Elba, turismo anche in bassa stagione? Per ora è solo una buona idea: i motivi per cui non decolla
Scarsi i servizi in inverno sull’isola, alberghi privi di riscaldamento, promozioni da migliorare e tariffe dei traghetti da abbassare
PORTOFERRAIO. Il tema del turismo in bassa stagione all’Elba si sviluppa. Dopo Franca Rosso di AssoComElba ecco il pensiero di tre albergatori isolani: Chiara Sardi dell’hotel omonimo di Pomonte, Davide Di Puccio di Capo Sud a Lacona e Andrea Gentini di Indarsena B&B a Portoferraio. Emergono varie difficoltà a realizzare il sogno di una stagione più lunga. Scarsi i servizi in inverno sull’isola ad ogni livello tra cui mezzi di trasporto interni, alberghi privi di riscaldamento, promozioni da migliorare e tariffe dei traghetti da abbassare.
Chiara gestisce l’albergo sul mare con la sorella Laura e il compagno Stefano. «Giusto puntare alla bassa stagione - afferma -: di questi tempi, da anni, faccio a piedi il sentiero delle Essenze da Pomonte a Seccheto, in maglietta o tutt’al più con una leggera felpa. Il nostro ambiente è un paradiso dotato di mille attrazioni storiche e naturali ma una stagione più lunga non è facile. Ci sono i lavori di manutenzione e ristrutturazioni da fare e la burocrazia allunga i tempi. Anche i tecnici per gli interventi è arduo averli nelle nostre periferie isolane, altri tempi lunghi, poi ordiniamo i materiali per tali opere e non arrivano alla svelta. Si lavorava molto sulle gite scolastiche e purtroppo i danni provocati dagli studenti erano tanti. Da anni si parla dell’allungamento ma non è facile trovare in inverno dipendenti elbani o comunque validi provenienti da fuori, talvolta se ne vanno anche durante la stagione. Se poi non aiuta il clima, come è successo in aprile/maggio del 2023, si rischia di avere un deficit. Non c’è nessuna incentivazione dallo Stato per chi vuole aprire in inverno. E ora abbiamo bollette molto elevate e far tornare i conti non è semplice. Inoltre vari alberghi non hanno impianti di riscaldamento. La Pasqua quest’anno arriva a marzo, sarà ancora più difficile trovare dipendenti».
Di Puccio dell’Hotel Capo Sud di Lacona, ha una famiglia di origini piemontesi ed elbane. L’hotel originario fu creato dal nonno Nelusco, nel 1956. «Il turismo sull’isola è cambiato - dice -: prima si basava su ampie vacanze per la chiusura estiva delle grandi fabbriche e tutti venivano a luglio o agosto. Ora si predilige giugno, luglio oppure settembre/ottobre con un’estate che si allunga nei fatti e l’isola è più godibile in tali periodi. Chiudevamo i primi di ottobre e riaprivamo a Pasqua o il 25 aprile, ma ora cresce la richiesta dei mesi alternativi. L’anno scorso luglio è stato un bagno di sangue; settembre e inizio ottobre molto buoni. Chi viene in inverno ama andare in bici o a piedi nei sentieri. Sono famiglie con bimbi piccoli o senza figli a scuola, persone in età più avanzata: non va fatta trovare “un’isola chiusa”, con negozi e servizi di accoglienza quasi assenti. I servizi elbani sono carenti da sempre e incide la frammentazione amministrativa in sette comuni. Non esiste una visione d’insieme e gli enti pubblici locali non collaborano sul turismo. Un esempio? Se a Porto Azzurro le cose non vanno gode Capoliveri o viceversa. Se un comune ha soluzioni di servizi validi non li condivide. Il comune unico eliminerebbe tali problemi e omogenizzerebbe il tutto. Il settore trasporti interni non va in inverno, a Lacona ora c’è un bus che passa alle 7, 30 poi alle 11 e alle 13, 30. Stop. Poi i prezzi dei traghetti esosi, un po’meglio con Blu Navy, ma in genere col biglietto di andata e ritorno il turista ci paga due/ tre giorni di albergo. Assurdo».
Andrea Gentini è titolare dell’agenzia HelloElba e con sua moglie Sabrina Di Monte gestisce il B&B Indarsena a Portoferraio. «Prima di parlare di destagionalizzare il turismo dovremmo forse cercare di garantirci una stagione che assicuri almeno 6 mesi di buon flusso - interviene -. I nostri competitori sono molti sia nella costa italiana sia all’estero. Dobbiamo lavorare molto sull’adeguare le strutture ricettive agli standard richiesti dai viaggiatori ed offrire un ventaglio più ampio di servizi, partendo da una fitta rete di trasporti per l’Elba ma soprattutto dentro l’Elba in bassa stagione, da permettere al turista anche di poter lasciare la propria auto a Piombino. Fare una adeguata, e di impatto, promozione turistica cominciando a farci conoscere anche da altre realtà come Inghilterra, Usa ed Australia, Paesi che non conoscono recessione ed amano molto la Toscana. Infine, ma non per importanza rendere più “belli” i nostri paesi, valorizzando al massimo quello che la storia ci ha lasciato, aumentare il verde pubblico affidando i progetti ad architetti esperti, tenere pulite e ordinate le aree urbane ed extra urbane, spiagge comprese, avere manti stradali dignitosi, soprattutto se vogliamo destagionalizzare sfruttando l’onda del turismo green delle bike, obbligare le attività a seguire un medesimo decoro urbano. Una volta raggiunti questi obbiettivi allora possiamo puntare ad allungare la stagione turistica ai periodi più freddi, fermo restando che deve esserci anche un impegno “etico” di albergatori e soprattutto ristoratori a credere nel progetto restando aperti».
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