Il Tirreno

Il caso

Massa, a 14 anni esce dal coma dopo l'incidente: rischia la bocciatura in terza media per "colpa" di una legge

Ilaria Bonuccelli
Il luogo dell'incidente: il 14enne si è miracolosamente salvato
Il luogo dell'incidente: il 14enne si è miracolosamente salvato

La scuola si dice pronta ad accogliere la richiesta dei genitori, ma serve una comunicazione speciale da parte del ministero

02 luglio 2022
4 MINUTI DI LETTURA





MASSA. Sorride, mangia cibi frullati, parla, anche se qualche volta, si interrompe. Lo sguardo, si incupisce appena nel letto di ospedale. «Come si dice...ecco non me lo ricordo». Andrea (nome di fantasia) ha 14 anni ed è nato due volte. Entrambe in ospedale. La prima, con un parto naturale. La seconda, a Cisanello, dove i medici di rianimazione lo hanno strappato al coma di un incidente stradale. Non ci credeva quasi nessuno, quando lo hanno visto arrivare il 13 maggio 2022, poco prima di mezzanotte. È stato intubato e sorvegliato a vista. La mamma e la sorella hanno trattenuto il fiato per 72 ore. I medici e gli infermieri anche. «Potrebbe svegliarsi, ma non sappiamo in che condizioni». Un trauma cranico devastante. Poi, all’improvviso, mentre la sorella parla, la voce familiare fa sgorgare lacrime silenziose dagli occhi ancora chiusi di Andrea. Allora l’intuizione più importante: il cervello non è danneggiato. Andrea è presente. L’esame più difficile è superato. Quello di terza media, invece, no. È rimasto in sospeso. Fra l’incidente e l’ospedale. Solo che ora Andrea rischia di bocciare. Se entro il 30 agosto – dice la legge – non si presenta a scuola per superare prova scritta e orale, dovrà ripetere l’anno.

La notizia arriva con una raccomandata a casa di Andrea, anticipata con una telefonata alla mamma del ragazzino. Cristina (nome di fantasia) è devastata. Il “bimbo” non ce la farà mai a sostenere l’esame il 30 agosto, ultima data utile per la sessione straordinaria. Non sarà in grado di sostenere le prove né in classe né in ospedale. La scuola è disponibile a venire incontro all’alunno in tutti i modi. La vicepreside, che si dovrebbe sposare in quel periodo, è pronta perfino a rinviare il viaggio di nozze per agevolare il ragazzino. Ma la legge, i regolamenti, la burocrazia scolastica sono inflessibili.

«Non capisco», esordisce Cristina, «come non si possa evitare di bocciare mio figlio. È stato ammesso all’esame di terza media, dopo essere rimasto vittima di un terribile incidente, con la media del sette. È un alunno serio, studioso, non ha mai fatto assenze ingiustificate. Non ha sostenuto l’esame perché era in ospedale a combattere fra la vita e la morte. Non credo che lo Stato debba punirlo per questo. O perché dovrà sottoporsi a una riabilitazione complessa – che gli consentirà di tornare a scrivere, leggere, studiare – i cui tempi non si conciliano con quelli dell’esame di Stato».

Andrea, infatti, viene ricoverato a Cisanello in rianimazione (in condizioni disperate) il 13 maggio. Qui resta per oltre un mese. Per settimane è in coma e in sedazione profonda. Poi viene sottoposto ad alcuni interventi salvavita. Quando è evidente che non ha subito danni cerebrali permanenti, e che neppure è rimasto paralizzato, viene spostato all’ospedale Versilia dove esiste un reparto specializzato nella riabilitazione neurologica. Ma si tratta sempre di un reparto di rianimazione intensiva e sub-intensiva. Il ricovero (del 25 giugno) è per «pregresso politrauma con stato di coma», come attestano i medici per far comprendere anche alle istituzioni scolastiche che la riabilitazione sarà complessa. Si parla di un percorso che durerà da sei mesi a un anno. «Andrea sta rispondendo bene alle cure», conferma la mamma, «ma deve riabituarsi a respirare in modo autonomo, a mangiare da solo. Gli stessi medici ai quali è affidata la riabilitazione neurologica mi dicono che si potrà lavorare molto bene con il bimbo e che potrà recuperare, ma ci sono problemi di memoria da risolvere. Soprattutto non è possibile stressarlo con lo studio, mentre è impegnato in una riabilitazione fisica e neurologica».

Eppure le norme in vigore sembrano non lasciare molte vie d’uscita. Il decreto legislativo 62/2017 all’articolo 8 recita: «Per le alunne e gli alunni risultati assenti ad una o più prove, per gravi motivi documentati, valutati dal consiglio di classe, la commissione prevede una sessione suppletiva d’esame». In questa casistica rientra Andrea. Il problema è la “data” della sessione suppletiva che viene fissata il 18 maggio 2022 dall’annuale ordinanza del ministero dell’Istruzione. Lo specifica anche Marcella Bertocchi, preside della scuola media alla quale è iscritto Andrea: «L’ordinanza 64 impone che la commissione possa prevedere una sessione suppletiva d’esame per alunni assenti “per gravi e documentati motivi”. Ma la sessione si deve concludere, in casi eccezionali, entro il termine dell’anno scolastico: quindi, entro il 31 agosto. Purtroppo si tratta dell’esame di valutazione della conclusione del primo ciclo di studi e non si può evitare. Ne abbiamo discusso a lungo sia con il provveditorato sia con l’Ufficio scolastico regionale e non abbiamo trovato soluzioni alternative a comunicare alla madre la scadenza entro la quale deve essere effettuato l’esame». Tuttavia, aggiunge la preside, se dal ministero dell’Istruzione (tramite l’ufficio regionale scolastico) arrivasse «una soluzione alternativa che ci consentisse di superare questa data, la scuola si mette a disposizione. Noi andremo incontro alle esigenze di questo alunno senza alcuna difficoltà. I termini delle sessioni straordinarie non sono scelte che dipendono da noi. Non vorremmo bocciare un ragazzino che ha sempre studiato e che non ha potuto sostenere l’esame solo per una circostanza terribile». Quindi è il ministero che si deve attivare e consentire all’alunno di poter effettuare l’esame, oltre il termine ordinario. Una deroga straordinaria, per un caso straordinario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


 

Primo piano
Le celebrazioni

25 Aprile, piazza della Signoria gremita: Stefano Massini legge il monologo di Scurati – Video