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Carrara, panchine spaccate e degrado a Marina

di Massimo Braglia
Le panchine in piazza  Ingolstadt danneggiate
Le panchine in piazza Ingolstadt danneggiate

Gino Stefanini del comitato di zona: «Ci sono telecamere, spero che l’autore risarcisca»

30 gennaio 2024
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CARRARA. Danni alle panchine di marmo di viale Colombo-piazza Ingolstadt, di fronte alla sede della Port Authority; ma anche, di nuovo, via Genova trasformata in bagno pubblico a cielo aperto. Dopo un altro weekend movimentato, torna ad intervenire Gino Stefanini del Comitato Zona Marina di Carrara, che in merito ai vandalismi osserva, polemicamente: «Ma sì dai, va tutto bene, chi non si è mai divertito a fare danni, e poi non è detto che sia stato qualche personcina che ama la sua città, magari la colpa è del Comune che non fa manutenzione ed è caduta da sola. In quella zona ci sono le telecamere, spero che chi ha fatto questo venga trovato e che risarcisca il danno fatto. Basta guardare le registrazioni della notte tra sabato e domenica», suggerisce.

Passiamo poi, aggiunge, alla «documentazione fotografica da via dell’orinatoio già via Genova (le macchie scure non sono dovute ad umidità e i fazzoletti di carta non servono a soffiarsi il naso) , d’altra parte è strada pubblica, non si può urinare? No che non si può, ci sono i bagni dei locali e ci sono i bagni pubblici. I bagni pubblici non ci sono? Strano avevano garantito che li avrebbero realizzati. Vi garantisco che il fetore è insopportabile».

Sui bagni pubblici il riferimento è alle dichiarazioni che l’amministrazione Arrighi aveva rilasciato proprio a Il Tirreno il 30 maggio dell’anno scorso. Un annuncio a cui non sono seguiti i fatti.

Sempre Gino Stefanini, nei giorni scorsi, aveva lanciato delle proposte, dopo aver ringraziato le forze dell’ordine per i controlli svolti.

E suggeriva: «Adesso che la situazione è calma, va beh qualcuno dirà che è inverno, che i controlli sono più presenti, perché non proviamo a pensare a cosa fare nel futuro? Pensare che ciò che è stato fino ad ora sia acqua passata è un po’come vivere fuori dalla realtà, bisogna piuttosto cercare di fare qualcosa per questi ragazzi, di coinvolgerli in qualche modo in altre attività che non sia il solo bere. D’altra parte se nelle zone della movida ci sono solo bar e nient’altro che bar è quasi impossibile che il bere non prenda il sopravvento».

«Bisogna cercare un modo – continua – per attirare la loro attenzione e su questo la cultura ci deve aiutare, nessuno ha la bacchetta magica, nessuno è nato “imparato” ma mettendoci un po’di testa, di idee e di volontà forse si può riuscire a fare qualcosa. Mi sarei anche un po’stufato di sentire dire che è stato sempre così, che non cambierà mai niente, perché è solo se non ci proviamo che niente cambierà. Anche i locali, che già fanno salti mortali per tirare avanti, devo metterci qualcosa, che cosa non lo so, è tutto da pensare e da organizzare. Ci proviamo? » .

E aggiungeva: «Anche i locali, che già fanno salti mortali per tirare avanti, devono metterci qualcosa, che cosa non lo so, è tutto da pensare e da organizzare».

Salvo poi osservare ancora amaramente, sabato scorso: «Speravo che i locali avessero a cuore la nostra zona, ebbene mi sbagliavo, esiste ancora qualcuno a cui evidentemente è sconosciuta la parola rispetto del prossimo e più casino c’è meglio è e chi se ne frega degli altri. Questa sera fuochi d’artificio poco dopo le 22, non danno assolutamente fastidio, giusto festeggiare un compleanno, una festa, un qualsivoglia evento, però santo cielo perché non vengono fatti lontano dalle abitazioni? C’è spazio a Marina per farli, il parcheggio sotto viale Colombo per esempio e invece no, si fanno in centro e vicino ad altri locali e in mezzo alle abitazioni. Possibile che un titolare del locale dove magari si festeggia l’evento non ne sappia nulla oppure è proprio lui che pensa: ma chi se ne frega? Continuo comunque a sperare che si possa ancora fare qualcosa, non tutti sono così, i veri imprenditori sono tutta un’altra cosa».

E proseguiva: «Questa sera poi una nuova, non si finisce mai di imparare, scendevo a portare la spazzatura e c’era una persona già adulta, non un ragazzino, che se ne stava tranquillamente urinando tra le auto, gli ho fatto osservare che magari non era proprio una cosa corretta, la sua risposta è stata: ma sono su strada pubblica, non posso farlo? »

«Poi – continua a raccontare – tranquillamente è risalito in auto e se n’è andato, probabilmente non avrebbe fatto in tempo ad arrivare a casa. Comunque i controlli ci sono, eccome se ci sono, grazie di nuovo alle forze dell’ordine».

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