Il Tirreno

PORTO AZZURRO. «Un’azione che tutela dalla concorrenza leale l’imprenditoria onesta e che rispetta le regole e difende concretamente il delicato ambiente marino di Mola, sottoposto da anni a pressioni antropiche di ogni tipo». Così Legambiente Arcipelago Toscano commenta e si complimenta con la Capitaneria di porto-Guardia costiera di Portoferraio e con l’Ufficio locale marittimo di Porto Azzurro per la brillante operazione di polizia ambientale che ha portato alla scoperta di ormeggi abusivi che danneggiavano la prateria di posidonia di fronte al territorio del Parco nazionale dell'arcipelago toscano e a una Zona speciale di conservazione, Zona di protezione speciale e Rete Natura 2000.

Negli scorsi giorni i militari della Capitaneria hanno effettuato un’operazione di polizia ambientale nel tratto del golfo di Mola che ricade nel Comune di Porto Azzurro. In uno specchio d’acqua di circa 2.500 metri quadrati hanno trovato ormeggi abusivi realizzati con segnali galleggianti “artigianali” collegati a grosse ancore fissate sul fondale marino dove sono presenti praterie di posidonia. Per questo è stato denunciata un’azienda che nolegia barche che, oltre agli attracchi abusivi, avrebbe realizzato opere abusive anche a terra in difformità rispetto alla concessione rilasciata. Un successivo controllo amministrativo sull’azienda, ha quindi accertato atre irregolarità sanzionabili da 1.032 a 3.098 euro.

«L’attenzione della Guardia costiera-Capitaneria di posto su un’area che sta uscendo faticosamente da un degrado pluridecennale fa ben sperare per il futuro – è il commento di Legambiente arciplago toscano –. L’ambiente marino di Mola è sottoposto da anni a pressioni antropiche di ogni tipo, compreso un inquinamento batteriologico evidenziato più volte negli ultimi anni da Goletta Verde di Legambiente. Il ripristino ecologico avviato dal Parco nazionale dell’arcipelago toscano ancora in corso e il golfo potrebbe subire un durissimo colpo se venisse realizzato il progetto della diga portuale».