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L’ex viceministro Nencini ricorda il via al progetto del raddoppio ferroviario tra Pistoia e Montecatini
Lo storico esponente socialista è stato tra gli artefici del finanziamento governativo nel 2014
Montecatini L’altro ruolo di Riccardo Nencini. Non solo storico, scrittore e attualmente presidente del Gabinetto Vieusseux. Se dopo tutti questi anni è stato possibile svolgere i lavori del raddoppio ferroviario è grazie al suo intervento dell’epoca del via al progetto, quando mise sul piatto un bel gruzzolo di soldi statali.
Che ruolo politico ha rivestito e cosa c’entra lei con il raddoppio della Ferrovia?
«Sono stato viceministro alle infrastrutture nei governi Renzi e Gentiloni, dal 2014 al 2018».
Può raccontare cosa accadde in quel periodo?
«Il raddoppio della rete ferroviaria tra Lucca e Pistoia non era tra le opere previste. Se ne parlava da anni, ma senza che nessun governo se ne fosse mai mai fatto carico. L’investimento complessivo previsto era di 450 milioni di euro: 200 per la tratta Pistoia-Montecatini, 250 per la tratta Montecatini-Lucca. Intervenimmo con urgenza già nella primavera del 2014, ad appena quattro mesi dalla nascita del governo Renzi, con il reperimento di 220 milioni di euro, una cifra cospicua cui la Regione Toscana avrebbe aggiunto altri fondi».
Intanto il tempo passava...
«Il primo lotto dei lavori (tra Pistoia e Montecatini, 13 chilometri) doveva essere concluso nel 2019. Il secondo lotto verso Lucca prevedeva l’inizio dei lavori nel 2017. Vi fu una stretta collaborazione con la regione (con Rossi presidente e Vincenzo Ceccarelli assessore ai trasporti) e con la presidenza del consiglio dei ministri nella persona di Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del consiglio. La rete andava velocizzata e messa in sicurezza anche togliendo diversi passaggi a livello. Era antistorico che la linea ferroviaria di collegamento dell’area centrale toscana, un’area a forte vocazione turistica e imprenditoriale, risultasse un ferro vecchio ottocentesco. Ricordo che intervenimmo anche nel potenziamento della ferrovia che porta a Castelnuovo Garfagnana, indispensabile per l’industria della carta ».
Ci fu anche qualche mal di pancia di una fetta di cittadini e di qualche politico oltre ai problemi tecnici?
«Nel 2017 si manifestò un problema progettuale sollevato dal sindaco per il nodo di Montecatini (se passaggio a raso o in sopraelevata). Ricordo diversi incontri in merito».
Finalmente però il risultato è arrivato.
«Dopo nove anni di lavori abbiamo finalmente il raddoppio».
Come mai non l’abbiamo vista all’inaugurazione? Sembra incredibile dal momento che senza il suo intervento monetario non sarebbe stato possibile fare nulla.
«Ad essere sinceri mi sarei aspettato che Ferrovie coinvolgesse i protagonisti di quella scelta. Se c’è stato il taglio del nastro è perché dieci anni fa furono prese decisioni che nessuno aveva previsto. Non si tratta di gratitudine, ma di continuità e di rispetto istituzionale».
Riccardo Nencini, nipote del celebre ciclista Gastone Nencini, vincitore negli anni Cinquanta del Giro d’Italia e del Tour de France, oltre ad una carriera promettente in politica si è dedicato alla sua grande passione per la storia. E proprio in questa veste nel pomeriggio di sabato 13 settembre (inizio alle 17) sarà ospite della rassegna “Acqua in bocca ma non troppo” allo stabilimento termale Tettuccio di Montecatini Terme, dove racconterà al pubblico i misteri del delitto Matteotti e le ultime novità sulle responsabilità dell’omicidio emerse dalle sue ricerche storiche.