Il Tirreno

Falsi incidenti, nel mirino le intercettazioni telefoniche

di Alessandra Vivoli
Nella foto grande una delle immagini dei finti incidenti finita al centro della vicenda il Botto
Nella foto grande una delle immagini dei finti incidenti finita al centro della vicenda il Botto

«Captazione abusiva»: trasmessi tutti gli atti alla Procura

28 novembre 2023
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MASSA. La richiesta di proroga di intercettazioni telefoniche. Un atto di routine in un procedimento complesso come quello del “Botto 1”, la prima tranche della vicenda giudiziaria legata ai falsi incidenti automobilistici.

La proroga, concessa, va ad interessare tutte le utenze telefoniche, tranne una che, originariamente compariva nella lista depositata ma per cui viene negata la proroga.

Per spiegarla in termini più semplici, quella utenza non doveva essere più intercettata. Il risultato? Secondo quanto emerso ieri in tribunale, nel processo che si celebra con rito immediato (è stata saltata l’udienza preliminare) decine e decine di conversazioni telefoniche, di una delle persone coinvolte nella vicenda “il Botto”, sarebbero state intercettate lo stesso.

Senza che ci fosse stata l’autorizzazione. Il numero telefonico in oggetto era stato escluso dalla lista con cui si chiedeva la proroga (per tutte le altre) al giudice per le indagini preliminari.

Una vera e propria bufera quella che è avvenuta ieri in aula.

Una vicenda delicatissima, come lo sono sempre le intercettazioni telefoniche, e che adesso potrebbe avere delle conseguenze pesanti.

Sono stati, infatti, trasmessi gli atti alla Procura, affinchè venga avviata un’indagine. L’ipotesi di reato è “captazione abusiva” di intercettazioni telefoniche.

È stata la questione intercettazione a monopolizzare l’udienza di ieri mattina, udienza nella quale è stato sentito, per la seconda volta un teste della polizia giudiziaria che si è occupato delle indagini.

Una vicenda complessa che ha scoperchiato un mondo di presunte truffe alle assicurazioni attraverso falsi incidenti finiti dritti dritti nel fascicolo dell’inchiesta “il Botto”.

Quella che si sta dibattendo in aula, siamo già nella fase del contro esame e l’udienza è stata rinviata al prossimo 8 gennaio, è la prima tranche del procedimento, in sostanza l’inchiesta madre. Esiste poi una seconda tranche, il Botto 2, dove sono 106 gli imputati.

La vicenda

Medici, avvocati, automobilisti secondo la procura avrebbero creato un’associazione per incassare, indebitamente, soldi dalle assicurazioni. Attraverso falsi incidenti.

Il processo è partito nel 2019 sul caso dei falsi incidenti.

Il primo di due filoni (il secondo è ancora in fase di udienza preliminare) dove sono imputate undici persone tra medici, periti delle assicurazioni e avvocati.

Sono accusati a vario titolo di reati come frode, corruzione, falso ideologico in atto pubblico, estorsione ed abuso d’ufficio, false certificazioni oltre al reato associativo finalizzato alla frode assicurativa.

Secondo la procura la documentazione medica, per provare le lesioni riportate nei falsi incidenti, veniva prodotta, in più occasioni, e poi esibita ai medici per farla firmare.

La squadra mobile parlò di un «vero e proprio set cinematografico» in cui venivano messi in scena i finti incidenti.

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