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Piombino, chiude il bar Pluto’s: via Cellini perde un pezzo di storia

di Cecilia Cecchi
Big Ben Cafè: nella foto a destra (da sinistra) Riccardo Mariotti, Filippo e Franco Bellatalla e Angelo Innocenti
Big Ben Cafè: nella foto a destra (da sinistra) Riccardo Mariotti, Filippo e Franco Bellatalla e Angelo Innocenti

Bellatalla: «Tanti ricordi e passione, ma troppe spese: impossibile andare avanti»

12 febbraio 2024
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PIOMBINO. In via Cellini 4 ha chiuso uno storico locale dopo quasi 40 anni di attività. Ha salutato i clienti il 31 dicembre 2023 il video snack bar “Pluto’s”.

Ed è un sussulto vedere vuoto quell’angolo di strada a ridosso di piazza Verdi, a lungo posto ideale dove assistere al passare del tempo.

Locale gestito da Franco Bellatalla dal 1992, praticamente sempre in coppia con Robert Yughes, detto Babi e poi anche con il figlio Filippo. Un’istituzione per questa parte di città.

«Si chiude un’era!». Così i clienti amici più assidui avevano voluto salutare via social, con immagini dell’ultimo brindisi al bancone.

«Dopo 32 anni. .. purtroppo non avevo più alternative – racconta Franco Bellatalla – . Il “Pluto’s” già nel 1987, quando era stato aperto da Riccardo Mariotti e Diego Sozzi, da subito era stato un posto dove i ragazzi si davano appuntamento volentieri per l’aperitivo. Insomma un luogo di ritrovo interessante e qui sono subentrato nel 1992. Stavo lavorando alle Acciaierie, dove ero stato assunto a 21 anni, quando a noi più giovani – prosegue – venne offerta la possibilità di andar via con una buonuscita di 50 milioni. Lavorare in fabbrica non mi piaceva, dopo la scuola alberghiera all’Elba avevo anche fatto delle stagioni sulle spiagge dell’isola».

«Al che – spiega Franco – mi venne naturale aprire la partita Iva e subentrare al bar. Però le cose subito cambiarono, sin dal 1993 con il passaggio delle Acciaierie alla Lucchini e poi piano piano è andata sempre peggio. Anche se riuscivamo sempre ad andare avanti grazie all’impegno familiare».

Indimenticabile la mamma di Franco, Anna, che la mattina arrivava trafelata dopo aver fatto l’ultima spesa d’emergenza. «Abbiamo preparato fino a 110 – 120 coperti al giorno soprattutto a pranzo. Avevamo accordi con varie aziende di trasporto ma anche con le forze dell’ordine. In città – dice Bellatalla – si lavorava tutti, perché ognuno aveva i suoi punti di ristoro preferiti. Un panino? Magari al Bristol, sotto i portici, per un piatto veloce tipo da noi». A fare da paracadute l’organizzazione familiare eccellente pur con un economia cittadina che mostrava le prime difficoltà. «Ma proprio il giro di clienti su cui si poteva contare ci permetteva di andare avanti. Poi con la pandemia Covid il colpo di grazia – sottolinea – . Le persone hanno cambiato abitudini. Ora la situazione economica si riflette anche in corso Italia dove alle 12,30 non si vede già più nessuno. Sono andato avanti per orgoglio... Negli ultimi anni le spese fisse hanno reso la situazione impossibile». Eppure per tanto tempo anche fino alle 14 era ovunque sempre possibile trovare un piatto pronto. Certo l’ultimo decennio non è stato il massimo. Un peggioramento graduale e costante che ha portato alla chiusura.

«Arrivavi al Pluto’s – ricorda ancora Franco – e allo stesso tavolo c’era la giornalista, il medico, il direttore di banca e il pescatore... ognuno nel suo ruolo ma insieme l’immagine di una città che viveva. Ma con solo l’orgoglio si va poco lontano...». Adesso?

«Insieme a Riccardo Mariotti – risponde Bellatalla – , nel centro storico, al “Big Ben Cafè”. Non è più sostenibile una doppia attività, l’importante è gestirne una e nel modo migliore possibile».


 

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