Il Tirreno

La testimonianza

L'appello della sindaca di Carrara: «Io vittima di attacchi sessisti dico alle donne: denunciate»

di Alessandra Vivoli

	L'inaugurazione di una nuova panchina rossa e la sindaca di Carrara, Serena Arrighi
L'inaugurazione di una nuova panchina rossa e la sindaca di Carrara, Serena Arrighi

Intervista a Serena Arrighi: «Le ragazze non devono avere paura, insieme si vince il maschilismo»

26 novembre 2023
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CARRARA. La sindaca di Carrara Serena Arrighi parla, come prima cittadina e come donna. Lo fa nel giorno della grande mobilitazione contro la violenza. Delle manifestazioni che “fanno rumore” e delle caserme dei carabinieri che si tingono di arancione.

La sindaca Arrighi parla all’indomani di un ordine del giorno, contro la violenza sulle donne, che il consiglio comunale ha approvato all’unanimità e nel pomeriggio che la vedrà impegnata, in prima linea, nell’inaugurazione di nuove “panchine rosse”. La sindaca Serena Arrighi parla alle donne: un appello a denunciare, a non avere vergogna di esporsi quando si è vittima di attacchi sessisti e maschilisti. Proprio come ha fatto lei nell’ottobre dello scorso anno: «Io sono uscita allo scoperto, non ho fatto finta di nulla. Se tornassi indietro lo rifarei mille volte. Non siamo noi donne, in questo caso a dover aver vergogna, anzi è proprio il contrario».

Sindaca riavvolgiamo il nastro per in momento. Nell’ottobre dello scorso anno lei è finita al centro di un attacco personale e sessista sui social.

«Quell’attacco, quel post sui social è stato un atteggiamento tipico della cultura patriarcale. Una donna che raggiunge il potere, nel mio caso ero stata eletta sindaca dalla cittadinanza, deve avere buoni rapporti con gli uomini ma, secondo un tipo di cultura maschilista, deve anche avere una tresca con qualcuno di loro. Magari con uno di quelli più in vista. Questo diventa un modo per colpire la donna stessa, valicando i confini personali, e facendo tutto sui social».

È stato un momento difficile ma lei aveva scelto di parlare apertamente di quello che era successo.

«Avevo due possibilità: una era quella di fare finta di nulla. Di far smaltire le polemiche, le chiacchiere sui social e di non dare importanza a quello che era stato scritto da un esponente della politica massese nei miei confronti. Quella non è stata, nemmeno per un attimo, la mia scelta. Anche se si è trattato di un attacco sessista, frutto di una cultura patriarcale, ho deciso, proprio per questo motivo, di parlarne, Senza vergogna. Perché non dovevo essere io ad avere vergogna ed era giusto quindi spiegare quello che era successo. E fare un atto di coraggio, parlando a tante altre donne che subiscono sul lavoro, a scuola, nella vita, attacchi di questo tipo».

Qual è il suo messaggio rivolto ad altre donne che magari vivono sulla loro pelle situazioni simili alla sua?

«Lo ripeto, di fronte a quelle parole, a quell’attacco personale, come donna, avrei potuto far finta di nulla. Ma la mia scelta è stata motivata anche dalla volontà di essere un esempio, soprattutto per le giovani donne. Ho intrapreso un percorso che rifarei domattina, proprio come ha fatto l’assessora regionale Alessandra Nardini, ho ritenuto che parlare, spiegare quello che mi stava succedendo, che stavo subendo, fosse la scelta più giusta».

E quindi lei ha risposto, a testa alta, a chi l’aveva attaccata.

«Proprio così e credo che, per tutte, l’atteggiamento debba essere proprio questo. Io non ho paura a dire quello che mi hai fatto, e tu ti devi vergognare, non io. Certo non è un percorso semplice ma non mi sono pentita neppure per un minuto di averlo intrapreso. Stare in silenzio non sarebbe mai stata per me la scelta giusta».

Tante giovani donne si trovano a fare i conti con atteggiamenti sessisti, soprattutto sui social.

«Io vorrei rivolgermi soprattutto a loro perché penso alle adolescenti, a ragazze che vivono un periodo della vita già parecchio delicato. Devono avere la consapevolezza che attacchi di matrice patriarcali non sono personali, e proprio per questo motivo devono avere la forza di denunciare. Non posso non pensare che su ragazze, giovani donne fragili, attacchi di questo genere potrebbero avere effetti davvero deleteri. E invece devono capire che non sono sole, che ci sono tante altre donne, coetanee ma anche più grandi, che sono dalla loro parte. Che sono al loro fianco».

Sindaca la persona, l’uomo, che l’aveva attaccata sui social le ha poi chiesto scusa?

«A me le scuse non sono mai arrivate, nemmeno una parola. Ma dico la verità non mi interessano nemmeno quelle scuse»l

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