Il Tirreno

L’intervento

Malore davanti alla caserma: chi è il carabiniere che lo ha salvato. Cosa è successo e i ringraziamenti

di Gabriele Buffoni
L’ingresso della caserma dei carabinieri di Piombino lungo via Giordano Bruno a Piombino: qui il 72enne ha accusato il malore (foto Paolo Barlettani)
L’ingresso della caserma dei carabinieri di Piombino lungo via Giordano Bruno a Piombino: qui il 72enne ha accusato il malore (foto Paolo Barlettani)

Piombino, sentendo le grida della moglie è accorso un maresciallo di 24 anni

21 febbraio 2024
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PIOMBINO. Trattiene a stento le lacrime Emanuele Lombardi. «Sicuramente non è ancora al meglio. Ma se oggi mio padre è ancora vivo lo deve solo all’intervento di quel giovane carabiniere. Il suo sangue freddo gli ha salvato la vita: senza di lui sarebbe morto su quel marciapiede». Il padre di Emanuele, il 72enne Claudio Lombardi (ex operaio in acciaieria e poi titolare di un’impresa per consegnare a domicilio l’acqua, ora in pensione), è stato infatti colpito domenica mattina da un improvviso malore cardiaco mentre stava passeggiando insieme alla moglie lungo via Giordano Bruno, proprio all’altezza dell’ingresso della caserma dei carabinieri della compagnia di Piombino. Una fatalità che nel suo caso è stata decisiva: a salvargli la vita infatti è stato il maresciallo Raffaele Pisacreta, 24 anni ma già comandante interinale della locale stazione dell’Arma. Lui e altri due militari sono infatti stati i primi a soccorrere Lombardi in quei drammatici momenti in cui l’uomo si trovava tra la vita e la morte.

Tutto è avvenuto domenica mattina, intorno alle 11. Lombardi sta passeggiando insieme alla moglie Iryna lungo il marciapiede di via Giordano Bruno diretto al cimitero. «Avevamo appena superato la porta della caserma – racconta la moglie – quando mi sono accorta che qualcosa non andava in Claudio: era rimasto indietro di un paio di passi, l’ho sentito fermarsi e mugolare, chinandosi come per un improvviso dolore alla gamba, o almeno così ho pensato. Ma non ho fatto in tempo a chiedergli niente: in un istante – spiega – l’ho visto accasciarsi contro il muro e poi a terra. È stato un incubo: mi sono precipitata su di lui, cercando di fargli il massaggio cardiaco. Ma non ho mai fatto alcun corso di pronto intervento e non sapevo bene come fare, così mi sono messa a gridare per chiedere aiuto».

Sono proprio le grida disperate della donna ad attirare l’attenzione dei carabinieri. Pisacreta in quel momento è libero dal servizio ma insieme ad altri due colleghi si precipita fuori per soccorrere il 72enne. Uno dei tre carabinieri, comprendendo la gravità della situazione, torna all’interno della caserma per prendere il defibrillatore in dotazione mentre un altro dei militari corre alla sede della vicina Pubblica Assistenza cercando il medico del 118 che, però, in quel momento è dislocato su un’altra emergenza in corso. Intanto, mentre viene allertato il numero unico per le emergenze 112, il giovane maresciallo si rimbocca le maniche e, avendo seguito i corsi di primo soccorso impartiti dall’Arma, inizia lui a svolgere le manovre salvavita a Lombardi. Un intervento essenziale il suo, tanto che dopo il primo dei cinque cicli l’anziano – a cui era stata riscontrata completa assenza di polso – ha ripreso a tossire, iniziando a riprendere conoscenza.

Arrivata sul posto l’ambulanza del 118, l’uomo è stato stabilizzato e portato prima al pronto soccorso dell’ospedale di Villamarina e poi all’unità di terapia intensiva cardiologica dell’ospedale di Livorno, dove fino a ieri è rimasto ricoverato. «Nei prossimi giorni dovrà essere operato a Cisanello – spiega il figlio Emanuele – ma i medici ci hanno detto che ormai non è più in pericolo di vita. Tutto grazie all’intervento di quel giovane carabiniere: sicuramente, appena la situazione tornerà normale, passerò di persona a ringraziarlo». Commossa anche la moglie di Lombardi. «I carabinieri sono stati molto gentili in un momento per me tragico – racconta – mi hanno tenuta calma intanto che il loro collega rianimava mio marito. Il sollievo che ho provato quando mi hanno detto che era vivo non riesco ancora oggi a descriverlo».


 

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