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BOATO NELLA NOTTE

Feriti nell'esposione della casa colonica, grave un 52enne

La colonica della famiglia Giani via Ponticelli, a Pieve a Nievole
La colonica della famiglia Giani via Ponticelli, a Pieve a Nievole

Pieve a Nievole, la casa distrutta per una fuga di gas

30 dicembre 2021
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PIEVE A NIEVOLE. Come tutte le mattine si sono alzati presto, ben prima dell’alba. Lui per andare al lavoro, l’anziana madre per preparargli la colazione, come sempre. Per questo, già alle cinque e mezzo del mattino, erano entrambi in cucina quando l’esplosione ha devastato la loro abitazione. Da cui, quasi miracolosamente, Rinaldo Giani, 52 anni, e la mamma Lia Cerri, 90, sono usciti con le proprie gambe, feriti ma vivi. Gravi le condizioni dell’uomo, che ha riportato ustioni in varie parti del corpo e alle vie respiratorie, solo qualche bruciatura e tanta paura per la madre.

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Teatro della scampata tragedia, il numero 3 di via Ponticelli, una strada secondaria che, a Pieve a Nievole, dalla trafficata via Marconi – distante circa duecento metri dalla colonica distrutta – si inoltra fra i campi. È stato un anziano vicino di casa a dare l’allarme, alle 5,36. Era a letto quando è stato svegliato dal boato. La sua abitazione, seppure strutturalmente separata, è praticamente un tutt’uno con quella della famiglia Giani. Leo Corradini, 86 anni, è corso sul terrazzo, ha sentito gridare aiuto e, volto lo sguardo verso il basso, ha visto madre e figlio nella corte attigua alla sua, invasa dalle macerie. E ha telefonato alla centrale del 118, che ha, a sua volta, chiesto l’intervento dei vigili del fuoco.

Sul posto sono accorse ambulanze e automedica. Come detto, Rinaldo Giani e la madre Lia erano nella corte che si trova sul retro della colonica, scappati fuori attraverso la porta che si trova in quella parte della cucina che non è crollata: probabilmente l’esplosione, partita dal lato in cui si trovavano la caldaia a gas e il caminetto, si è propagata verso la parete esterna più corta (quella che guarda verso via Marconi, abbattendola) e verso l’alto, distruggendo completamente la camera da letto che si trova al piano superiore e il tetto.

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Fatto sta che l’uomo – che lavora come operatore ecologico – aveva delle gravi ustione alle mani e alle braccia, e probabilmente anche in altre parti del corpo, in quel momento coperte dai vestiti. Inoltre è probabile che abbia inalato dell’aria arroventata dal gas in fiamme viste le difficoltà respiratorie che ha iniziato a manifestare fin da subito, tanto che i soccorritori lo hanno dovuto intubare per facilitare l’ossigenazione del sangue. Una volta trasportato all’ospedale di Pescia, i medici, dopo averlo sottoposto alle prime terapie e ai controlli Covid, hanno deciso di trasferirlo al Centro grandi ustionati di Pisa.

La madre Lia, che evidentemente si trovava più distante dall’epicentro dell’esplosione, ha subito invece solo qualche piccola ustione. Anche lei è stata trasportata all’ospedale di Pescia, dove, soprattutto per la sua età avanzata e il comprensibile choc, è stata ricoverata in osservazione. Per quando sarà dimessa, l’amministrazione comunale si è già attivata per una nuova sistemazione: un alloggio di emergenza oppure, nel caso in cui fosse necessario, un luogo in cui possa anche essere assistita.

Quando sono arrivate sul posto, le squadre dei vigili del fuoco di Montecatini e Pistoia si sono ritrovate davanti a un cumulo di macerie, tanto che hanno fatto intervenire anche due cani del reparto cinofili di Firenze per escludere che sotto potessero esserci imprigionate altre persone. Il loro fiuto ha confermato che al momento dell’esplosione in casa non c’era nessun altro.

Quindi si sono messi all’opera per verificare che non ci fossero altre fughe di gas incorso e rimuovere le parti dei tetto e di muri ancora pericolanti. La forza dell’esplosione ha proiettato a diversi metri di distanza le persiane e gli infissi sia del piano terra che di quello superiore, fortunatamente dalla parte dell’abitazione che si affaccia dal lato opposto rispetto alla strada, che è stata comunque interrotta dalle macerie fino attorno a mezzogiorno e mezzo, quando è stata riaperta a senso unico alternato. Ciò che ha salvato i due occupanti e permesso anche ai vigili di entrare nella colonica per un primo sopralluogo è stato il fatto che le due pareti esterne principali sono rimaste in piedi fino a un paio di metri di altezza.

Il crollo ha divelto anche un palo che sosteneva il cavo dell’energia elettrica che alimenta alcune abitazioni della strada. Gli operai dell’Enel hanno provveduto perciò a eseguire un by-pass restituendo così la corrente già prima dell’ora di pranzo.

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