L’incidente
Falaschi sconterà 15 anni
Pietro Barghigiani
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Andrea Falaschi all’uscita del tribunale e, a destra, Oksana AuskelyteConfermata dalla Cassazione la sentenza d'Appello
09 gennaio 2011
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MONTECATINI. Sfuma in Cassazione la possibilità di ottenere un nuovo processo e una riduzione di pena per Andrea Falaschi, l'ex parà 38enne di San Miniato condannato in appello a 15 anni per l'omicidio di Oksana Auskelyte, 27enne, lituana, ballerina di lap dance. La Suprema Corte ha confermato la sentenza dei giudici del secondo grado. La Corte d'Appello di Firenze aveva già riformato da 18 a 15 anni la pena da far scontare al muratore e piastrellista assistito dall'avvocato Angelo Soccio. L'uomo, detenuto nel carcere di Prato, in primo grado aveva fatto ricorso al rito abbreviato per i reati di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Il giudice escluse la premeditazione (venne considerato un reato d'impeto), e grazie al riconoscimento delle attenuanti (confessione e comportamento processuale) equivalenti alle aggravanti, la pena base fu di 24 anni, il minimo previsto per l'omicidio non aggravato. Ai 24 anni era stato quindi applicato lo sconto di un terzo previsto per il rito abbreviato arrivando così al computo di 16 anni. Stesso discorso per l'occultamento di cadavere: 3 anni meno un terzo, 2 anni. Pena finale di 18 anni che la Corte d'Appello nell'aprile 2010 aveva ridotto a 15 anni considerando prevalenti alle aggravanti le attenuanti riconosciute all'imputato che aveva risarcito prima della sentenza la famiglia della vittima assistita dall'avvocato Claudio Del Rosso. L'omicidio fu commesso la sera del 20 febbraio 2008, all'interno dell'appartamento di Montecatini, in via del Frantoio, dove Falaschi era domiciliato. L'uomo aveva conosciuto la ragazza nel locale di lap dance dove lavorava e con lei aveva intrecciato una relazione. Falaschi afferrò una bottiglia di liquore e gliela spaccò sulla testa. La ragazza fu poi colpita con una coltellata sotto il seno sinistro. Falaschi cercò quindi di strangolarla. Oksana, svenuta sul pavimento, respirava ancora: per questo l'ex parà le mise la testa dentro due sacchetti per soffocarla. Per sbarazzarsi del cadavere, l'uomo lo infilò in un grosso trolley blu preso a casa della ragazza, lo caricò sulla sua Fiat Punto e se ne disfece gettandolo in un cassonetto nei pressi di Masotti, lungo la via provinciale Lucchese, appena iniziata la salita per Serravalle. Una donna che era andata a gettare la spazzatura vide il trolley nel cassonetto e chiamò la polizia. Nel giro di poche ore Falaschi venne arrestato per poi confessare il delitto in carcere. Fine del giallo e inizio dei processi sui quali la Cassazione è arrivata a scrivere il capitolo finale.
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