Il Tirreno

Il mercato

Ex Splendor e Astor in vendita: «Serve un cambio di destinazione»

di Ivan Zambelli
L’ex cinema Splendor alla Stazione
L’ex cinema Splendor alla Stazione

Nessun acquirente per i cinema. Il proprietario: potrebbero sorgerci uffici

02 ottobre 2022
3 MINUTI DI LETTURA





MASSA. Un pezzo del passato a cui la burocrazia non riesce a dare un futuro. Si tratta delle due sale cinema Splendor ed Astor, entrambe a Massa e chiuse dal 2012, quando venne aperto il multisala in via Dorsale. Per decenni lo Splendor, detto anche ex Mazzini e suo “fratello” Astor sono state tra le mete più gettonate dei fine settimana, dove andare a vedere quel film tanto atteso o per il primo appuntamento da adolescenti. Poi inesorabilmente la società e i consumi sono cambiati, è cambiata la città; ciò che invece è rimasto fermo, in termini urbanistici, è la destinazione d’uso di quei due immobili: solo sale da cinema, e nient’altro. A riannodare i fili di un discorso interrotto circa 10 anni fa è stata la comparsa del cartello “vendesi” davanti all’ingresso dell’ex cinema Mazzini.

«Siccome è inutilizzato, chi vuol comprare è benvenuto», spiega Vasco Scarpellini, proprietario di questo fondo e del multisala Splendor. «Ma anche l’Astor è in vendita, e non da ieri. Sarà dal 2012 che la situazione è questa, cioè quando abbiamo aperto il multisala, e da allora i due fondi sono teoricamente in vendita». Teoricamente infatti, perché lì dentro allo stato urbanistico attuale, si possono fare, appunto, solo cinema. E questo scongiura l’arrivo di potenziali acquirenti. Servirebbe un cambio di destinazione d’uso, «ma questo dipende dalla buona volontà dell’amministrazione pubblica. Quando venne fatto il Regolamento urbanistico noi presentammo richiesta per un cambio d’uso, ma non venne accolta. Avevo anche intenzione di fare un ricorso, però siccome nessuno si presentava per comprarli la situazione si è cristallizzata». Eppure le possibilità, almeno all’interno dell’ex Mazzini, sono diverse: «Io credo che una destinazione direzionale-residenziale al piano superiore e qualcosa di commerciale al pian terreno si possano fare». Stessa cosa per l’ex Astor, dove potrebbero essere ricavati ipoteticamente spazi per uffici. «Perché altrimenti resterà per sempre cinema, che ad oggi equivale quasi a scuderie per cavalli da carrozza». In altre parole, dice Scarpellini, «un’attività che non fa più nessuno». Scarpellini e la sua famiglia conoscono bene il settore sale cinematografiche, in profondo mutamento: «In questo momento abito a Viareggio, e da 5 cinema in passeggiata non ce n’è più uno». Ciò è dovuto alla crisi, ma anche al cambiamento di stili di vita, ancor più accentuato dall’arrivo della distribuzione via internet dei film, che ha tarpato le ali alle piccole realtà. E quindi i vecchi fondi, in assenza di cambi destinazione, restano vuoti. Alla stregua di scuderie per cavalli da carrozza. «Chiunque ci conosca sa che di fronte ad un’offerta decorosa, siamo disposti ad alienare tutta quella roba. A noi non rende, sono chiusi dal 2012. Stanno lì, si vanno a degradare e avendo la famiglia piuttosto anziana non ci sembra il caso di fare grossi investimenti a lungo termine».

Primo piano
L’intervista esclusiva

Crollo a Firenze, la vedova di Livorno: «Chi ha ucciso Luigi mi guardi in faccia e chieda scusa»

di Federico Lazzotti