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Collodi, Parco di Pinocchio nel degrado: l’equivoco, il paradosso e la soluzione secondo Lucia Fiaschi
Per la nipote di Venturino Venturi e direttrice dell’omonimo museo è da tutelare la funzione artistica: «Come si possano essere accumulati tali indebitamenti avendo per le mani una cosa come Pinocchio»
PESCIA. «Dispiace vedere una piazza concepita come un’opera d’arte versare in pessimo stato di conservazione, “aggredita” da installazioni improprie e abbandonata ad una pesante incuria». A rilevarlo è Lucia Fiaschi, direttrice del museo Venturino Venturi e nipote dello scultore che a partire dal 1953 realizzò, insieme agli architetti Renato Baldi e Lionello De Luigi, la piazzetta dei Mosaici all’interno del parco di Pinocchio a Collodi. La trascuratezza evidenziata da Fiaschi non riguarda unicamente la piazzetta, ma anche le altre strutture afferenti il parco storico, in particolare gli interventi dell’architetto paesaggista Pietro Porcinai e dello scultore Pietro Consagra. «Per quale motivo vista la decantata, felice conclusione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il parco si mostra in tale situazione?», si domanda Fiaschi, ma la sua lungi dall’essere una domanda retorica è una vera e propria richiesta di spiegazioni.
A maggio, reduce da una deludente visita al parco, Fiaschi scrisse al presidente della Fondazione nazionale Carlo Collodi Pierfrancesco Bernacchi e poi al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Nella sua risposta, Bernacchi sottolineava di avere ottenuto un finanziamento di quasi 2 milioni di euro, che sarebbero serviti a rendere fruibile il parco anche nelle ore notturne e dava assicurazione che le opere appaltate sarebbero state completate entro la fine di quello stesso mese. Da Giani, invece, silenzio. «Il mio compito è quello di tutelare le opere di Venturino Venturi, di cui sono l’erede, ovunque si trovino nel mondo – spiega Fiaschi – e rilevare ciò che non è adeguatamente manutenuto, come a Collodi. In questi giorni ho seguito con interesse le notizie sulla Fondazione e mi chiedo come si possano essere accumulati tali indebitamenti avendo per le mani una cosa come Pinocchio, che tutti i popoli della Terra sono in grado di comprendere e soprattutto come possano essere attribuite a situazioni contingenti, come il Covid o la viabilità problematica, anni e anni di mala gestio? Il parco, infatti, da molto tempo è un luogo di degrado, caratterizzato da una manutenzione assente, che affoga nell’incuria e in un declino continuo e inarrestabile».
Fiaschi lamenta altresì il mancato coinvolgimento degli archivi che hanno titolarità sul parco (oltre a quello Venturi, ci sono quelli intitolati a Porcinai, Consagra e Zanuso e anche la fondazione Michelucci) e l’inutilità di un comitato tecnico scientifico (di cui lei stessa ha fatto parte), ma che non ha mai esercitato la funzione per cui sarebbe stato costituito. «Personalmente ho l’obbligo alla tutela del patrimonio di Venturino – aggiunge Fiaschi – ma non posso fare a meno di sottolineare la necessità di salvaguardare l’alto valore culturale di un parco di prestigio internazionale, che nasce da un’idea visionaria, quella dell’allora sindaco Rolando Anzilotti, che ha avuto il grande merito di avere immaginato un parco dedicato ad un personaggio di fantasia, che non è nato da nessuna parte, se non nella testa di Carlo Lorenzini e fare di Collodi la sua patria. Recentemente è stato “venduto” come parco giochi, in seguito ad un equivoco colossale che conduce a pensare a Pinocchio come a una creatura per l’infanzia o per il gioco. Pinocchio invece è stato soggetto principale della ricerca di molti artisti e scrittori del Novecento. Per fare un esempio, il cardinale Biffi in un celebre scritto ne volle paragonare la vicenda a quella del Cristo».
Fiaschi sottolinea il valore avanguardista del parco, anticipazione di quella Land Art che sarebbe nata diversi anni dopo, nel 1968. La piazzetta di Venturino, tanto per fare un esempio, dialoga con lo spazio e col tempo e coi visitatori. «A chi prenderà in eredità le sorti del parco, sempre che si concretizzi questo faraonico piano economico, voglio dire di valorizzarlo finalmente come merita, ovvero come un parco d’arte storico (non a caso è stato concepito dal Gotha dell’arte del ’900: Michelucci, Zanuso, Porcinai, Consagra, Venturi, Baldi, De Luigi), cosa che ad oggi è seriamente mancata».
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