Il Tirreno

il ricordo 

Anche il sindaco si fece cucire l’abito «Aveva eleganza»

Alessandra Poggi
Anche il sindaco si fece cucire l’abito «Aveva eleganza»

Il cordoglio dei commercianti del centro storico di Carrara: «Era un uomo d’altri tempi, molto fiero del suo lavoro»

31 dicembre 2021
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Alessandra Poggi

carrara. Il sarto Stefano Gazzilo aveva vestito personaggi illustri come lo storico dell’arte Philippe Daverio, ma anche politici, primari, nobili, persino i Marzotto di Milano, insomma, tutti quelli che con l’abito non volevano passare inosservati. Il maestro Gazzilo morto a 84 anni per un incendio nella sua abitazione di Avenza, nella moda lascia un vuoto incolmabile: la magia di confezionare abiti di alta sartoria, mescolando l’eleganza e lo stile ai moderni canoni estetici.

Maestro accademico e Cavaliere della Repubblica originario del casertano, per lui ago e filo erano la sua vita. Tra i suoi dispiaceri più grandi l’assenza di clienti carraresi, e come diceva spesso: «Un tempo vestivo gli imprenditori del marmo, ma la nuova generazione non si serve più da me». E questo nonostante i numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, e il riconoscimento alla carriera che gli venne conferito al “Festival della moda maschile” di Sanremo per aver contribuito alla stesura della storia del made in Italy. Il primo sindaco a farsi confezionare un abito da Gazzilo è stato Francesco De Pasquale, che lo ricorda così: «Ho avuto occasione di andare nel suo atelier. Gazzillo univa la maestria del lavoro manuale all’eleganza senza tempo, con la fortuna di farlo in un ambiente dallo straordinario valore artistico e storico. Mentre facevo un giro per valorizzare le eccellenze della città, spesso sconosciute alla città, ne ho approfittato per farmi fare un abito. Mi ha parlato della sua storia, dei suoi clienti fuori Carrara lamentando che in città nessuno si servisse da lui».

Gazzillo era un uomo elegante con una visione della sartoria, ormai quasi scomparsa, sotterrata dal prêt-à-porter, come ricorda Alessandra Caffaz del negozio di abbigliamento White di piazza Alberica, proprio sotto la terrazza del suo atelier: «Lo conoscevo dalla nascita – dice – è la sua morte mi rattrista. Stefano l'ho visto tutti i giorni per più di vent’anni. Teneva tantissimo alla location del suo atelier. Spesso lamentava che la moda si era involgarita. Ha cercato in tutti i modi di tenere alto il nome della sua sartoria. Un personaggio di altissimo calibro. Ha vestito politici, onorevoli, ministri, tutto il jet set internazionale. Spesso mi raccontava che però tutto era cambiato, che non trovava più riscontro e gli abiti fatti in serie avevano tolto lo stile alle persone. Parlava della moda in serie come di una moda dozzinale, e diceva che tantissime persone, non solo su Carrara, anche se potevano permettersi abiti di alta sartoria preferivano un abito seriale. L’ho visto l’ultima volta lo scorso settembre ad Avenza». Stefano Gazzillo e la sua eleganza nel ricordo di Lucilla Santucci del bar Leon d’Oro di piazza Alberica: «Sapevo che era molto malato – dice – ma che sia morto nell’incendio mi lascia sconvolta. Finché aveva l’atelier lo vedevo due volte al giorno, veniva con la moglie a prendere il caffè. Era mio cliente da una vita. Per chi non lo conosceva poteva sembrare burbero, ma non lo era. Era un uomo di altri tempi, sempre elegantissimo e con le scarpe lucide. Era fiero del suo lavoro e di avere vestito personaggi come Montezemolo, ma anche triste perché non vestiva più i personaggi di Carrara. Il suo atelier era tutta la sua vita. Mi dispiace perché la vita con lui era stata ingrata, non si meritava questa fine».

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