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Massa, ha una patologia al cuore ma partorisce una bimba

L’ospedale del cuore
L’ospedale del cuore

Glielo avevano sconsigliato ma l’équipe dell’Opa l’ha sostenuta

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MASSA. In poco più di 12 ore all’interno dell’area nascita integrata dell’ospedale del cuore di Massa ci sono stati tre parti, con due bambine e un bambino che sono venuti alla luce in maniera naturale. Tutti e tre stanno bene, come pure le loro mamme. Una di loro aveva un cuore univentricolare. Si tratta di una patologia cardiaca congenita complessa, in cui viene a mancare (anatomicamente o funzionalmente) una delle due pompe ventricolari.

La prima delle nascite, quella del maschietto, c’è stata alle 13, 28 di lunedì 12 febbraio; la seconda alle 22, 04 sempre di lunedì; la terza alle 2, 39 di martedì 13 febbraio. Il team multi-professionale, con personale dell’Azienda Usl Toscana nord ovest e della Fondazione Monasterio, che opera nell’Area Nascita Integrata, un vero e proprio unicum a livello nazionale, ha prestato assistenza alle tre mamme e ai nascituri.

La prima mamma ha partorito un bambino con una grave cardiopatia congenita che ha subito ricevuto le necessarie cure neonatologiche e cardiologiche. La seconda è una neo mamma portatrice di una cardiomiopatia dilatativa che dopo il parto è stata accolta dal reparto di Cardiologia per un attento monitoraggio delle sue condizioni.

Il travaglio ed il parto della terza mamma hanno poi richiesto uno sforzo notevole e un’applicazione particolarmente attenta da parte dell’Heart pregnancy team in quanto la neomamma è portatrice dalla nascita di una grave malformazione cardiaca: il cuore uni ventricolare.

È stata per questo sottoposta a tre interventi di chirurgia cardiotoracica (intervento di Fontan) con utilizzo anche di pacemaker epicardico. La donna ha raccontato che in precedenza gli è stato spesso sconsigliato di intraprendere la gravidanza per il rischio di complicazioni materne sia durante la gestazione che durante il travaglio.

All’Ospedale del Cuore ha invece trovato un gruppo di professionisti che hanno accettato di condividere la scelta della coppia e di sostenerla seguendola fino al ricovero avvenuto alle 3 di notte.

Da quel momento in poi il team che operava in sala parto si è confrontato ripetutamente per scegliere la condotta migliore: ostetrica, ginecologo, neonatologo, infermiere, anestesista hanno messo in campo la loro esperienza e le loro conoscenze per una situazione sulla quale c’è pochissima letteratura scientifica, trattandosi di casi più unici che rari.

C’è da sottolineare l’impegno delle ostetriche per aiutare la partoriente ad affrontare il travaglio ed il parto nel modo più naturale e “dolce” possibile. Dal canto loro proprio le ostetriche, dopo questa esperienza di condivisione, evidenziano che questa donna dovrebbe essere d’esempio per tutti, per far capire quanto la determinazione abbia un ruolo fondamentale nel travaglio di parto.

Degno di nota anche l’utilizzo di una tecnica analgesica particolare per via endovenosa, adottata dal team anestesiologico in alternativa alle tecniche neuroassiali.

I professionisti di Asl e Fondazione Monasterio hanno confermato la loro grande umanità e la capacità di affrontare in rapida sequenza tre parti al termine di gravidanze ad alto rischio avanzato, compiendo generosamente un notevole sforzo organizzativo.

Da questa vicenda emerge anche come nel lavoro in equipe sia fondamentale l’ascolto, la comprensione dell’altro, la capacità di integrazione tra professionisti e l’attitudine a guardare con rispetto le competenze degli altri operatori. «Percorsi condivisi e sinergici – sottolinea la direttrice dell’azienda Usl Toscana nord ovest Maria Letizia Casani – permettono di creare un contesto multiprofessionale in grado di sfruttare, unendole e integrandole, le eccellenze e le competenze cliniche e scientifiche presenti nell’area vasta nord ovest. La costante collaborazione tra i professionisti, che ringrazio di cuore, permette di raggiungere importanti risultati nella gestione dei casi di cardiopatie congenite fetali e di venire incontro alle esigenze di molte famiglie”.

«La nostra Area Nascita Integrata – aggiunge il direttore generale della Fondazione Monasterio Marco Torre – ci racconta una storia di umanità, passione e altissima specialità. Un luogo unico in Italia che trova spazio proprio in Toscana grazie alla consolidata capacità di unire le competenze in rete per il bene dei pazienti. Per questo ringrazio di cuore tutti i professionisti coinvolti che ci rendono sempre più orgogliosi del Servizio Sanitario Toscano». Nel 2023 all’interno dell’area nascita Integrata le nascite sono state 62. Dall’inizio dell’anno in corso sono nati 13 bambini le cui mamme provengono da tutta la Toscana oltreché da altre regioni d’Italia e alcune perfino dall’estero.
 

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