Il Tirreno

Il personaggio

Carrara, Luigi e il suo taxi storico: «Tra pregiudicati, truffatrici e chi scambia l'auto per un motel le ho viste tutte»

di Michela Nicolai
Carrara, Luigi e il suo taxi storico: «Tra pregiudicati, truffatrici e chi scambia l'auto per un motel le ho viste tutte»<br type="_moz" />

In città sono rimasti tre tassisti confessa: «Di notte non lavoro più, troppi pericoli»

29 maggio 2024
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CARRARA. «Il taxi è come un confessionale». Luigi Casale è uno tre tassisti rimasti in città e in quasi 30 anni di viaggi – dal 1996 a oggi – ne ha viste tante: «Potrei scrivere un libro» – anticipa. Ha caricato in auto clienti poco raccomandabili, coppie «troppo focose», coniugi gelosi disposti a far scorrere il tassametro per controllare il partner. Se solo i sedili in pelle della sua Audi A6 potessero parlare. .. Casale non può dire molto perché «la prima regola è la riservatezza. Se tradisci la fiducia dei clienti, poi non lavori più». Qualche aneddoto però – rispettando l’anonimato – si può raccontare.

Le confidenze

«Nel mio lavoro – dice – la discrezione è tutto. Anche la destinazione di un passeggero è un’informazione sensibile. Sono abituato a tutelare la privacy dei miei clienti, che sono fissi. A Carrara oggi si lavora così, su appuntamento. Ho la fortuna di essere l’autista di aziende, accompagno dirigenti e broker agli aeroporti». Un impegno delicato: i clienti, in certi casi, sono anche concorrenti. «Ogni tanto ricevo domande scomode sui movimenti dei competitor, ma faccio il vago». È risaputo che durante il tragitto i passeggeri parlino, e qualcuno si lascia andare a confidenze inaspettate: «Ci fanno anche rivelazioni intime – ammette – L’abitacolo del taxi ha spesso questo effetto».

Incontri a rischio

Casale di notte non lavora più, a meno che la richiesta non arrivi da persone conosciute. «Troppi clienti ubriachi o sotto l’effetto di stupefacenti, ho smesso da anni di rispondere alle chiamate notturne – spiega lui – Mi sono capitati anche brutti incontri. Una sera allo stadio, all’una di notte, ho incrociato due trentenni. Volevano essere portati fino a Forte dei Marmi perché la loro auto era in panne. Siamo partiti e, in autostrada, hanno detto di non avere soldi. Mi sono risentito, hanno replicato che avrebbero pagato nei giorni successivi. A garanzia mi hanno lasciato le loro carte d’identità. Si sono fatti accompagnare in una stradina buia, in una zona periferica. Nell’ultimo tratto non ero tranquillo».

Una settimana dopo «Ho notato che l’utilitaria era dove l’avevano parcheggiata e nessuno si era fatto vivo, sono andato dai carabinieri per denunciare l’accaduto e consegnare i documenti. I militari li hanno identificati e mi hanno detto che ero stato fortunato, si trattava di due pregiudicati e l’auto era rubata».

La truffatrice seriale

La fregatura per i tassisti è dietro l’angolo: «Un mio collega ha caricato una donna che gli ha lasciato in macchina la borsa, dicendo che sarebbe tornata per saldare ed è sparita. La borsa era vuota». «Mesi fa – ricorda Casale – ho fatto salire una ragazza alla stazione. Mi ha chiesto di portarla a Massa per una commissione, poi ha voluto rientrare in centro a Carrara per un appuntamento. Dopo si è fatta accompagnare alla torre di Castruccio, mi ha detto di aspettarla perché aveva un ultimo giro da fare e si è dileguata. Chiodo di 60 euro. Qualche giorno dopo e l’ho incrociata mentre usciva da un portone. Ho inchiodato e, siccome stava passando una pattuglia dei carabinieri, li ho fermati. A quel punto mi ha pagato e ho saputo che è conosciuta nella zona perché truffa i passanti, ha debiti anche al bar».

Coniugi gelosi

Non tutti si affidano a un investigatore privato per scoprire se il partner ha un amante. C’è chi preferisce il «fai da te». «L’ultima volta – racconta Casale – ho passato due ore in macchina nella zona industriale, con una signora accovacciata sul sedile posteriore per controllare se il marito in pausa pranzo usciva dall’azienda».

Taxi «hot»

Il tassista diventa pure il terzo incomodo. Ci sono coppie poco riservate, che eccedono nello scambio di effusioni: «Ho accompagnato una mia cliente abituale – dice – a prendere il compagno che arrivava in treno da Bologna. Sono entrambi due professionisti stimati e hanno anche una certa età, ma era da qualche settimana che non si vedevano e in macchina hanno perso un po’il controllo. Ho dovuto interromperli perché noi tassisti siamo tolleranti, ma a tutto c’è un limite...».


 

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