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Cave di Carrara, l’inchiesta di Report prosegue: ambiente, battaglia giuridica, utili record

di Massimo Braglia

	Le cave di Carrara
Le cave di Carrara

Già in passato le inchieste sulla città di Report avevano suscitato un grande dibattito: ci sono tutti i presupposti perché la corsa si ripeta anche in questa occasione

19 aprile 2024
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CARRARA. Grande attesa per la messa in onda  alle 21 di domenica 21 aprile, proprio in occasione della ripresa della popolare trasmissione di Raitre, dell’inchiesta che Report ha dedicato alle cave di Carrara. L’inviato Bernardo Iovene, con la collaborazione di Lidia Galeazzo e Greta Orsi (videomaker Paco Sannino) ha raccolto in circa tre settimane moltissimo materiale, che poi è stato sintetizzato in poco più di mezz’ora di trasmissione. Ma in televisione, in prima serata, mezz’ora è un periodo lunghissimo. Le prime anticipazioni, diffuse via social, hanno già provocato diverse reazioni, con gli ambientalisti che esultano e gli imprenditori che invece, secondo i rumors, non nasconderebbero una qualche preoccupazione. Il lancio su Facebook presenta uno dei vari capitoli in cui sarà suddivisa l’inchiesta, ovvero “I danni ambientali legati alle cave del marmo a Carrara: tra corsi d’acqua inquinati e creste di montagne tagliate”. Si ricorda che «L’industria dei marmi di Carrara si avvale di una materia prima e dovrebbe essere un settore super regolato, ma a Carrara tra industriali, comune, regione e ambientalisti c’è una conflittualità perenne che dura da secoli». E ancora: «Lo scempio ambientale è evidente: sarebbe vietato intaccare le creste delle montagne e invece alcune creste risultano tagliate, non solo anche i corsi d’acqua sono stati tombati dai resti della lavorazione. Il problema principale è la marmettola, una polvere che si crea nel momento in cui viene scavato il marmo, “e che con le piogge finisce nei fiumi talvolta insieme a lubrificanti, oli, e metalli pesanti. È sufficiente a far morire le specie vegetali e animali. E di fatto la maggior parte di questi fiumi, dal punto di vista biologico, è morta”, racconta Flaviano Bianchini direttore di Source International».
L’inchiesta in tv
Insomma, parole forti, già nel lancio dell’inchiesta. Già in passato le inchieste sulla città di Report avevano suscitato un grande dibattito (nel 2011, "La banda del buco" e nel 2013, "Com’è andata a finire"), e ci sono tutti i presupposti perché la corsa si ripeta anche in questa occasione. Fra gli altri temi che sicuramente saranno affrontati, oltre all’ambiente, anche quella che, come già avevamo anticipato alcune settimane fa, si preannuncia come l’ultima "battaglia" (giuridica) degli imprenditori, ovvero, il tentativo, attraverso le cause civili, di arrivare, per gli agri marmiferi, a concessioni perpetue e non soggette a gare. L’obiettivo, come noto, è il riconoscimento per via giudiziaria, per le cave, della natura di diritti reali perpetui assimilabili ad enfiteusi dei livelli, come - sostengono i legali delle aziende di escavazione - stabilito da più sentenze di Cassazione. In ipotesi, qualora non fosse accolta questa interpretazione, il riconoscimento di un indennizzo al valore di mercato, sulla base di una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. L’enfiteusi sembrava già esclusa dalla sentenza della Corte Costituzionale del 1995, che aveva dichiarato le concessioni onerose e temporanee, ma questo non spaventa i legali degli imprenditori, che appunto sostengono che anche attraverso l’enfiteusi sarebbero formalmente temporanee, perché rinnovabili ogni 29 anni, ma revocabili solo a fronte di grave inadempienza e soprattutto non soggette a gara.
I rivoli giuridici
Numerosi gli avvocati che hanno depositato o stanno predisponendo queste cause sono fra gli altri Riccardo Diamanti, Sergio Menchini, Antonio Lattanzi, Roberto Righi, Ferdinando Genovesi. Quindi, un capitolo riguarderà il ginepraio quasi inestricabile della natura giuridica delle nostre cave, che per un 30% sono beni estimati (cioè private, e se lo siano in modo legittimo, lo dirà la Cassazione), e per il 70% agri marmiferi patrimonio indisponibile del Comune, soggetto, secondo la legge regionale del 2015 e secondo il regolamento comunale vigente, a gara. Gare che si terranno fra 18 anni, a scadenza del prolungamento dei diritti concessori ottenuto con le convenzioni che prevedono lavorazioni in loco e progetti a favore della città (due anni in più per chi ha certificazioni Emas). Non solo, Report affronta anche il tema degli utili record delle imprese più importanti del marmo. L’inviato, fra gli spunti, ha utilizzato anche le pagine pubblicate nel gennaio scorso del Tirreno, nelle quali si spiegava che l’anno solare 2022 è stato d’oro per alcune società del settore lapideo. Il riferimento in particolare era ad un tris d’assi di aziende del marmo di Carrara con percentuali di utili su fatturato intorno al 48%. Tre aziende che da sole raggiungevano quasi quota 50 milioni di utili, e a seguire, varie altre imprese con rapporto fatturato-utili elevato. Insomma, si preannuncia una puntata molto intensa e destinata a lasciare strascichi di discussione tra ambientalisti e imprese.l

 

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