Il Tirreno

Il caso

Granchio blu, l’invasione della specie “killer” arriva anche a Piombino

di Manolo Morandini
Granchio blu, l’invasione della specie “killer” arriva anche a Piombino

Il direttore dell’Istituto di Biologia ed ecologia marina di Piombino Roberto Bedini: «L’arrivo nel nostro mare è favorito dall’aumento della temperatura»

31 luglio 2023
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PIOMBINO. Raccolto in mare e messo in un secchiello. All’altezza della spiaggia del Quagliodromo si fa spazio il granchio reale blu. Specie invasiva e aliena, che viene dall’America. È un grande divoratore di pesci, vongole e cozze il callinectes sapidus, questo è il nome scientifico che mette in luce un’altra sua caratteristica: la sapidità, ovvero è gustoso da mangiare. La sua diffusione ad oggi crea problemi soprattutto nella laguna di Orbetello, dove ha trovato un habitat ottimale, e nel vicino lago di Burano. Il ritrovamento, dopo che in questo avvio d’estate si sono moltiplicate le segnalazioni di avvistamento nel nostro mare, conferma che sta risalendo la costa da sud verso nord. Chi lo ha catturato lo ha fatto con le mani, a una profondità di circa mezzo metro.

«Non ho ancora avuto occasione di incrociarlo in mare – dice il direttore dell’Istituto di Biologia ed ecologia marina di Piombino Roberto Bedini – . In diversi però me ne hanno segnalato la presenza. Del resto, non c’è da meravigliarsi. Il trasferimento di specie nei nostri mari è continuo e avviene da tanti anni». Che aggiunge: «Una signora alcune estati fa ha contattato l’Istituto per segnalare che la nipotina a Perelli aveva catturato con il retino uno strano pesciolino. Ce lo venne a portare, si trattava di un esemplare di pesce volante che è tipico del Mar Rosso».
Gli esempi che il professor Bedini può mettere in fila sono numerosi. E dal suo osservatorio non ha dubbi che sia un fenomeno inarrestabile. «Il Mediterraneo è in comunicazione con l’Atlantico, attraverso lo stretto di Gibilterra, e con il Mar Rosso, tramite il canale di Suez, ma questo non significa che i pesci si spostino da un luogo all’altro – spiega –. Quello che sta determinando i trasferimenti è il mutare delle condizioni di temperatura e salinità. Se le specie non trovano condizioni ambientali adatte non si trasferiscono. Per capirci è come se le diverse situazioni di temperatura e salinità del mare determinassero dei confini. Il guaio è che la temperatura sta aumentando».

Il granchio blu ne ha fatta di strada. Da “invasore” delle coste atlantiche del nord e centro America si è spinto fino alla Toscana. «Anni fa ho pescato nella zona di Seccheto all’Elba un’altra specie di granchio che non è tipica dei nostri mari, si tratta del percnon gibbesi il suo nome comune è granchio corridore atlantico – prosegue Bedini – . Si tratta di una specie che è originaria delle coste orientali americane, dalla Florida al Brasile. In precedenza, lo avevo visto solo durante le mie immersioni ai Caraibi. Di recente è stato fotografato anche in zona Calamoresca».
Quando nel nostro mare arriva una specie aliena «è normale che si crei una competizione con le specie di granchio già presenti, anche perché mangiano le stesse cose. E tra l’altro questo granchio blu ha una struttura piuttosto importante che di certo lo rende in grado di difendersi». Il direttore dell’Istituto di biologia marina lancia un appello: «Chi dovesse catturarlo potrebbe portarlo al nostro Istituto, li metteremmo in una vasca dell’acquario per studiarne il comportamento». Può avere implicazioni sugli impianti ittici al largo del golfo di Follonica? «La competizione si crea con le altre specie che vivono sul fondo del mare – conclude – . È difficile e poco probabile che possa avere implicazioni sui nostri allevamenti».
 

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