità decisionali è infatti la tendenza della ricerca moderna. Tali capacità di intelligenza artificiale diventano essenziali in ambienti caratterizzati da severe limitazioni sulle comunicazioni, come ad esempio nello spazio o nell’ambiente sottomarino. In questi scenari è estremamente difficile controllare da remoto i robot, e solo sistemi capaci di prendere decisioni autonomamente possono rendere possibile l’utilizzo di reti di robot in diverse importanti applicazioni. In tutta la mia carriera, ed in particolare negli ultimi 10 anni al Centro Nato Sto per la Ricerca e Sperimentazione Marittima (CMRE) di La Spezia, ho cercato di affrontare e risolvere questi problemi. I risultati ottenuti hanno dimostrato che dotare i robot di intelligenza non solo aumenta l’efficacia delle reti, ma anche che tali soluzioni possono essere realmente utilizzate in scenari complessi. Il premio dimostra che la comunità internazionale ha riconosciuto e profondamente apprezzato gli sforzi fatti e i risultati ottenuti negli ultimi anni in molti esperimenti condotti in mare. Li ringrazio di cuore per questo».

Chi vuole ringraziare per il premio?

«Ogni premio così importante per una carriera è sempre il frutto di fortunati incroci tra persone. Voglio ringraziare con riconoscenza tutti i miei mentori e i collaboratori eccezionali che mi hanno accompagnato in questi anni. Devo anche ringraziare chi ha criticato la mia ricerca. Le critiche sono state l’incentivo decisivo a proseguire. Infine, la mia famiglia, che da sempre mi incoraggia nel perseguire le mie passioni e appoggia le mie decisioni. In particolare, vorrei dedicare questo premio alla memoria della persona che è sempre stata il mio più grande sostenitore, e ha ispirato la mia vita e carriera: mio padre Antonio. Sarebbe di sicuro orgogliosissimo e felicissimo di questo premio».

Da dove viene questa passione per la robotica? E come l’ha coltivata negli anni?

«Da bambino mio padre mi ha instillato molti forti interessi e passioni, che si sarebbero poi rivelati determinanti per la mia vita personale e professionale. La storia, l’arte e, in particolare, una grande curiosità e amore per i computer e la fantascienza. Unito a questo, crescere nella nostra bella Piombino ha inevitabilmente sviluppato la mia passione per il mare. Il fascino per l’ignoto e per le storie di fantascienza sono tipicamente le migliori fonti di ispirazione per i giovani robotici. Così lo è stato per me. Mi sono così laureato in Ingegneria Informatica con una specializzazione in robotica all’Università di Pisa nel 2003. Successivamente, dopo aver lavorato come Ingegnere del Software in un’azienda a Livorno, strane coincidenze nella vita mi hanno portato a licenziarmi e tornare alla vita accademica per intraprendere un dottorato in Scienza e Ingegneria Biorobotica congiuntamente alla Scuola Sant’Anna di Pisa e all’Imt Alti Studi di Lucca. Durante questo periodo, ho avuto l’opportunità di trascorrere un anno al Woods Hole Oceanographic Institution (Whoi) in Massachusetts, Usa, la più importante istituzione al mondo per l’ingegneria e le scienze oceaniche. Negli Stati Uniti ho lavorato a robot per la ricerca di sorgenti idrotermali nelle profondità oceaniche, rimanendo così sempre più affascinato dai misteri degli oceani. In quegli anni, è maturata definitivamente l’idea di studiare reti robotiche intelligenti che fossero capaci di compiere compiti utili nel mondo reale. Tale obbiettivo ha guidato le mie scelte successive, portandomi alla Scuola Sant’Anna, a lavorare prima al progetto DustBot, sviluppando una rete di robot urbani per la raccolta automatica della spazzatura, e poi al progetto Hydronet, in cui abbiamo realizzato una rete di catamarani autonomi per il monitoraggio delle acque. La mia via alla robotica marina era definitivamente segnata. Dal 2013, ricopro la posizione di Scienziato al centro Cmre di La Spezia, occupandomi di intelligenza artificiale per reti robotiche eterogenee sottomarine».

Cosa si sente di dire ai più giovani?

«Di studiare, di coltivare i propri interessi, di credere in loro stessi e di osare. Si dice spesso che i giovani d’oggi non abbiano interessi e volontà. La mia esperienza dice invece l’opposto. Ad esempio, i ragazzi che sono stati coinvolti con le gare che abbiamo organizzato a Piombino nel 2015 e nel 2017 sono stati eccezionali. Ciò che serve è una nazione che creda in loro, creda nella ricerca e li supporti meglio nel perseguire le loro ambizioni. Oggi, purtroppo, l’Italia non è così. Ma è nostro dovere cercare di migliorare le cose».

Parlava delle gare a Piombino. Che rapporto ha con la nostra città?

«Un rapporto fortissimo, direi viscerale. Torno sempre quando posso. Qui ho conservato gli amici di sempre. Per quanto sia bello viaggiare nel mondo, è sempre dolce ritornare in un posto che si riconosce come la propria comunità. Per me Piombino è questo, è casa. È talmente forte l’affetto per i nostri luoghi che cerco di portare Piombino nel mondo, raccontando ai colleghi stranieri dei suoi posti magnifici, dice sorridendo. E una delle mie più grandi soddisfazioni professionali e personali è stata l’essere riuscito a portare il mondo a Piombino. Come dicevo, abbiamo infatti organizzato due importantissime gare di robotica a Tor del Sale: euRathlon 2015 e la European Robotics League Emergency 2017. Questi eventi di robotica hanno visto la partecipazione di più di 140 ragazzi e più di 200 esperti internazionali di robotica che hanno visitato il nostro territorio. Sono state le prime gare al mondo, e per ora le uniche, in cui a squadre robotiche multi-dominio (aerei, marini e terrestri) si sono proposte missioni ispirate al disastro di Fukushima 2011 ambientate in uno scenario reale, come la centrale elettrica di Tor del Sale. La risposta della cittadinanza, delle scuole e del mondo del volontariato piombinese fu eccezionale, risultando in un grande successo che la comunità robotica internazionale, dal Giappone agli Stati Uniti, conosce e ricorda con piacere ad ogni occasione».

E i prossimi traguardi? Come si vede tra 10 anni?

«Tra 10 anni, vorrei ritrovarmi sereno e che le mie grandi passioni fossero ancora centrali nella mia vita. Spero di continuare a interessarmi di robotica e di avere un ruolo nella rivoluzione tecnologica a cui stiamo assistendo. Aiutando in qualche modo l’Italia, e, perché no, fare qualcosa anche per la nostra Piombino».  

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