Il Tirreno

Il caso

Il profilo Facebook del Comune toscano hackerato: un utente anonimo gestisce la pagina

di Ivan Zambelli
La sede del Comune (foto d'archivio)
La sede del Comune (foto d'archivio)

Da due giorni gli amministratori sono stati espulsi: al lavoro il team di Meta per risolvere la questione

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MASSA. Da un paio di giorni un hacker si è impossessato della pagina Facebook del Comune di Massa. Al momento non risultano “attività”, vale a dire post o messaggi verso utenti, tuttavia gli amministratori della pagina sono stati rimossi, lasciando come unico gestore un profilo sconosciuto o comunque non autorizzato. Solo i “moderatori” della pagina, vale a dire un livello di gestione inferiore, possono ancora accedervi. Sulla vicenda sta lavorando un team specializzato di Meta, la società proprietaria del social network, per capire cosa è successo e per ripristinare la situazione.

Cosa è successo

In attesa di questo si consiglia di diffidare da eventuali post o messaggi anomali. Che qualcosa non andava gli amministratori della pagina l’hanno capito quando si sono visti togliere le autorizzazioni: i moderatori potevano fare accesso alla pagina (tanto che continuano a pubblicare regolarmente), loro no. Da lì la scoperta: unico amministratore è un profilo anonimo, da pochi amici, che sostanzialmente ha rimosso tutti gli altri. Se non altro, fanno sapere dal Comune di Massa, almeno fino a ieri pomeriggio non risultavano "attività" anomale come potrebbero essere post o messaggi.

Solitamente simili attacchi a pagine di enti pubblici vengono fatti allo scopo di rubare i dati delle carte di credito collegate per le sponsorizzazioni. Su Facebook come in altri social network una pagina può sponsorizzare se stessa o le proprie attività. Si fa pagando, associando i dati della carta di credito. Quindi un hacker accede a queste pagine proprio per rubare questi dati. Per fortuna, il Comune di Massa non ha collegato alcuna carta di credito. Tuttavia, gli hacker si distinguono per l’ingegnosità delle truffe, che possono andare dal semplice messaggio privato all’utente fino a post per fantomatici pagamenti che però non sono rivolti all'ente. Per questo, in attesa di risolvere il problema, si ricorda che nessuna pubblica amministrazione chiederà mai un pagamento via social.

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