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Nuovo Lorenzini di Pescia, il Comitato: «Ci hanno preso in giro»

di Luca Signorini

	La protesta degli studenti nel giugno 2022 (foto Nucci)
La protesta degli studenti nel giugno 2022 (foto Nucci)

Duro intervento sul caso del liceo: «Siamo stati strumentalizzati»

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Pescia «Abbiamo la sgradevole sensazione che i dialoghi intercorsi con la pubblica amministrazione siano serviti solo per fornire delle versioni di comodo nel tentativo di smorzare le polemiche e poter operare in barba alla trasparenza sbandierata. Ci dispiace ma non ci stiamo, la nostra volontà di fare da stimolo all’azione degli amministratori è stata del tutto strumentalizzata: chi amministra non può prendersi gioco degli amministrati».

Sull’ingarbugliato caso del nuovo liceo Lorenzini di Pescia - costretto oggi in quattro sedi sparpagliate per la città da quando a metà 2022 parte della sede storica nel complesso di San Michele è stata dichiarata inagibile per motivi di sicurezza - un nuovo intervento non certo tenero del Comitato nuova sede Lorenzini, che riunisce professori ed ex prof, studenti e famiglie, alla luce delle modifiche adottate a gennaio alla variante urbanistica e del successivo ricorso al Tar dell’azienda ex Santoni (ora Immobiliare Triveneta), che sembrava in procinto di trasferirsi in un’area alle Macchie di San Piero proprio per far posto alla scuola superiore, nella zona in sostanza tra il ponte Europa e il ponte del Marchi, con una riduzione però di 3mila metri quadrati di superficie occupabile (dagli odierni 11mila ai futuri 8mila).

Il Comitato afferma di non aver ricevuto risposta a una recente lettera inviata al Comune di Pescia e alla Provincia di Pistoia - che avevano annunciato lo stanziamento di 200mila euro per far partire l’iter per la progettazione, con contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia - «ne prendiamo tristemente atto». «Il Lorenzini sta “morendo” tra spazi inadeguati e ristretti, sedi distaccate e distanti, ma non rinuncia a progettare il suo futuro con gli studenti che lo frequentano come dimostrano i risultati di altissimo livello che la scuola ottiene nelle iniziative culturali che propone e dalla partecipazione a concorsi nazionali e internazionali. La comunità e la storia del Lorenzini si meritano una nuova sede, aule spaziose, un auditorium, laboratori innovativi, una palestra, ma ci vuole coraggio e visione, invece a oggi non c'è né il terreno e né il progetto». Per il Comitato, «nei pochi incontri avuti nel tempo richiesti spesso e con insistenza, sia col Comune di Pescia che con la Provincia, avevamo ricevuto notizie confortanti e rassicurazioni sullo stato dell'iter amministrativo necessario per accedere a fondi destinati alla costruzione di una nuova scuola. Il ricorso al Tar contro la variante proposto da coloro che avrebbero dovuto cedere l'area ci racconta un'altra storia».

E così ecco sette domande rivolte agli enti pubblici implicati in questa storia. La prima: «Perché è stata modificata la variante presentata dall’amministrazione precedente riguardante il sito dove edificare la nuova scuola come abbiamo appreso dal ricorso al Tar dopo due anni?». Poi: «Perché nell’ultimo incontro con il Comitato ci è stato detto dei contatti con la proprietà e che erano state accolte positivamente le proposte del Comune?». E ancora: «Chi ha condotto la trattativa per la cessione dell'area ex Santoni? Come e a chi è stata affidata la progettazione della nuova scuola? I due mesi che ci erano stati comunicati per avere un primo progetto sono abbondantemente trascorsi: dov'è il progetto? Perché abbiamo perso l'intero finanziamento regionale (1 milione di euro)?». Infine, un’ultima questione sollevata: «E perché il presidente della Provincia parla di aver messo a bilancio 200mila euro per la progettazione della nuova scuola, se ne ha mandato indietro 300mila messi a disposizione dalla Regione?». Insomma, si chiedono dal Comitato nuova sede Lorenzini, «questa scuola s’ha da fare o no?». l

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