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Suo marito morì sul lavoro a 38 anni: la forza di Cinzia oltre il dolore diventa un libro

Suo marito morì sul lavoro a 38 anni: la forza di Cinzia oltre il dolore diventa un libro

L’uomo fu risucchiato dall’impastatrice di cemento in un cantiere edile a Monsummano

09 agosto 2022
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PIEVE A NIEVOLE. Il primo agosto del 2013 Angelo Rosciano moriva sul lavoro a 38 anni, risucchiato dall’impastatrice di cemento in un cantiere edile a Monsummano. In quel macchinario è finita anche parte della vita di Cinzia Vilucchi, moglie di Angelo, che ha perso la sua metà in giovane età e in modo atroce. Ma 9 anni dopo, grazie ad un percorso sofferto dedicato a sé stessa e alla memoria di Angelo, Cinzia è riuscita ad andare “Oltre il dolore”. Il titolo del libro uscito da poco con cui ha deciso di raccontarsi, un messaggio chiaro per indicare la forza e il coraggio di saper chiedere aiuto. «Questo libro nasce dal percorso terapeutico che ho intrapreso nel 2021 – spiega Cinzia, 45 anni – fino a quel momento ho vissuto nel dolore e nella depressione. Nei primi anni credevo di essermi costruita un’abitudine, di potercela fare da sola ma mi sbagliavo. Nessuno può dopo un lutto del genere. Poi ho conosciuto Francesca Ambrosini, lei mi ha teso la mano e io l’ho presa».

Francesca è veterinaria comportamentista e aiuta Cinzia nell’integrare una gatta nel contesto familiare. Gli animali sono parte dell’eredità di Angelo, che era soprannominato “il fattore”. Il pony Bernardino c’è sempre, come le caprette Briciola e Mollica (mentre Cantuccio non più) , oltre alle gattine Ariel e Maia. Ma Francesca è anche consulente terapeutica per le Nazioni Unite e ambasciatrice dell’arteterapia. Sente il dolore di Cinzia e le propone il percorso che poi hanno compiuto assieme, a suon di incontri sfociati in scrittura. Cinzia si appassiona, si apre e raccontandosi di getto la sua biografia si compone da sola, a cominciare da quel maledetto giorno e dalle conseguenze disastrose che ha causato. «Sono ripartita dal riconoscere le emozioni. Poi la scrittura terapeutica, con l’idea di raccontarmi. Scrivevo la mattina presto e lo faccio tutt’ora. All’inizio la sua proposta di scrivere un libro mi sembrava troppo grande, poi me la son sentita mia. È stato un po’come chiudere un cerchio. Ho scelto l’autopubblicazione, rinunciando ad una revisione editoriale che poteva renderlo più commerciale e meno autentico e spontaneo. Scrittura terapeutica significa scrivere di getto, quindi ho voluto lasciarlo così, perché questo libro non è un prodotto ma un processo. Parlo anche delle morti sul lavoro, che oggi sono circa 3,5 al giorno solo in Italia, e di alcune associazioni che operano sul territorio, cercando di portare la mia testimonianza. Il messaggio che vorrei passasse è l’importanza di chiedere aiuto a professionisti, superare il dolore è possibile. Cercheremo di promuovere tutto ciò con altre iniziative».

Cinzia e Francesca hanno già presentato il libro a Monsummano e a Pieve a Nievole (dove abita Cinzia) , ma contano di farlo tante altre volte da settembre, parallelamente ad altri progetti. «A ottobre cureremo un evento sulla sicurezza sul lavoro – spiega Francesca Ambrosini, da poco in Valdinievole dopo quasi 30 anni in giro per il mondo come counselor Onu – ma abbiamo tante altre idee. Continuare a far conoscere il libro e l’artivismo, cioè l’arteterapia come strumento piscologico personale ma anche sociale, che sul territorio è una novità. E poi fare progetti con le scuole».

«Saper chiedere aiuto è fondamentale – va avanti – richiede forza e coraggio, nella nostra società è ancorato a retaggi culturali distorti mentre invece stare male purtroppo è normale, non c’è niente di cui vergognarsi. Chi si fa aiutare è padrone di sé stesso e sa stare sulla scena della vita in modo libero e aperto, come adesso Cinzia».

In quell’impastatrice è finita la vita di Angelo, che però non ha mai smesso di tifare per sua moglie. E vedendola rinata, adesso potrà finalmente sorridere.

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