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Dovrà pagare una sanzione per avere offeso sui social il consigliere regionale

Dovrà pagare una sanzione per avere offeso sui social il consigliere regionale

Niccolai (Pd): «Accanimento deriva da mie prese di posizione su vicende amministrative»

30 settembre 2022
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PESCIA. «È stata diffamazione , lo ha stabilito un giudice». A fare la notizia è il consigliere regionale Marco Niccolai del Pd .«Il 9 gennaio 2021, sul gruppo Facebook ‘Pescia… Osservatorio sulla nostra città’, sono stato fatto oggetto di epiteti provenienti da parte di alcune persone. Affermazioni simili sono state ripetute anche nel giugno 2021 sul medesimo gruppo – spiega – In entrambi i casi, assistito dal mio legale di fiducia, abbiamo esposto i fatti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pistoia, che ha aperto un'indagine per il reato di diffamazione aggravata, di cui sono stato dichiarato ‘parte offesa’. Il procedimento si è concluso con l’emissione di un decreto penale di condanna, da parte del gip, che costituisce un precedente penale a tutti gli effetti per gli imputati in questione».

«Il decreto – prosegue – prevede la condanna di coloro che sono stati ritenuti responsabili di tale fatto di reato al pagamento di una somma pecuniaria, da versarsi a favore dello Stato e non della parte offesa (in questo caso il sottoscritto); in queste ipotesi l’imputato può opporsi all’emissione del decreto penale di condanna e richiedere di aprire un giudizio ordinario, se ritiene che la valutazione del pubblico ministero e del giudice non sia fondata. Ma, nel mio caso, questo non è avvenuto ed il decreto è così divenuto esecutivo».«Devo dire che la scelta di denunciare fatti del genere alla Procura della Repubblica non è stata la mia prima opzione: a partire da giugno 2017 periodicamente ero già stato costretto a rivolgermi alle autorità competenti rispetto ad alcune affermazioni, sempre compiute su Facebook, di tenore a dir poco “discutibile” nei miei confronti – va avanti – All’inizio ho scelto procedimenti di tipo amministrativo, che si sono conclusi tutti con le scuse formali nei miei confronti, registrate dai pubblici ufficiali. Tra questi soggetti, anche un esponente politico». «Visto che, però, i procedimenti amministrativi non sono stati sufficienti, i miei legali mi hanno consigliato di tutelarmi davanti all’autorità giudiziaria in caso di nuovi episodi. Così è stato – spiega ancora - Certo per chi fa politica l’aspra critica è normale, purtroppo talvolta anche con punte di discredito, ma, nel mio caso, ormai da 5 anni si è alzato il livello della costante delegittimazione, per non dire delle offese gratuite, arrivando a configurare reati di pura diffamazione (aggravata dal mezzo dei social media), come in ultimo ha riconosciuto il Tribunale. La cosa che fa riflettere è che, pur essendo consigliere regionale eletto dai cittadini di ben 20 Comuni, tutto questo sia avvenuto solo rispetto ad un solo Comune, ovvero Pescia. Da altri Comuni ho ricevuto sì critiche forti ma mai con questa intensità e livello (basso)». Gli amici che mi hanno segnalato questi commenti Facebook si sono sempre posti alcuni interrogativi, primo tra tutti come mai ci sia questo accanimento nei miei confronti e se questa intensificazione derivi da certe mie prese di posizione su vicende amministrative rispetto alle quali mi sono opposto notoriamente in modo frontale». 
 

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